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di A.B.
Firenze – Ieri si è verificato, presso il carcere fiorentino di Sollicciano, il decesso di un detenuto italiano di 55 anni che stava seguendo il trattamento per tossicodipendenti. La notizia è stata resa nota dal sindacato Osapp. Dal sindacato riferiscono che il detenuto assumeva metadone e che la sua morte potrebbe esse stata determinata dalla contemporanea assunzione di altre sostanze. Ma non è il primo caso di morte all’interno del carcere fiorentino bensì l’8 dall’inizio dell’anno e la percentuale di morti all’interno de carcere è considerata la più alta su territorio nazionale e non solo.
Dal Sindacato spiegano che “ il detenuto aveva assunto da non molto tempo la prevista quantità di metadone e il malore che lo ha colto è assai probabile che sia stato provocato dalla contemporanea assunzione di altre sostanze come purtroppo già accaduto nello stesso carcere, in particolare nella limitrofa sezione femminile”. Il segretario generale del sindacato spiega che la vicenda “non sembrerebbe aver destato particolari preoccupazioni nei vertici locali, regionali e nazionali dell'amministrazione penitenziaria” malgrado vi siano stati otto casi in sei mesi.
Secondo Maurizio Buzzegoli e Massimo Lensi, che sono rispettivamente il segretario e il presidente dell'associazione radicale "Andrea Tamburi", “è innegabile che questa situazione costituisca un'emergenza alla quale il governo e il parlamento dovrebbero porre immediatamente rimedio per evitare di essere ulteriormente complici di questa strage di Stato” e hanno detto inoltre che se venisse confermata l'ipotesi di overdose, la circostanza assume connotati ancora più drammatici: com'è possibile che nel 2015 si possa ancora morire di overdose? Com'è possibile che questo avvenga proprio in carcere, quindi in custodia dello Stato?
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