EXPO: RENZI BLOCCATO IN ASCENSORE. LO SALVANO I VIGILI DEL FUOCO

di Simonetta D'Onofrio

“Abbiamo stretto i rapporti con il Kazakistan…”, è stato il commento del premier Matteo Renzi, quando dopo un inconveniente tecnico, i vigili del fuoco lo hanno tirato fuori da un ascensore dentro Palazzo Italia, all’Expo di Milano. Non ha perso il suo senso dell’humor, nonostante la figuraccia che, inevitabilmente, il nostro paese ha mostrato agli occhi del mondo. Durante la visita all’esposizione di Nursultan Nazarbaev, presidente Kazako, che seguiva il forum bilaterale, non tutto è filato liscio. L’ascensore che stava portando i due politici al piano superiore della struttura, si è bloccato alcuni minuti, rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco armati di accetta, che sono riusciti alla fine ad aprirne le porte. Un incontro che era nato con buone premesse. Sono stati stipulati contratti per centinaia di milioni, tra le aziende italiane e kazake presenti all’expo. Il presidente della repubblica asiatica ha dichiarato, durante la manifestazione: “L’Italia è il nostro primo partner, e gli italiani mangiano gli spaghetti fatti con il nostro frumento”.


Un inconveniente fastidioso, ma che fortunatamente è accaduto con un paese “amico”, che non userà quanto accaduto per schernirci. Anzi, passato il momento degli imbarazzi, Nazarbaev ha puntato decisamente sul profilo commerciale dell’incontro, promuovendo la qualità del latte di giumenta, prodotto di punta dell’agroalimentare del Kazakistan. Nell’occasione, c’è stato anche spazio per un momento di solidarietà internazionale con le vittime degli attentati terroristici di questi giorni, col premier che ha dichiarato: “Prima del business viene un altro motivo di unione e cooperazione. Italia e Kazakistan condividono un’idea di lotta al terrorismo, pace universale, ascolto e inclusione culturale. E in questo momento c’è bisogno che tutti i Paesi dell’area euro-asiatica cooperino per la pace contro il terrorismo e il fanatismo che in queste ore e in questi giorni ha fatto i danni che conosciamo, tra Tunisia, Francia e Kuwait”.