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di Domenico Leccese
Rotola nelle ultime ore il bidone delle responsabilità, alla ricerca di un colpevole. La Banca d'Italia tace, umiliata, per non far scappare dagli sportelli bancari quelli ancora da spennare. Tace la Consob che si è infilata nelle banche che doveva controllare. Come è attuale l'interrogativo vecchio di duemila anni "quis custodiet ipsos custodes" chi sorveglierà i sorveglianti stessi? Sarà la magistratura a trovare e a punire l'inazione che sconfina con la collusione?
Sull'argomento abbiamo voluto sentire il parere del Dirigente Generale – Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale, Economia Montana della Regione Basilicata dr. Rocco Rosa, che guarda, da vicino, agli amministratori… "Con l’occhio di una volta ogni tre mesi , negli Uffici dell’Ente nel quale lavoravo, tanti e tanti anni fa, si poteva tagliare l’aria col coltello. Tensione a mille, il Direttore agitato oltre misura, la cera per terra e un cero alla Madonna perchè tutto andasse per il meglio. Esagero, ma mica tanto. Era il giorno degli ispettori ministeriali , quelli che con una virgola in più o in meno potevano farti saltare dalla sedia. Si chiudevano nella loro stanza, riscaldata a puntino, la caffettiera pronta, e si alzavano alle due, per andarsene in trattoria, loro tre soli. Alle tre e mezzo tornavano a spulciare i conti, fino a sera tardi. La mattina successiva la stessa cosa. Ti rilasciavano copia del verbale e tu, dall’espressione del Direttore, vedevi se gli accertamenti erano andati a buon fine o meno. Ovviamente non è che allora tutto fosse lindo e pulito, ma tra chi ti doveva controllare e te, Ente sottoposto a vigilanza, c’erano quanto meno un ruolo delle parti ben definito e dei confini ben delimitati. Quando sento di come si è comportata la vigilanza bancaria in questi anni mi viene lo sconforto: io opero, tu giri le spalle, io ti faccio dare una consulenza per un’altra questione, tu cerchi di non vedere il rischio che sto facendo correre a chi ha investito i soldi nella mia banca. E via moltiplicando i casi di metastasi di un sistema dove alcuni sono furbi e tutti gli altri sono fessi, i furbi da una parte, a prescindere dal colore della maglietta e i fessi con la maglietta obbligatoriamente gialla, per la bile che sono costretti a mangiare. Indicazioni e suggerimenti? Non voglio trarre indicazioni o dare suggerimenti su quello che una classe politica nuova dovrebbe fare, ma un controllo, attento, oggettivo ed imparziale su come spendono i soldi pubblici ci vuole. Ci sono i revisori dei conti? Non bastano, perché essi , pur potendolo fare, quasi mai entrano nelle scelte decisionali di gestione realizzando così il paradosso di un controllo contabile che ha funzionato, mentre un ente si stava allegramente avviando verso il default (vedi il caso ENPAM). Questo per dire che quando si danno soldi pubblici non bisogna pensare che abbiamo trovato i Marchionne della situazione pronti a far diventare oro tutto quello che toccano, ma che abbiamo pure potuto incappare in qualcuno che spande e spende come se i soldi li avesse vinti alla lotteria, salvo poi lasciare un buco grande come un portone. E allora? E allora, troviamo dei meccanismi per guardarli da vicino, che sia un ufficio ispettivo oppure un resoconto semestrale a chi gli ha dato, insieme all’incarico, anche degli obiettivi da portare avanti."
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