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Editoriali

FESTIVAL DI SANREMO: DOPO CARRA' E KESSLER CI SI ASPETTA TUTANKHAMON E CLEOPATRA

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Tempo di lettura 3 minuti Come possono due lavoratori che non ricevono stipendio da mesi pagare il biglietto di entrata all' Ariston e passare inosservati ai controlli di sicurezza fino ad arrampicarsi sulla balaustra?

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"Cara Lucianina volevo informarti che il contrabbando a Napoli si è estinto e che è giunta l'ora di smetterla con stereotipi negativi che hanno l'età di Franca Valeri e delle due sorelle Kessler messe insieme".

 

di Christian Montagna

Sanremo (IM) – Tre, due, uno sigla. Ha inizio la sessantaquattresima edizione del festival di Sanremo. Al timone per il secondo anno consecutivo Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Un inizio degno del famoso carnevale di Rio a giudicare dagli abiti della conduttrice che se ogni tanto pensasse prima di dar fiato alla bocca non farebbe alcun danno.Come ogni anno preceduto da mille critiche è arrivato il festival canoro che tiene incollata un'intera nazione davanti allo schermo.Quest'anno non è andata proprio così. E' subito caos: prima il sipario non si alza, poco dopo due lavoratori interrompono la lettura di Fazio in segno di protesta verso una nazione precaria. Che sia un revival delle edizioni passate di Baudo? Lascio a voi ogni considerazione, però una domanda mi sorge spontanea: come possono due lavoratori  che non ricevono stipendio da mesi pagare il biglietto di entrata all' Ariston e passare inosservati ai controlli di sicurezza fino ad arrampicarsi sulla balaustra? Mah! L'impressione iniziale dunque è quella di un festival lento e già visto, con colpi di scena già utilizzati in passato. Scenografia che lascia a desiderare, vitalità del conduttore che rasenta il melenso e cantanti in gara che di "big" hanno ben poco.

A cominciare dagli acuti ultrasuoni della ormai dimenticata Antonella Ruggiero. Ospiti della prima serata Raffaella Carrà e il suo visibilissimo play- back. Sono sincero, ho temuto per le sue articolazioni e per l'arrivo di un infarto imminente dopo la sua scalmanata coreografia. Unico momento di salvezza dello share l'ingresso di Yusuf Cat Stevens che ci ha fatto ricordare i bei momenti andati, ma andati proprio tanto tempo fa. Peccato che però a rovinare il momento ci abbia pensato Fazio con la sua intervista assolutamente impertinente. Come se non bastasse, la simpatica comica torinese non ha perso occasione per gettare fango sulla mia bella Napoli. Intervistando il pallanuotista Amaurys Perez, giocatore della squadra napoletana Acquachiara, ghi ha chiesto se preferisse fumare i suoi sigari cubani oppure le Camel di contrabbando.

Ebbene Lucianina volevo informarti che il contrabbando a Napoli si è estinto e che è giunta l'ora di smetterla con stereotipi negativi che hanno l'età di Franca Valeri e delle due sorelle Kessler messe insieme. Si sa, siamo permalosi. Proprio questi due personaggi sono state ospiti della seconda serata. Ora capisco che si festeggiano i sessantanni della televisione ma dopo Carrà, Kessler e Valeri chi saranno gli altri "giovani" ospiti? Non arriveranno mica Tutankhamon e Cleopatra sulla lettiga? C'è da aspettarsi di tutto perchè Sanremo è Sanremo! Scherzi a parte, c'è poco da ridere soprattutto perché i dati dello share forniti da auditel sono un disastro. Sono stati 8.926.000 gli spettatori che hanno assistito alla prima parte, con il 33,52% di share contro il 42,21% dell'anno scorso. Nella seconda parte gli spettatori sono stati 3.784.000 con il 37,59% di share contro il 49.03% dello scorso anno. La media ponderata della seconda serata è scesa di quasi nove punti rispetto allo scorso anno: ieri è stata di 7.711.000 spettatori con il 33,95% di share contro gli 11.330.000 e il 42,89% di share dello scorso anno.

Risultati così deludenti non si avevano da anni. L'ultima edizione funesta infatti fu quella del 2008 condotta da Baudo e Chiambretti che registrò dati simili. Spero che le sorprese, ma quelle vere, possano arrivare nelle prossime serate. Almeno dell'emozione del festival non ce ne private. E' uno dei pochi momenti celebri rimasti della televisione italiana.

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Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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