Facebook "fa morire" per sbaglio Zuckerberg e due milioni di utenti

 

di Francesco Pellegrino Lise


Anche le macchine sbagliano, questo è un dato appurato, ma stavolta a farne le spese è stato Facebook che a causa di un errore ha "fatto morire", venerdì 11 novembre, circa due milioni di persone, compreso il suo fondatore: Mark Zuckerberg. Il social network infatti ha messo a lutto i profili di circa due milioni di utenti ancora in vita, alimentando un'ondata di messaggi di cordoglio e ore di angoscia per amici e parenti delle inconsapevoli vittime, che hanno poi postato messaggi e video in tempo reale per dimostrare di non essere passati a miglior vita. Alla confusione e alla paura iniziale, fortunatamente, è successivamente subentrata l'ironia. "Facebook sta cercando il killer", "Chi dice che non si può comunicare con i morti?", hanno scritto su Twitter alcuni utenti. E c'è anche chi ha ironizzato sulle elezioni presidenziali, parlando delle persone che sono morte martedì, con la vittoria del repubblicano Donald Trump. "E stato un terribile errore che abbiamo già risolto", ha spiegato un portavoce di Facebook, scusandosi per l'accaduto. Il messaggio in memoria dei defunti è stato introdotto sul social network nel 2015 dopo un un certo di numero di casi in cui i familiari avevano chiesto di poter accedere ai social account dei loro cari scomparsi. Gli utenti possono scegliere di trasformare il loro account in una "memorial page" dopo la loro morte, dove amici, parenti e conoscenti possono lasciare messaggi e condividere ricordi. L'alternativa è decidere che l'account venga cancellato dopo la morte. I più smaliziati ipotizzano che non si sia trattato un problema tecnico, bensì di un test promozionale della funzione messo in atto dalla società. In ogni caso, tutto è bene quel che finisce bene e fortunatamente per tutti coloro che sono stati colpiti da questo bug la morte può ancora aspettare.