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di Angelo Barraco
“Dicono che fuggire non sia un gesto molto nobile. Peccato, è così piacevole” diceva la scrittrice belga Amélie Nothomb. Una frase che fino a poco tempo fa annotavamo sistematicamente sui diari di scuola, masticando il tappo della penna e scrutando gli alberi oltre il vetro sporco, mentre ci proiettavamo con la mente alla realtà esterna. Una frase certamente profonda e ricca di significato, ma che oggi risuona come un rintocco di campane all’alba e in una città deserta. L’evasione carceraria infatti, sembra essere consuetudine e la cronaca nazionale non fa che propinarci notizie di criminali evasi dalle carceri.
L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa, quando Paolo Enrico Pinna, 19enne di Nule e rinchiuso nel carcere di Cagliari Uta dove sta scontando la condanna a 20 anni per un duplice omicidio avvenuto nel 2015 in Sardegna è evaso. Gli inquirenti lo hanno successivamente catturato nella Chiesa di Maracalagonis (Cagliari). Il giovane, ha riferito il Cap Cossu della Compagnia di Quartu, voleva parlare col parroco e quando è stato catturato era seduto sulla prima panca. Non ha opposto resistenza e avrebbe riferito agli inquirenti di esser fuggito perché voleva “trovare un barbiere per tagliare capelli e barba”. Dalla ricostruzione degli inquirenti è emerso che il giovane ha approfittato di un momento in cui si trovava da solo nella lavanderia della struttura in cui lavorava, ha scavalcato un muro ed è fuggito via in direzione Maracalagonis.
Una fuga che ci ha subito portato alla mente quella di Giuseppe Mastini detto Johnny Lo Zingaro, evaso dal carcere di Fossano il 30 giugno scorso. Una fuga d’amore che rievoca quei romanzi gialli in cui vi è il protagonista pronto a tutto pur di raggiungere la sua amata che si è conclusa il 26 luglio quando gli investigatori hanno messo nuovamente le manette ai polsi all’uomo. Johnny Lo Zingaro aveva deciso di non tornare più in carcere dopo il permesso di lavoro, per stare con la sua compagna Giovanna Truzzi, evasa dai domiciliari a Pietrasanta a Lucca.La coppia è stata individuata in un appartamento di Taverne d’Arbia, provincia di Siena. L’operazione è stata compiuta dagli agenti dello Sco della Polizia, la squadra mobile di Cuneo, Lucca e Siena, gli agenti della Polizia Penitenziaria. Hanno localizzato la coppia e ricostruito gli spostamenti, ciò che ha permesso l’arresto è stato l’acquisto di un materasso da parte della coppia. Gli agenti poi si sono sostituiti ai corrieri e hanno potuto fare il loro ingresso in quella casa, accertata la presenza di Johnny Lo Zingaro hanno eseguito l’operazione e lo hanno arrestato.
Evasioni e catture ma la nostra mente non può non proiettarsi all’enigmatico Norbert Feher, meglio noto con il nome di Igor Vaclavic o “Igor il Russo”, il killer serbo 41enne che il primo aprile scorso ha ucciso Davide Fabbri, barista di Budrio e successivamente, a Portomaggiore (Ferrara), ha ucciso la guardia volontaria Valerio Verri. Recentemente il comitato di amici di Davide Fabbi ha messo a disposizione una ricompensa di 50mila euro per chi fosse in grado di fornire informazioni utili sull’uomo. Il legale della vedova Sirica ha spiegato che il pagamento avverrà “ad avvenuto ed effettivo ritrovamento” del latitante, quindi, nel momento in cui verrà consegnato alla giustizia. Se invece venisse rinvenuto cadavere “verrà riconosciuta una ricompensa pari al 50% dell'importo”. La ricompensa ha un tempo limitato di tre mesi, ad eccezione di un eventuale individuazione del latitante prima del tempo prestabilito. Le segnalazioni dovranno essere indirizzate ad Augusto Morena, Presidente del Comitato.
Il carcere è certamente una pena severa poichè toglie all’individuo la libertà di scelta, ma è anche il frutto delle azioni che l’individuo stesso ha compiuto e che lo hanno portato a compiere azioni che hanno leso quelli che sono i principi di uno Stato di Diritto. “Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni” disse Fëdor Dostoevskij.
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