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di Gianfranco Lelmi
Viterbo – Avete preso mai il treno della Ferrovia Roma Nord da Roma fino a Viterbo? Ebbene provateci, rimarrete sorpresi. Specialmente se vi mettete vicino al macchinista, vi accorgerete che chi conduce questi bestioni di Alstom su questa ferrovia ha un compito veramente ingrato, un lavoro che richiede la massima attenzione, nervi saldi. Alla fine del viaggio chi guida questi convogli è veramente stanco.
Ne capitano di tutti i colori, gente distratta che si avvicina al treno senza rendersi conto del pericolo che corre, gente che vuole sfidare il pericolo, automobilisti che si divertono a far arrabbiare il povero macchinista passandogli davanti, a pochi metri, mentre il treno sta arrivando, facendo, poi dei gestacci nei suoi confronti.
Di storie strane, ridicole se ne raccontano tante. Poco prima di Civita Castellana un signore, prima di uscire dalla sua abitazione, azionava un telecomando che apriva il cancello del passo carrabile, che contemporaneamente apriva le sbarre di un passaggio a livello che aveva costruito ed installato lungo i binari della ferrovia per proprio conto. Un bel giorno mentre si apprestava ad uscire di casa, dopo aver azionato il su congegno artigianale, rimase investito dal treno, per fortuna con conseguenze non gravi.
Dopo i rilievi e gli accertamenti, gli fu rimosso il suo congegno, dovette ripagare i danni alla ferrovia, si prese una multa ed una denuncia. Altro episodio di alcuni anni fa, è il racconto che alcuni macchinisti fanno dell’incidente avvenuto nei pressi di Fabrica di Roma. Un vecchio Tibb si approssimava al passaggio a livello sito difronte alle ceramiche Erica. Il proprietario di questa fabbrica, raccontano alcuni, forse era in conversazione con il cellulare, non accortosi del sopraggiungere del treno, si avvicinava lentamente ai binari. L’impatto fu inevitabile, per fortuna con conseguenze non serie per l’automobilista. La macchina fu distrutta, era talmente robusta che protesse il guidatore e fece deragliare il treno. Il macchinista racconta che quando andò per soccorrere il poveretto, aveva una faccia grigia che metteva paura.
Quello che lamentano i macchinisti è la mancanza di visibilità ai passaggi a livello spesso creata artatamente. Nei pressi di Riano un incosciente parcheggia sempre la sua auto nei pressi del passaggio a livello, mentre nei pressi di Castel Nuovo di Porto un signore ha tolto le piante che ostruivano la vista sulla strada, pensando bene di sostituire il tutto con un telo verde che seguita a creare problemi alla visibilità.
Poi c’è il discorso dei passi carrabili privati, dove i proprietari sono in possesso di chiave del lucchetto per poter transitare. Ebbene molti di loro lasciano la sbarra alzata, obbligando il macchinista ad un ulteriore rallentamento. Non sanno che potrebbero incorrere in multe salatissime.
Per non uscire dal tema comunque è bene segnalare che il pericolo di frane sui binari, come l’episodio del sasso avvenuto recentemente, l’instabilità di un ponte nei pressi di Castel Nuovo di Porto, creano al treno aggiuntive diminuzioni di velocità.
Comunque l’ultimo incidente di Castel Nuovo di Porto ha lasciato nei macchinisti un segno indelebile, il viaggio Roma e Viterbo è diventato molto più lungo. Specialmente la sera, quando la visibilità è scarsa, il treno, nei pressi di alcuni passaggi a livello procede ad un andatura che è inferiore a quella di quando si dice a “passo d’uomo”.
Tutto questo si ripercuote nell’allungamento dei tempi di percorrenza che arrivano anche a tre ore di viaggio se non oltre tra il capoluogo della Tuscia e la Capitale. Se a breve non verranno messi in sicurezza i passaggi a livello, aumenterà la disaffezione della clientela. Se i sindaci dei paesi posti lungo la linea non adegueranno i piani regolatori alle esigenze della ferrovia, costruendo sottopassi e sovrappassi, obbligando i costruttori dei nuovi centri residenziali a sopportare a proprie spese le opere per non creare problemi al collegamento ferroviario, a breve sarà la paralisi totale, blocco della ferrovia, blocco del traffico stradale. Unica alternativa, resta e resterà il trasporto collettivo, dando la priorità assoluta al treno.
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