FIFA: NEI GUAI ANCHE IL BRACCIO DESTRO DI BLATTER

di Matteo La Stella

New York – La mano della giustizia a Stelle e Strisce continua a tagliare teste ai vertici della Fifa. Dopo lo scandalo che aveva pervaso nei giorni scorsi l'organo di governo calcistico internazionale, destando scalpore a pochi giorni dalle elezioni che hanno poi riconfermato l'uscente Joseph Blatter alla presidenza Fifa, il pallone della giustizia americana continua a rotolare verso l'area di rigore del numero uno elvetico, ormai vicinissimo alla sua porta. Infatti, dopo i rinvii a giudizio, e le parole taglienti pronunciate al New York Times dalla testa di serie dell'IRS Richard Weber, la giustizia USA punta dritto al braccio destro di Blatter, Jérôme Valcke. Il francese, segretario generale dell'organizzazione nonché uomo spalla del “Signor Fifa”, avrebbe giocato un ruolo fondamentale nello scambio di una tangente milionaria. L'inchiesta americana infatti, aveva già acceso i riflettori su di una “donazione” da 10 milioni di dollari fatta dal Sudafrica a favore di Jack Warner, il capo della confederazione nordamericana e di quella caraibica. Secondo gli inquirenti, la presunta tangente sarebbe servita per ottenere in cambio l'assegnazione dei Mondiali di calcio del 2010, mentre, secondo i Sudafricani, si tratterebbe di un pagamento legittimo necessario alla partenza di un progetto per lo sviluppo del calcio nella regione caraibica. A rendere possibile il trasferimento dal conto dell'organizzazione a quello di Jack Warner sarebbe stato fondamentale l'intervento di un ancora sconosciuto “alto funzionario” Fifa che, uscito dall'anonimato, prenderebbe secondo indiscrezioni raccolte dal New York Times il nome di Jérôme Valcke. Alla luce di questo, una pioggia di interrogativi si sta abbattendo sulla cima del “monte Fifa”, alimentata dal coinvolgimento del segretario che, così vicino al presidente, fa dubitare che proprio quest'ultimo fosse all'oscuro di tutto.

Ieri Valcke ha dichiarato di non aver autorizzato alcun trasferimento di denaro perchè non ne aveva le facoltà, senza però chiarire il suo coinvolgimento nell'operazione, su cui ora, sono chiamati a fare chiarezza i magistrati d'oltreoceano.
Intanto, sul sito ufficiale della Fifa fa capolino la smentita dell'organizzazione:”Né il Segretario Generale Jérme Valcke, né alcun altro membro dei vertici Fifa sono stati coinvolti nella presentazione, approvazione e attuazione di quel progetto”, si legge nella nota volta a scagionare i vertici dalle accuse mosse dal quotidiano newyorchese. "Nel 2007 il governo sudafricano, d'intesa con la Federcalcio nazionale (Safa) – continua il comunicato – ha deciso di investire 10 milioni di dollari nel "Diaspora Legacy Programme” e alla Fifa fu richiesto di prendere questi 10 milioni di dollari dal bilancio del comitato organizzatore dei Mondiali sudafricani e di destinarli ai Caraibi per un progetto finalizzato allo sviluppo del calcio. La Safa fece sapere alla Fifa che il programma "Legacy Diaspora" doveva essere gestito e attuato direttamente dal presidente della Concacaf- caraibica- che a quel tempo era il vicepresidente del Comitato Finanza e che avrebbe dovuto agire come fiduciario. I pagamenti, per un totale di 10 milioni di dollari – puntualizzano dalla Fifa – sono stati autorizzati dall'allora presidente della Commissione Finanze ed eseguiti in conformità ai regolamenti. La Fifa non ha sostenuto alcun costo a seguito della richiesta del Sudafrica perché i fondi appartenevano al comitato organizzatore".