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Redazione
Maurizio Flammini è stato rieletto presidente di Federlazio per il triennio 2012-2014. Lo ha deciso l'assemblea elettiva dell'associazione che si è riunita questa mattina nella sala conferenze di Unicredit Banca di Roma in viale Umberto Tupini. Nel corso della sua relazione il presidente Flamini, al suo secondo mandato, ha affrontato temi che riguardano la crisi economica, i bisogni delle imprese e il ruolo dell'Associazione. “Siamo in presenza di uno dei momenti più difficili che il nostro paese abbia conosciuto dagli anni ’60 ad oggi. E diversi sono i punti di criticità, dei quali il primo è evidentemente economico, con una crisi che perdura ormai dalla seconda metà del 2008. Si tratta di una crisi di portata strutturale – ha sottolineato Flammini – legata ai nuovi assetti che sta assumendo l’economia mondiale, dove il nostro paese si deve riposizionare in modo nuovo sul piano finanziario, tecnologico, produttivo, infrastrutturale ma anche di una crisi dell’Unione Europea, delle Istituzioni comunitarie, della moneta europea e anche delle relazioni tra i partner. Sembra infatti prevalere nei vari stati ancora una concezione ristretta e non continentale”. Tra i punti di criticità individuati dal presidente di Federlazio “il deficit di produttività e di innovazione tecnologica, il malfunzionamento degli apparati pubblici con connessi fenomeni di corruzione legati alla mediazione politica e burocratica”.
Nel corso della sua relazione all'assemblea di FederLazio, il presidente Flammini ha parlato, inoltre, del grande male dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. “Non è stata ancora applicata la direttiva europea di effettuare tutti i pagamenti da parte della Pa entro i 60 giorni dalla fornitura di beni o servizi. Quanto proposto dal governo relativamente al pagamento attraverso la assegnazione di Titoli di Stato è un primo passo avanti, ma in presenza di un sistema bancario che al momento soffre di problemi di liquidità, potrebbe essere costoso e spesso non risolutivo per le imprese”. Per il presidente di Federlazio, dunque “ ènecessario quindi inserire nella legge garanzie assolute sulla possibilità di liquidizzare i Titoli in tempi e termini accettabili che non vanifichino lo scopo dell’operazione stessa. C’è la necessità che venga valutata attentamente la praticabilità della compensazione tra crediti e debiti, ovvero tra ciò che un’impresa deve incassare dallo Stato o da altra amministrazione e le tasse o i contributi che essa deve pagare. Una soluzione di questo tipo potrebbe ridare da subito alle imprese un po’ di fiato, quel fiato che la stagnazione del mercato non è al momento in grado di produrre. In questo quadro – ha spiegato Flammini – si aggiunge un ulteriore elemento di drammaticità. Stiamo parlando degli ormai tragicamente numerosi casi di suicidio da parte di imprenditori che non riescono più a far fronte agli impegni a causa dei mancati incassi, in particolare dalla Pa”. Flammini ha poi illustrato il ruolo che l’associazione deve giocare in questo momento storico di fronte alla situazione ambientale nella quale si muovo le imprese di oggi. “Federlazio è un’associazione che fa del supporto alla piccola e media impresa la sua unica missione, ha un solo modo per mantenere la giusta rotta: guardare senza tentennamenti, senza mediazioni, senza compromessi alle imprese che essa rappresenta”
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