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di A. B./ M.L.S. / Ch. Mo.
Dopo i numerosi scandali che ha visto coinvolta la Fifa in queste settimane, Sepp Blatter, riconfermato presidente si è dimesso e risulta indagato dall’Fbi. Sono cominciate ora le manovre per la successione al numero uno di Fifa. Fino alla fine dell’anno, Blatter rimarrà operativo ma dal prossimo anno si cercano nuovi candidati. Tra i papabili ci sono: Zico, il 62enne ex fuoriclasse del Brasile e dell'Udinese che e' stato anche ministro dello Sport, e quello di Chung Mong-joon, il presidente del colosso automobilistico sudcoreano Hyundai grande sponsor della Fifa, il quale ha fatto sapere che "valutera' attentamente" la possibilita' di candidarsi, in raccordo con gli europei.
L'indagine dell’Fbi comunque non si ferma: su richiesta delle autorita' Usa, l'Interpol ha emesso mandati di cattura internazionali per due ex dirigenti Fifa e quattro manager. In merito allo scandalo Fifa, arrivano inoltre i primi commenti italiani dal presidente della Figc Carlo Tavecchio che ha affermato “Le vittorie non sono quelle di non aver votato per la rielezione del presidente Blatter". "Qui c'e' stato da parte della nostra federazione un atteggiamento corretto, sul piano personale mi dispiace molto”.Anche il vicepresidente Uefa, Giancarlo Abete ha ricordato quanto di avvertisse già da tempo un’esigenza di cambiamento.
LE DIMISSIONI DI BLATTER
New York – La mano della giustizia a Stelle e Strisce continua a tagliare teste ai vertici della Fifa. Dopo lo scandalo che aveva pervaso nei giorni scorsi l'organo di governo calcistico internazionale, destando scalpore a pochi giorni dalle elezioni che hanno poi riconfermato l'uscente Joseph Blatter alla presidenza Fifa, il pallone della giustizia americana continua a rotolare verso l'area di rigore del numero uno elvetico, ormai vicinissimo alla sua porta. Infatti, dopo i rinvii a giudizio, e le parole taglienti pronunciate al New York Times dalla testa di serie dell'IRS Richard Weber, la giustizia USA punta dritto al braccio destro di Blatter, Jérôme Valcke. Il francese, segretario generale dell'organizzazione nonché uomo spalla del “Signor Fifa”, avrebbe giocato un ruolo fondamentale nello scambio di una tangente milionaria. L'inchiesta americana infatti, aveva già acceso i riflettori su di una “donazione” da 10 milioni di dollari fatta dal Sudafrica a favore di Jack Warner, il capo della confederazione nordamericana e di quella caraibica. Secondo gli inquirenti, la presunta tangente sarebbe servita per ottenere in cambio l'assegnazione dei Mondiali di calcio del 2010, mentre, secondo i Sudafricani, si tratterebbe di un pagamento legittimo necessario alla partenza di un progetto per lo sviluppo del calcio nella regione caraibica. A rendere possibile il trasferimento dal conto dell'organizzazione a quello di Jack Warner sarebbe stato fondamentale l'intervento di un ancora sconosciuto “alto funzionario” Fifa che, uscito dall'anonimato, prenderebbe secondo indiscrezioni raccolte dal New York Times il nome di Jérôme Valcke. Alla luce di questo, una pioggia di interrogativi si sta abbattendo sulla cima del “monte Fifa”, alimentata dal coinvolgimento del segretario che, così vicino al presidente, fa dubitare che proprio quest'ultimo fosse all'oscuro di tutto.
Ieri Valcke ha dichiarato di non aver autorizzato alcun trasferimento di denaro perchè non ne aveva le facoltà, senza però chiarire il suo coinvolgimento nell'operazione, su cui ora, sono chiamati a fare chiarezza i magistrati d'oltreoceano.
Intanto, sul sito ufficiale della Fifa fa capolino la smentita dell'organizzazione:”Né il Segretario Generale Jérme Valcke, né alcun altro membro dei vertici Fifa sono stati coinvolti nella presentazione, approvazione e attuazione di quel progetto”, si legge nella nota volta a scagionare i vertici dalle accuse mosse dal quotidiano newyorchese. "Nel 2007 il governo sudafricano, d'intesa con la Federcalcio nazionale (Safa) – continua il comunicato – ha deciso di investire 10 milioni di dollari nel "Diaspora Legacy Programme” e alla Fifa fu richiesto di prendere questi 10 milioni di dollari dal bilancio del comitato organizzatore dei Mondiali sudafricani e di destinarli ai Caraibi per un progetto finalizzato allo sviluppo del calcio. La Safa fece sapere alla Fifa che il programma "Legacy Diaspora" doveva essere gestito e attuato direttamente dal presidente della Concacaf- caraibica- che a quel tempo era il vicepresidente del Comitato Finanza e che avrebbe dovuto agire come fiduciario. I pagamenti, per un totale di 10 milioni di dollari – puntualizzano dalla Fifa – sono stati autorizzati dall'allora presidente della Commissione Finanze ed eseguiti in conformità ai regolamenti. La Fifa non ha sostenuto alcun costo a seguito della richiesta del Sudafrica perché i fondi appartenevano al comitato organizzatore".
L'FBI INDAGA SULLO SCANDALO FIFA
Washington – Sepp Blatter, presidente dimissionario della Fifa è sotto inchiesta e l’Fbi sta indagando ma un portavoce dell’Fbi non ha voluto commentare la notizia. Lo riferiscono le fonti federali dopo che alcune notizie erano state riportate in una tv americana. Dopo che vi sono state le dimissioni di Blatter, il calcio briannico torna all’attacco del controverso mondiale del 2022 assegnato al Qatar di cui vi sono già due inchieste avviate, una negli Usa e una in Svizzera. Greg Dyke, presidente della English Football Association ha riferito che l’assegnazione del mondiale potrebbe essere messa in discussione, dicendo “Se fossi negli organizzatori del Qatar non dormirei molto bene. Se ci fossero le prove che il processo di assegnazione (del mondiale) e' stato corretto allora bene. Ma se di dimostrasse che il consiglio di amministrazione (della Fifa) e' stato corrotto allora ovviamente la competizione dovrebbe essere rifatta”. E’ arrivata anche la replica da parte del presidente del Qatar, lo sceicco Hamad Bin Khalifa Bin Ahmed Al-Thani, che ha riferito invece di consigliare a “Mr Dyke di lasciare che la giustizia compia il suo corso e di concentrarsi sulla sua promessa di creare una squadra inglese in grado di vincere la coppa del mondo del 2022 (che si terra') in Qatar”. L’ultima parola spetta ai giudici.
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