FINANZIARIA 2014, COMELLINI (PDM): RIVEDERE NORME SUL TRATTAMENTO ECONOMICO DIPENDENTI P.A.

di Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm).

È pienamente condivisibile la previsione normativa contenuta nei commi 458 e 459 della Legge di stabilità 2014 volta ad adeguare il trattamento economico dei dipendenti pubblici all'effettiva prestazione lavorativa svolta, quindi ad eliminare i privilegi economici di cui hanno goduto fino ad oggi tutti coloro che avendo prestato la loro attività di servizio in incarichi o ruoli differentemente retribuiti, ne abbiano poi mantenuto il relativo trattamento economico superiore.
Tuttavia, la norma – così come è scritta – rischia di porsi come fattore disincentivante per il personale militare che sarà prossimamente interessato dai processi di revisione dello strumento militare previsti dai decreti legislativi che il Governo si appresta ad approvare in attuazione della delega della legge 244/2012, dopo aver ottenuto i pareri favorevoli dalle Commissioni parlamentari. Vi è infatti il concreto timore che in fase di attuazione dei processi di revisione dello strumento militare – che comporteranno un esubero di 18.650 militari in otto anni – al personale interessato dalle procedure di transito verso le altre amministrazioni pubbliche non sia poi garantito lo stesso trattamento economico goduto fino al momento dell'effettiva cancellazione dai ruoli militari. Inoltre, occorre urgentemente intervenire per evitare che al personale militare giudicato permanentemente non idoneo al servizio militare incondizionato per patologie dipendenti, o non, da causa di servizio, o per le quali sia in corso il procedimento di riconoscimento, che sia transitato o debba transitare nei ruoli dei dipendenti civili della Difesa o di altre pubbliche amministrazioni, sia garantito il trattamento economico interamente goduto al momento dell'effettiva cancellazione dai ruoli del personale militare o del transito nella nuova posizione lavorativa. Mi auguro che il Ministro della difesa, Mario Mauro, intervenga immediatamente sulla questione per ricondurla dentro quei criteri di ragionevolezza ed equità che attualmente sembrano essere stati disattesi nei confronti del personale militare.