ER DOTTORINO

di Angelo Barraco
 
Il calcio è uno sport di aggregazione che unisce dentro e fuori lo stadio soggetti pronti ad esultare, a ridere e a piangere, di gioia e di dolore, per la propria squadra. Il calcio non è soltanto quello sport in cui due squadre si contendono una palla per bucarla in rete, poiché spesso, molto spesso, ogni palla bucata in rete, ogni goal effettuato nasconde degli accordi, dei giochi di potere che manovrano quel mondo che fa sognare i tifosi e che molto spesso li lascia ignari di tutto. Le ultime vicende che hanno smosso il torbido e oscuro mondo del calcio nell’inchiesta “Calcioscommesse”, con il rinvio a giudizio di 104 soggetti compreso Antonio Conte che è accusato di frode sportiva è la prova che nulla è come sembra. Non sono nuove le vicende di calcio “sporco”, poiché anche negli anni 80 vi era stata la vicenda Totonero e poi la Totonero-Bis che riguardavano scommesse clandestine e negli anni successivi non si è fermata l’ondata. Il calcio è uno sport semplice, se lo si guarda da un punto di vista oggettivo, perché non lasciarlo nella sua semplicità e sportività senza sporcarlo di fango? L’essere umano è abituato a fare il paternalista quando gli conviene per poi uscire dagli schermi e rompere gli schemi di equilibrio non appena può, fregando il prossimo per un tornaconto personale, ma nella vicenda calcioscommesse tutto emerge lentamente, ovviamente si nega sempre, anche davanti all’evidenza, anche perché ammettere un errore non fa parte della mentalità dell’essere umano, o almeno di una parte degli esseri umani. Nel calcio scommesse vi è una vera e propria mafia, una compravendita di partite e una serie di accordi che vanno al di là di tutto ciò che noi “comuni mortali” telespettatori possiamo immaginare. C’è sempre il vertice della piramide che muove i fili, che coordina chi deve e chi non deve vincere, chi deve e chi non deve andare avanti, è tutto prestabilito e il giro di miliardi che gira attorno a tale business è di proporzioni esorbitanti. Ma chi muove i fili si guarda bene le spalle e cerca di non fare arrivare l’attenzione a se, poiché oltre gli accordi tra le società per le partite, oltre gli accordi per l’avanzamento e la retrocessione, vi è sicuramente qualcuno che detiene un potere economico in grado di poter far muovere questi soggetti. Escludo categoricamente che costoro si muovano da soli poiché sarebbe una mossa prevedibile, stupida e rischiosa. Sicuramente hanno il loro margine di colpa per acconsentire all’accordo ma non è tutta farina del loro sacco, il “livello superiore” scruta, osserva e valuta quali saranno le prossime mosse e quali saranno le prossime società su cui investire ai fini di ottenere beni e profitti, è così? Si tratta di deduzioni logiche sia chiaro, ma ciò che si presenta davanti ai nostri occhi porta a pensare questa teoria.  “A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Ma il calcio, oggi, è sempre più un'industria e sempre meno un gioco.” ZDENEK ZEMAN