Ferrovie concesse, guerra aperta tra Atac e Pendolari. Mozione per la Roma-Giardinetti

È guerra aperta tra Atac e le Associazioni consumatori – con il Codacons in testa – e, direttamente o indirettamente, con i pendolari.

Al centro i disservizi che ogni giorno affliggono le ferrovie regionali ex-concesse Roma-Lido e Roma-Viterbo, immortalati da Pendolaria, il consueto rapporto di Legambiente sulla qualità dei servizi ferroviari italiani. E la Roma-Giardinetti? Ce n’è anche per questa linea, la settimana appena iniziata potrebbe infatti riservare spiacevoli sorprese.

La
Viterbo attenzionata dal Garante.
Irrompe
il Codacons con il comunicato di tre giorni fa dove evidenzia che l’ART – Autorità di Regolazione dei Trasporti
ha deciso di far luce sul servizio ferroviario della Roma-Viterbo in
affidamento all’Azienda Capitolina, “annunciando”, recita la nota, “specifiche
azioni di verifica a riscontro delle criticità oggetto di segnalazione”. Nelle
settimane scorse infatti il Codacons, a seguito delle numerose proteste
ricevute dal cittadini, aveva presentato un esposto all’ Autorità in cui si
chiedeva di intervenire a tutela dei pendolari e degli utenti. “La ferrovia è
il mezzo di trasporto più problematico vista la lunghissima durata dei viaggi e
i frequenti ritardi dovuti alla presenza del binario unico”, scriveva l’associazione
consumatori nell’esposto, “presenta tutt’ oggi gravi carenze, sia nello stato
di salute dei mezzi, che continuano ad avere guasti e a presentare
infiltrazioni d’ acqua, sia nella frequenza delle corse, che obbligano spesso
gli studenti e i lavoratori ad arrivare a scuola o a lavoro in ritardo oppure a
uscire anticipatamente per poter raggiungere le fermate, obbligandoli ad
aspettare per ore dopo l’ uscita o impedendogli in molti casi di frequentare
corsi pomeridiani a causa della mancanza di corse nel secondo pomeriggio per il
rientro nei paesi di residenza”. Situazione “che potrebbe finire con l’incidere
anche sul diritto allo studio o sulle prestazioni lavorative di ciascun utente
fruitore. Duole notare la situazione di incuria e mala gestio di una delle tratte che dovrebbe essere un fiore all’occhiello
della città e dell’intera Regione: un concentrato di degrado quasi irreale, che
non risparmia nulla e infetta ogni singolo elemento della vita civile: strade, ponti,
cavalcavia, gallerie”. Nell’esposto il Codacons chiedeva l’intervento della
Procura e dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, “affinché si ponesse fine
all’ odissea quotidiana dei pendolari”.

Botta
e risposta al vetriolo
.
L’annuncio del Codacons, intenzionata ad avviare una “class-action” al riguardo,
acuisce l’ormai atavica diaspora che vede protagonisti Atac stessa e il Comitato Pendolari RomaNord. “Finalmente
un’associazione di consumatori si accorge della nostra situazione e denuncia”, attacca
il portavoce Fabrizio Bonanni, “ma
d’altra parte basta leggere quello che pubblichiamo quotidianamente attraverso
i nostri canali sociali facebook e twitter per farsi una idea di come stiamo
messi”. E non solo. Nei giorni antecedenti il Comitato aveva aggiornato la lunga
lista delle soppressioni, salite a 1200 in 190 giorni, “al netto” delle
cancellazioni “fantasma”, precisano, ovvero di quei treni che sarebbero stati “annunciati
e poi scomparsi dopo la partenza e non segnalati ufficialmente ma ricavati
dalle segnalazioni utente in stazione, senza che siano effettivamente state
effettuate le rispettive corse”.  Piccata
la risposta dell’Azienda: “non risponde al vero che Atac eviti di comunicare le
eventuali cancellazione di corse”, si legge nel comunicato di ieri pomeriggio,
12 gennaio.  “Lo stato del servizio della
ferrovia Roma-Viterbo è pubblicato in tempo reale sul sito atac.roma.it e sugli
altri canali aziendali (ad esempio i social), distribuito open data ai
principali altri canali e distribuito dalle principali app”, tuonano da via
Prenestina. E rispetto alle soppressioni precisano che sabato “sono state
cancellate 20 corse, ed esclusivamente nella tratta urbana, e non ‘una trentina’,
come riportato. Nessuna cancellazione ha riguardato la tratta extraurbana. Si
fa notare in particolare che sulla tratta urbana, in alcuni momenti delle ore
di punta la frequenza dei treni tra Montebello e Flaminio scende sino a 5
minuti. Riportare dati”, aggiungono, “aggregati su base plurimensile senza
rapportarli al totale delle corse programmate è gravemente distorsivo della
realtà, dalla metà di settembre alla fine di dicembre del 2019 è stato
effettuato il 96,2% delle corse previste. 
Le 1.200 corse cancellate, riportate, inoltre si riferiscono a oltre 190
giorni di esercizio. Ciò significa che parliamo di circa 6 corse in media
cancellate al giorno, quando nei giorni feriali ne sono previste 226”.

Nemmeno 12 ore dopo…A stretto giro di posta la replica del Comitato, seguito dallo scossone tellurico di questa mattina. “Ieri sera [domenica 12 gennaio, ndr] abbiamo ribattuto punto su punto al comunicato Atac che ci accusava sostanzialmente di dire bugie sul servizio erogato sulla nostra ferrovia”, annota Bonanni, “ecco che nemmeno 12 ore dopo succede quello che diciamo da tempo: Atac non comunica in tempo i disagi e non attiva per tempo i servizi sostitutivi. Stamattina infatti, dalle ore 7.30 si sono susseguite informazioni tra i pendolari circa un ipotetico guasto a un treno extraurbano. Tale guasto, poi purtroppo confermato da chi era a bordo, ha di fatto bloccato la linea per oltre un’ora. Ebbene, in questo frangente Atac ha sempre valutato come regolare il servizio, mentre accadeva il pandemonio tra Sacrofano e Riano: treno guasto, tentativo di rimorchio fallito da parte di altro treno, passeggeri messi a rischio e ritardi mostruosi sull’intera tratta. Tutto regolare, appunto, secondo Atac almeno fino alle 8.24”.  A corredo di quest’ultima nota, la foto del sito aziendale, dove, effettivamente, nella parte che riguardava la Viterbo non compariva alcuna annotazione sul guasto.

L’annotazione pubblicata dal Comitato Pendolari

Arriva
l’esposto sulla Roma-Lido?
Sulla
ferrovia litoranea, anch’essa segnala dai disservizi, rendicontati soprattutto da
Odissea Quotidiana, è, invece, l’associazione
Assotutela a minacciare un’azione
legale, similare a quella del Codacons. A dirlo il presidente nazionale, Michel Emi Maritato:“Come associazione che difende i
diritti dei consumatori, vogliamo esprimere la nostra forte vicinanza ai
pendolari della Roma-Lido, che nella giornata di ieri [9 gennaio, ndr] hanno
dovuto sopportare ennesimi disagi sulla linea. Una odissea quotidiana, una
triste abitudine che Assotutela denuncia da anni e sulla quale non possiamo più
rimanere inermi. Le istituzioni preposte continuano a essere lacunose,
lasciando al proprio destino una delle linee dei trasporti laziali più importanti
del nostro territorio. Anche e soprattutto alla luce dei disservizi tecnici di
ieri, Assotutela ha intenzione di presentare un esposto alla Procura della
Repubblica al fine di comprendere le dinamiche specifiche che conducono ai
continui disagi sulla Roma-Lido”.

E la Roma-Giardinetti? La linea sulla Casilina, per metà ferrovia e per l’altra metà tranvia (o viceversa), sta vivendo un periodo di stagnazione. Da un lato c’è il progetto di ammodernamento e prolungamento formulato dall’ingegner Andrea Spinosa, e inserito da Roma Capitale nel PUMS, dall’altro il servizio attuale che si trascina a stento. “La linea si trova a un bivio, devono sbrigarsi”, sottolineano dall’associazione TrasportiAmo che ha lanciato una petizione popolare sostenuta tra gli altri da ORT – Osservatorio Regionale sui Trasporti, Legambiente Lazio e dal Comitato di Quartiere Tor Pignattara, presieduto da Luciana Angelini.

“L’idea Spinosa è l’unica praticabile”, riprende l’associazione, “in quanto consente la valorizzazione dell’infrastruttura esistente a costi contenuti”. E sulla pagina proprio del Comitato Andrea Tortorelli de Sferragliamenti sulla Casilina rimarca: “Sebbene il sentire comune vorrebbe l’adeguamento allo scartamento ordinario ‘perché è così che deve essere’, tale scelta porta con sé notevoli complicazioni progettuali ed extracosti. Il mantenimento dello scartamento ridotto, aggiornato con le tecnologie ed i confort della modernità, consentirebbe la creazione di una vera e propria rete metrotramviaria ad est della città, alla stregua della Docklands Light Railway londinese. La presa di posizione del Ministero – prosegue – mi sembra sia caduta in questo peccato ‘di convinzione’. Per tale ragione, fermo restando che il Riparto 2019 rappresenta un’occasione unica ed irripetibile per la salvezza della linea, ritengo che l’Amministrazione Comunale debba sfruttare il rimando al 30 aprile 2020 per rafforzare le tesi che a suo tempo condussero saggiamente verso la scelta dei 950 mm”.

La mozione. Le osservazioni delle associazioni trovano un punto di forza nella mozione (n. 319/2019) a firma della consigliera capitolina Svetlana Celli (capogruppo RomaTornaRoma), che impegna la “Sindaca e la Giunta a porre in essere ogni iniziativa utile a definire il trasferimento della linea ferroviaria Roma-Giardinetti dalla Regione Lazio a Roma Capitale, e a provvedere alla riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti o al prolungamento della linea fino al Parco di Centocelle”. La mozione impegna altresì a sollecitare “il MIT affinché assegni le risorse necessarie per l’ammodernamento e il prolungamento, ad avviare gli interventi di revisione generale agli elettrotreni” e, infine, a “istituire un Osservatorio presso Roma Capitale, aperto ai Municipi, alle Associazioni/Comitati utenti/cittadini del territorio e alle Organizzazioni Sindacali, finalizzato a monitorare l’avanzamento dei lavori”. Argomenti rispetto ai quali la compagine pentastellata difficilmente potrà sottrarsi. “Un intero quadrante aspetta la riqualificazione della ferrotranvia Roma-Giardinetti, promessa dal M5S in campagna elettorale quattro anni fa”, attacca la consigliera Celli. “La maggioranza aveva prospettato la riapertura fino alla stazione Giardinetti e la presa in carico della linea. Ma nulla di fatto ed oggi tutto è fermo. Dallo snodo con la Metro C, all’altezza del Parco di Centocelle, al rilancio della Roma-Giardinetti come metropolitana di superficie, proprio come avviene nelle grandi capitali europee. Tutti progetti possibili, dei quali si avvantaggerebbero i cittadini e l’ambiente, oltre che l’intero sistema Tpl. Questa settimana in Aula andrà al voto la mozione preparata come gruppo RTR che auspica proprio questi scenari futuri. Ci auguriamo sia l’occasione per la maggioranza per rilanciare un progetto strategico per Roma”.

Dello stesso avviso il capogruppo Pd al Municipio VI, il consigliere Fabrizio Compagnone: “I cittadini dei quartieri interessati dalla non sono più disposti a tollerare l’immobilismo dell’Amministrazione Capitolina e il silenzio assordante del Presidente del Municipio VI Romanella e della sua Giunta, le zone commerciali insistenti sul percorso sono allo stremo. Rispetto a questo tema, infatti, in campagna elettorale avevano promesso la riapertura fino alla stazione Giardinetti e la presa in carico della linea. Allo stato attuale, invece, constatiamo che nulla di quanto paventato è stato realizzato. È necessario, a questo punto, un’azione rapida e concreta al fine di individuare quelle soluzioni esaustive in modo da sboccare l’intera situazione e dare un presente e un futuro alla Giardinetti, così tanto importante per un quadrante della Capitale. Ci associamo alle preoccupazioni espresse dalle associazioni e dei comitati di quartieri e speriamo che l’anno appena iniziato risvegli dal torpore l’Amministrazione, votando, in primis la mozione della consigliera Celli”.