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di M.L.S.
Milano – È stata chiusa dalla Procura milanese, l'inchiesta a carico del governatore lombardo Roberto Maroni, accusato di aver esercitato pressioni, nel 2014, sui vertici Expo. Al leghista, con il i 319 quater secondo comma, viene contestata la manovra coercitiva ai danni delle teste di serie expo, finalizzata a far ottenere un biglietto di business class ed un soggiorno in un elegante hotel di Tokyo a Maria Grazia Paturzo, per una spesa complessiva di 6mila euro. Secondo il pubblico ministero Eugenio Fusco, a collegare Maroni alla Paturzo ci aveva pensato un :”legame affettivo”. Questa volta però, gli investigatori del Noe contestano al discepolo di Alberto da Giussano e al suo compagno di Partito, Andrea Gibelli, nuovo presidente di Ferrovie Nord, la turbata libertà di incanti: i due avrebbero fatto ottenere a Mara Carluccio una consulenza da 30mila euro, bypassando la gara pubblica.
L'induzione indebita a dare o promettere, uno dei due reati contestati a Roberto Maroni, è compreso dalla legge Severino e prevede la sospensione dalle cariche pubbliche. Se in primo grado l'esponente della lega venisse condannato, sarebbe costretto ad abbandonare la carica di governatore. Intanto, in seguito alla chiusura delle indagini, Roberto Maroni si dice:”Tranquillissimo”, poiché non ha mai fatto pressioni nella sua vita:”Per nessuno”, ne amici, ne figli e tanto meno parenti.
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