Ficarolo, migranti ospitati: presto la questione si risolverà

di Andrea Barbi

 

FICAROLO (Ro) – La vicenda di Ficarolo (Ro), risalente allo scorso novembre, è balzata sulle cronache nazionali, quando un imprenditore rodigino, originario di Comacchio, il sig. Luigi Fogli amministratore della società White House s.r.l. si è opposto al sequestro dell' Hotel Lory imposto dal prefetto di Rovigo, il dott. Enrico Caterino con lo scopo di ospitare 72 profughi provenienti dall'Africa subsahariana. L'hotel di proprietà della suddetta società insieme ad altre due contigue attività commerciali (un ristorante di alto livello e un night club), nelle intenzioni del prefetto, avrebbe dovuto ospitare i richiedenti asilo per 6 mesi, durante i quali una cooperativa di Adria (RO) si sarebbe occupata del loro sostentamento. L'imprenditore quasi ottantenne, ma molto combattivo, si era inizialmente opposto facendo ricorso al t.a.r. della regione Veneto poiché, a detta sua, il prezzo giornaliero di 7 euro a persona che gli era stato imposto come rimborso non gli sarebbe bastato nemmeno per coprire le spese per le varie utenze dei locali della struttura ricettiva. Senza contare, inoltre, che la presenza di tutte quelle persone gli faceva temere un collasso delle altre due attività in quanto la sua solita clientela si sarebbe smarrita. Il sindaco del piccolo comune di Ficarolo, Fabiano Pigaiani (lista civica) e la maggioranza della cittadinanza si sono schierati contro la decisione della prefettura in quanto la presenza di così tante persone in un paese di poco più di 2400 abitanti violerebbe la quota massima di profughi fissata al 3% del totale della popolazione residente su ogni singolo territorio comunale. Come al solito la risonanza mediatica di questo fatto ha subito attirato le speculazioni di diversi esponenti della politica locale e nazionale che hanno approfittato della situazione per cercare di avere un po' di visibilità, chi in difesa delle ragioni del Fogli e chi in difesa dell'azione del prefetto Caterino.

La situazione si è risolta alla fine del mese di novembre quando l'imprenditore rodigino ha firmato un accordo con la prefettura. Questo prevedeva che l'hotel in questione avrebbe ospitato soltanto 15 richiedenti asilo per un periodo di tempo inferiore ai sei mesi precedentemente richiesti, in attesa dell'adeguamento di un'altra struttura del paese, una casa di riposo per anziani, che diventerà la nuova residenza di questo gruppo di richiedenti asilo fino a data da destinarsi. Il sequestro della struttura è stato tolto e il prezzo pattuito è stato aumentato rispetto ai 7 euro ad personam giornalieri stabiliti inizialmente, ma in cambio l'imprenditore avrebbe dovuto rinunciare al ricorso al tar.

Ad un mese esatto di distanza dall'arrivo dei 15 subsahariani L'Osservatore d'Italia è andato ad intervistare Luigi Fogli per sapere come procede la situazione. Abbiamo inoltre tentato di avvicinare il responsabile della cooperativa Edeco che ha in appalto i lavori concernenti le operazioni di accoglienza, per chiedere il permesso di intervistare qualche ragazzo ospite della struttura, ma siamo stati allontanati.

 

Signor Fogli come va?

”Se si riferisce alla mia salute; per fortuna bene. Gli affari male”.


Come mai?

”La presenza dei rifugiati ha azzerato completamente la clientela, non solo per quel che riguarda l'hotel, ma anche il ristorante e il night club sono perennemente vuoti, la gente non viene più”

 

Ma questo è dovuto al comportamento dei richiedenti asilo?

”No no, assolutamente. Le devo dire la verità, da un mese a questa parte non hanno causato alcun problema. Non si vedono quasi mai all'esterno della struttura. E' quasi come se non ci fossero. La gente non viene, credo per pregiudizio. Ma io me lo aspettavo.”

 

Ha avuto modo di parlare con qualcuno di loro?

”No sono molto schivi e come le dicevo sono sempre nelle loro camere, in più i responsabili della cooperativa che si occupa del loro sostentamento non gradiscono che qualcuno tenti di avvicinarli”

 

Cosa fanno per tutto il giorno?

”Di preciso non le saprei dire, ma credo che navighino su internet perchè la prima cosa che la cooperativa mi ha chiesto è se l'hotel era provvisto di wi-fi. Ho visto che ognuno di loro è provvisto di un tablet e di uno smartphone”

 

E' la cooperativa a fornirglieli?

”Non saprei”

 

All'inizio della vicenda era preoccupato che le potessero danneggiare le stanze. Attualmente in che condizioni versano le camere dell'albergo?

”Sinceramente non lo so. Preferisco non vederle nemmeno fino a quando saranno qui. Anche perché è la cooperativa ad occuparsi di tutto. Portano il cibo già pronto, con un furgone, che consumano nella sala conferenze e una volta al giorno vengono inservienti esterni a pulire le stanze. Io, da contratto, mi sono impegnato soltanto a fornire la struttura.”

 

 

Inizialmente le avevano proposto una somma di denaro che lei aveva definito assurda, hanno aumentato le tariffe giornaliere?

”Si i 7 euro al giorno a persona che inizialmente avevano proposto di darmi sarebbero stati insufficienti anche per pagare le spese delle utenze. Ora mi danno un po' di più; non è quanto speravo e avevo richiesto, ma almeno non ci rimetto, in quel senso”

 

Quando se andranno?

 ”Fra poco, dovrebbero essere gli ultimi giorni di permanenza qui, dagli inizi di gennaio le 15 persone presenti nella mio hotel saranno trasferite in un'altra struttura privata di proprietà di una fondazione locale nella quale ha sede una grossa casa di riposo. Ci sono molti anziani ospiti, ma quel posto è molto grande e hanno spazio libero, inoltre sono dotati di ogni servizio. Al momento stanno finendo dei lavori di ristrutturazione e ammodernamento dell'edificio, appena avranno finito li porteranno là e spero che tutto ritornerà come prima”.