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Cronaca

Ferrara, prete ubriaco investe agente di polizia

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Tempo di lettura 3 minuti Il sacerdote, è stato rimesso in libertà con l’obbligo di firma. In aula, don Silvano ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere

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di Andrea Barbi


FERRARA –  Molti hanno pensato in un primo momento a un pesce d’aprile: invece è vero. Don Sylvain Kapela Mukunda, 43 anni, sacerdote di nazionalità congolese, da 10 anni viceparroco a Villa Fulvia nella chiesa dedicata al Beato Tavelli, è stato arrestato venerdì notte dopo aver ferito un poliziotto (lesioni personali aggravate) che ha urtato con la sua auto nel tentativo di sfuggire agli agenti. Ma deve rispondere anche di resistenza, di aver causato il danneggiamento di un’auto di servizio della polizia e di aver guidato in stato di ebbrezza, reato che gli è costato anche il ritiro della patente e il sequestro dell’auto ai fini della confisca.
È il conto giudiziario che gli è stato presentato al termine dell’inseguimento avvenuto in piena notte per le strade della città nel corso del quale la condotta di guida del parroco, al volante di una Volkswagen Lupo, ha attratto l’attenzione di un automobilista di passaggio che ha segnalato la cosa alle forze dell’ordine e si è messo alle calcagna del veicolo guidato all’impazzata. La “Lupo” non rispettava stop e semafori, procedeva a zig zag e avrebbe anche danneggiato alcune auto parcheggiate. Poco dopo le 2 le volanti della polizia hanno sbarrato la via alla “Lupo” nei pressi del passaggio a livello di via Fabbri. Il religioso si è dapprima fermato, poi ci ha ripensato e ha innestato la marcia tentando di fuggire: un poliziotto è rimasto ferito (prognosi di 10 giorni per una contusione al ginocchio sinistro) e una volante è stata ammaccata. A quel punto un agente ha aperto con decisione la portiera e ha bloccato il conducente. Nessuno si aspettava però che le generalità della persona al volante, spericolata e incosciente, fossero quelle di un sacerdote. Don Sylvain non ha fornito alcuna spiegazione agli inquirenti e nemmeno al giudice, davanti al quale è stato chiamato ieri mattina. Al controllo con l’etilometro il tasso alcolico nel sangue è risultato di 2,55/litro, oltre cinque volte il limite ammesso dalla legge. 
Sabato pomeriggio, il giudice Carlo Negri ha convalidato l’arresto. Il sacerdote, è stato rimesso in libertà con l’obbligo di firma. In aula, don Silvano ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Il suo difensore, l’avvocato Barbara Grandi, ha chiesto i termini a difesa per raccogliere tutti gli elementi necessari in vista del giudizio. L’udienza si è conclusa con la riserva del giudice. Bisognerà quindi attendere qualche giorno per gli sviluppi di una storia che ha lasciato a bocca aperta l’intera città.
Poche righe da parte della curia per circoscrivere il fattaccio e il suo protagonista e per manifestare solidarietà all’agente rimasto ferito nel tentativo del sacerdote di sfuggire al posto di blocco allestito in via Fabbri. «Nell’apprendere l’episodio occorso la scorsa notte – si legge nel comunicato apparso sul portale del periodico cattolico La Voce –, le cui ragioni allo stato attuale risultano non chiare, l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio esprime la propria sorpresa per l’accaduto». Fatte le premesse, la diocesi spende qualche parola su don Silvano che, a detta a di molti, non avrebbe di certo l’atteggiamento e i modi del tipo capace di simili colpi di testa. «Il sacerdote coinvolto – prosegue la breve nota – è conosciuto come persona attenta e ben voluta dalla comunità a cui appartiene, che è rimasta incredula da quanto appreso». Poi la conclusione, con un pensiero a chi ha fatto le spese della ‘sbandata’ di don Silvano. «L’amministratore apostolico monsignor Luigi Negri, i sacerdoti e i fedeli si stringono intorno poliziotto coinvolto nella vicenda e alla sua famiglia con preghiere di pronta guarigione». Nulla di più. Ora, per i vertici dell’Arcidiocesi, è tempo di capire quali siano le ragioni profonde all’origine del gesto del cappellano di Villa Fulvia. Al momento la diocesi non ha preso alcun provvedimento nei suoi confronti. Troppo presto. Per oggi, in ogni caso, non celebrerà messa. Prima, sembra essere il sottinteso della curia, bisogna fare chiarezza.

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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