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Cronaca

ETERNIT, CERCASI GIUSTIZIA: PAE DENUNCIA:"MORIVANO SOLO GLI UOMINI MA NON I TOPI"

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Tempo di lettura 4 minuti Una storia di una gravità inaudita di un intero processo durato troppi anni, dove è stato dimostrato dalla Corte Suprema come tutto l’impianto accusatorio fosse senza senso.

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Ora riemerge con imbarazzo quella verità che appare ancora sottotraccia, l’amianto era cancerogeno, ma evidentemente non per i topi, che diventano l’appiglio delle sperimentazioni per far passare innocue sostante che per l’uomo sono letali

di Cinzia Marchegiani

Torino – Dopo le motivazioni depositate dalla Cassazione che spiegano come la prescrizione annulla di fatto i risarcimenti alle vittime, ora emerge con tutta evidenza lo scandalo che ha avvolto tutto questo dispendioso processo a Torino. Il Partito Animalista Europeo, tramite il suo presidente Stefano Fuccelli denuncia una situazione di gravità inaudita, e punta il dito contro il Ministero della salute che autorizzò la produzione di amianto nonostante le conseguenze cancerogene che quest'ultimo produca. Questo scandalo riapre con emergenza anche la valutazione della sperimentazione animale che proprio con le morti da eternit scoperchia un vaso di pandora agghiacciante.
Infatti Fuccelli, riallacciandosi alle motivazioni rese ora pubbliche con cui la Cassazione, afferma che il vero colpevole non è l'imprenditore svizzero Schmidheiny titolare dell'Eternit: “E' l'ennesimo paradosso italiano, la produzione e lavorazione dell'asbesto (amianto) è fuori legge in Italia in forza della legge n. 257 del 1992, ma lo stabilimento di cemento-amianto Eternit di Casale Monferrato chiuse i battenti nel 1986 dopo 80 anni di attività. 2191 persone uccise dalle fibre killer e condannati in appello i responsabili per disastro doloso permanente.”

Fuccelli, voi avete preso una posizione netta in questa storia che non ha responsabili ma solo vittime, come è possibile essere arrivati a questo epilogo? Di chi è la colpa?
L'unico vero responsabile è lo Stato che ha autorizzato la produzione e lavorazione dell'asbesto poiché le normative tutt'ora vigenti prevedono che ogni molecola messa in commercio debba essere obbligatoriamente testata sugli animali. Le ricerche dello scienziato statunitense Irving Selikoff, che effettuò negli anni '60 un imponente studio su un campione di 17.800 lavoratori, confermarono che l'esposizione all'amianto potesse causare il cancro evidenziando, inoltre, che le persone che lavoravano a contatto con l'asbesto anche per un periodo inferiore a una settimana, riportavano segni a livello polmonare fino a 30 anni dopo.

Fuccelli, lei cita che negli stessi anni la New York Academy of Sciences assicurò l'opinione pubblica che una vasta letteratura su studi sperimentali non è riuscita a fornire alcuna prova definitiva riguardo all'induzione di tumori maligni negli animali esposti a diverse varietà e preparazioni di amianto per inalazione o iniezione intratracheale, e su cui le istituzioni hanno fatto riferimento
Si e precisamente il Smith et al. 1965. Tests for carcinogenicity of asbestos. Annals of the New York Academy of Sciences 132 (1):456-88. Lo Stato italiano su indicazione del Ministero della Salute assunse questo come unico riferimento scientifico gli studi condotti sul modello animale pertanto non vietò né la produzione né la lavorazione dell'amianto.

Insomma una storia grottesca e immensa ora esce da quei documenti e atti ministeriali portati a processo ma che il presidente del PAE, Fuccelli inchioda con altre verità: “Il Ministero della Salute benché fosse a conoscenza dei danni irreversibili causati dall'amianto riportati dallo studio di Selikoff ritenne più affidabili i test prodotti su alcuni animali. A distanza di decenni la conferma che la sperimentazione animale non è stata predittiva per il genere umano, gli studi di cancerogenesi svolti su animali non sono stati in grado di predire il rischio di cancro nell’uomo.” Purtroppo le normative vigenti – conclude Fuccelli – impongono questo passaggio ormai considerato l'unico responsabile dei disastri farmacologici/chimici/ambientali in tutto il mondo; benzene, diossina, fumo di tabacco, talidomide, vioxx sono soltanto alcuni drammatici esempi. La ricerca negava, morivano gli uomini ma non i topi, il metodo è sbagliato e lo Stato è l'unico responsabile e deve risarcire le vittime.

EPILOGO PROCESSO ETERNIT

In merito alle motivazioni che la Corte di Cassazione che ha depositato lo scorso lunedì 23 febbraio 2015, possiamo snocciolare grazie al sito guridico Giuffré un anticipazione di quanto affermato dagli Ermellini nella sentenza n.7941 Corte di Cassazione, sez. I Penale, sentenza n. 7941/15 sul Disastro prescritto:
Lo scorso 19 novembre (2014), la Corte di Cassazione aveva ribaltato la decisione della Corte d'appello di Torino nel caso Eternit: prescrizione del reato di disastro ambientale e annullamento dei risarcimenti in favore delle vittime. Oggi, è stata depositata la sentenza n. 7941, che illustra le motivazioni della decisione.
 

Tempi troppo lunghi. A partire dall'agosto del 1993, “non poteva ignorarsi a livello comune l'effetto del rilascio incontrollato di polveri e scarti prodotti dalla lavorazione dell'amianto, definitivamente inibita”. Da tale data, “a quella del rinvio a giudizio (2009) e della sentenza di primo grado (del 13 febbraio 2012) sono passati ben oltre i 15 anni previsti” per la maturazione della prescrizione. Di conseguenza, “per effetto della constatazione della prescrizione del reato, intervenuta anteriormente alla sentenza di primo grado”, vengono a cadere “tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni”.
 


La Corte di legittimità sottolinea che l'imputazione di disastro a carico dell'imprenditore Stephan Schmidheiny non era quella più giusta da applicare per il rinvio a giudizio: “la Corte d'appello, che, pur riconoscendo che l'evento integrante la fattispecie del capoverso dell'art. 434 c.p. deve essere voluto, fa rientrare in esso lesioni e morti (…), finisce al contrario per abbracciare una tesi che implicherebbe che l'art. 434 c.p. rende punibile con pena massima a 12 anni la condotta di colui che dolosamente provoca, con la condotta produttiva di disastro, plurimi omicidi, ovverosia una strage”. Una scelta, “insostenibile dal punto di vista sistematico, oltre che contraria al buon senso”.

E ora il Partito Animalista Europeo chiede responsabilità alle stesse istituzioni:”L’amianto era cancerogeno e le istituzioni sapevano, morivano gli uomini ma non i topi, confermando l'errore metodologico. E’ lo Stato che deve risarcire le vittime come unico responsabile”.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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