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di M.L.S.
Milano – Sabato 31 ottobre il convoglio dell'Expo 2015 è giunto al capolinea, atteso all'ultima stazione da una cerimonia di chiusura scintillante, lanciata intorno alle ore 19 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha decretato ufficialmente chiusa la manifestazione. Spenti i riflettori sui padiglioni, ecco accendersi un grande faro colorato sull'Open Air Theatre, palcoscenico dell'ultimo atto dell'Esposizione: quello dei festeggiamenti. Tanti i presenti oltre al capo dello Stato: da Roberto Maroni a Giuseppe Sala passando per il segretario del Bie Vicente Loscertales ed il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Un'ovazione per l'Esposizione Universale, che, in 184 giorni, ha dato vita al peregrinare di 21 milioni e mezzo di visitatori provenienti da tutto il mondo. “Un successo” secondo Vicente Loscertales, segretario generale dell'Ufficio delle esposizioni ( in francese Bureau international des expositions, ndr) che ha aggiunto: “Farà entrare questo luogo nella storia di Expo”.
Mattarella sigilla l'Expo. Un intervento fiero quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che, alla cerimonia conclusiva dell'Esposizione Universale ha attributo il significato di un passaggio verso l'inizio di un nuovo “impegno civico”. “Nutrire il pianeta- ha sottolineato- senza escludere nessuno è possibile. Eliminare la fame e la sete dalla faccia della terra è possibile, e rappresenta un elemento indispensabile per la costruzione della pace”. Secondo il capo dello Stato, dunque, la sfida dell'Expo: "Non è stata vinta da qualcuno contro qualcun altro. E’ stata vinta da un’Italia che, quando si unisce in un impegno comune, evitando che le naturali diversità producano eccessi di antagonismo, sa esprimere grandi doti e mostrare al mondo le sue originali qualità”. La stessa Italia per cui, continua Mattarella: “C’è una grande domanda”. Una domanda:” Di bellezza italiana, di cultura italiana, di gusto italiano. E’ bene impegnarsi – è stato l'appello del capo dello Stato – per appagare questa attesa che si rinnova, affinando sempre più le nostre vocazioni, a partire da quella europea. L’Expo ci ha dato una prova ulteriore di quanto grandi siano le cose che ci uniscono, superiori a quelle che legittimamente ci separano”.
Pisapia apre le danze. Il primo a prendere la parola sul palco dell'Open Air Theatre è stato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. “Milano saluta il mondo dimostrando cosa sa fare l'Italia- si è pronunciato il primo cittadno- Abbiamo volato in alto, ma guardato in basso, con le grandi organizzazioni internazionali, ma senza mai dimenticare la madre terra”.
Sala tra gli applausi. Un'ovazione ha accolto l'intervento di Giuseppe Sala: “Grazie a chi ha lavorato in Expo, sono la mia gente. E ai volontari, che sono la mia gioia. Oggi quello che ci accomuna è il senso di aver fatto bene il nostro dovere per il Paese. Abbiamo conquistato il mondo”. Queste le parole commosse del commissario unico per l'Expo che, in un secondo momento, ha evidenziato come i sei mesi della manifestazione abbiano :”Detto qualcosa agli italiani sulla loro identità: Expo non è stata fatta solo da chi ci ha lavorato, ma è stata l'Expo della gente, dei milioni di visitatori che se ne sono impossessati e hanno creato un evento unico, che è andato oltre a quello che hanno dato i singoli padiglioni”.
Maroni e l'inno ad Expo. Il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, ha definito i sei mesi di Expo nutrimento per il futuro. Un periodo in cui, spiega: “Abbiamo fatto leva sulle nostre tante eccellenze, sulla nostra grande voglia di rimboccarci le maniche per dare lustro al nostro Paese, sulla capacità tutta lombarda di saper fare squadra davanti alle sfide più difficili. Il risultato è un successo pieno e – ha concluso Maroni – oltre ogni aspettativa”.
Martina e la “Carta di Milano”. Poi è la volta del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, che ci ha tenuto a precisare:” Il nostro impegno continua”. “L'anima di Expo, garantire cibo sano, sicuro e sufficiente al mondo intero e raggiungere l'obiettivo Fame zero al 2030 parte da qui, con la Carta di Milano, e ci dovrà vedere protagonisti ancora ogni giorno”, ha rincarato la dose. “Già nei prossimi giorni – ha poi spiegato – il governo, qui a Milano insieme a Comune e Regione, presenterà le sue idee per il futuro di quest'area divenuta ormai un simbolo del paese”. “Guai a fermarsi” ha puntualizzato il ministro, ricordando che: ”Expo è stato il tempo della semina, ma da
domani dobbiamo prepararci al tempo del raccolto”.
Renzi ed il dopo Expo. Intanto, intervistato dal Tg1, il premier Matteo Renzi ha annunciato che il 10 novembre si inizierà a parlare del futuro a cui andrà incontro l'area di Rho-Pero interessata dall'Expo. Un risultato, quello sortito dalla manifestazione, che stando alle parole del presidente del Consiglio:”È l'orgoglio di chi ha vinto una sfida che sembrava impossibile, una sfida vinta non dal governo, ma dall'Italia, dai passeggini in fila davanti agli ingressi. Ha vinto l'Italia del 'perché no'”.
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