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Roma

FIAMME GIALLE FRASCATI, SEQUESTRATI IMMOBILI PER 10 MILIONI DI EURO

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Redazione

Il piano dei soci dell’”Autocentro Montecarlo” di Frascati era chiaro: l’attivo patrimoniale doveva essere dirottato altrove, mentre i debiti, ormai superiori ai dieci milioni di euro, dovevano essere gestiti da un nuovo amministratore.  

Per attuare il loro proposito, i due soci avevano, quindi, costituito due nuove società, inizialmente sottocapitalizzate. Con poche manovre, avevano, quindi, trasferito a queste “newco” tutto ciò che di buono era rimasto nell’”Autocentro Montecarlo”, facendo in modo, con un complesso gioco di “scatole cinesi”, che la titolarità delle relative quote figurasse in capo ad una società di diritto svizzero.

La concessionaria, a quel punto svuotata dell’attivo, era, quindi, stata affidata ad un nuovo amministratore, un prestanome ultraottantenne già conosciuto per fatti di bancarotta e con incarichi di responsabilità in oltre trecento società. 

Prima, però, che il Tribunale di Velletri decretasse l’insolvenza della società, i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma avevano rinvenuto, nelle celeri ed azzardate operazioni di cessione e trasformazione, un chiaro indice della volontà dei due di portare a bancarotta l’”Autocentro Montecarlo” e ripartire da zero con le due nuove società, chiaramente riconducibili a loro nonostante il complesso filtro elvetico. La tempestiva azione della Fiamme Gialle del Gruppo di Frascati ha, quindi, permesso di limitare il danno che avrebbero sofferto i dipendenti ed i creditori sociali.

In questi giorni gli sviluppi: i militari, coordinati dal pool di magistrati che si occupa di criminalità economica – recentemente istituito dal Procuratore Capo della Procura di Velletri – Dr. S. Piro -, hanno eseguito numerose perquisizioni locali e sottoposto a sequestro preventivo – disposto dal G.I.P. del Tribunale di Velletri – due immobili commerciali aventi un valore complessivo di oltre dieci milioni di euro.  

Dall’esame della documentazione bancaria, sarebbe emersa anche una condotta fraudolenta ai danni di alcuni creditori ed a vantaggio di un noto istituto di Credito che sarebbe stato privilegiato attraverso il rafforzamento del suo credito con un’ipoteca su uno degli immobili della fallita.  

Bancarotta fraudolenta e bancarotta privilegiata dono le ipotesi di reato contestate agli otto soggetti indagati, fra cui i soci della fallita, gli amministratori, due “teste di legno” e due professionisti che avrebbero “pilotato” la realizzazione del piano. Gli inquirenti stanno ora vagliando la documentazione sequestrata presso l’istituto di credito privilegiato nel soddisfacimento del credito, da cui potrebbero derivare altre sorprese.

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