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Roma

ENEA CASACCIA: 7 MILA METRI CUBI DI MATERIALE RADIOATTIVO

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Tempo di lettura 3 minuti Il Movimento 5 Stelle presenta una interrogazione Parlamentare

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di Silvia Silvestri

Lo scorso di 15 aprile i Portavoce del m5s della camera dei deputati, Alberto Zolezzi e Mirko Busto hanno depositato l’interrogazione a risposta scritta presso l’uffici del Parlamento, dopo circa 8 mesi di lavoro, in collaborazione con il gruppo del Movimento Cinque Stelle di Anguillara.
L’interrogazione è stata presentata ai Ministri dello sviluppo Economico e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e riguarda disservizio conseguente la mancata trasparenza informativa della Nucleco S.p.a. (gestita al 60% dalla Sogin e al 40% dall’Enea) della Casaccia sul Lago di Bracciano nei riguardi dei cittadini limitrofi al complesso impiantistico di ricerca nucleare.
Infatti “la Casaccia è il più grande complesso di laboratori ed impianti dell’ENEA per la ricerca nucleare (…) dal 1981 è in funzione un deposito dei rifiuti radioattivi, gestito della Nucleco s.p.a., in attesa del sito nazionale che non è ancora realizzato;”
Nell’ interrogazione i due Portavoce delineano con precisione il quadro logistico dell’impianto della Nucleco, in cui “confluiscono i materiali radioattivi derivanti e dalle terapie degli ospedali, dalle Industrie e dalla ricerca (sono oltre 7.000 metri cubi di materiale radioattivo, tra cui 600 metri cubi in fase di trattamento); Pertanto l’impianto necessita di un’attenzione particolare vista la presenza di criticità ambientale derivato dalla forte urbanizzazione, che si manifesta in modo visibile giungendo al punto che alcuni nuclei abitati risultino distanti poche centinaia di metri dagli impianti.”
Questo perché negli anni della grande speculazione edilizia lo sviluppo incontrollato dell’urbanizzazione ha portato in poco tempo, alla crescita di un’intera frazione cittadina conosciuta come Osteria Nuova facente parte del comune di Roma adiacente il centro ricerche della Casaccia.
“In conseguenza di ciò il 26 gennaio 2009 è stato redatto un piano di intervento calamitoso, qualora si fossero verificate fuoriuscite di radionuclidi. Il piano, però, non è mai stato reso noto alla cittadinanza residente nella zona di rischio individuata, nonostante il decreto legislativo del 17 marzo 1995 n. 230 abbia recepito le direttive europee 89/618/EURATOM, 90/641/EURATOM, 92/3/EURATOM e 96/29/EURATOM, in materia di salvaguardia dalle radiazioni ionizzanti;”
Ancora prima che i Portavoce 5 Stelle si interessassero della vicenda “l’onorevole Susanna Cenni, relatrice della «Relazione finale sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia,» (…), dichiarava che: «nel perdurare l’assenza del deposito nazionale, il servizio integrato ha finito col trasformare di fatto nel deposito nazionale dei rifiuti radioattivi di origine sanitaria e industriale» il deposito della Nucleco”;
Ma le contraddizioni su questa vicenda sono molteplici e non sempre di facile comprensione.
La provincia di Roma con una Determina del 10 gennaio 2013 n. 127 autorizza, proprio in quell’area in cui la densità edilizia condiziona le scelte delle autorità territoriali, la costruzione di un nuovo impianto di trattamento e stoccaggio di rifiuti radioattivi. Tale determina sembra essere autorizzata dalla Regione decisa a delegare una così perniciosa incombenza.

Ma “per mezzo comunicato stampa, la Nucleco, fa sapere che la suddetta determinazione non costituisce, in alcun modo, autorizzazione alla realizzazione di un nuovo impianto di trattamento di rifiuti radioattivi, la cui competenza, sempre secondo la Nucleco, è del Ministero dello sviluppo economico”; In questo caotica vicenda amministrativa e istituzionale i Portavoce 5 Stelle chiedono, alla luce delle numerose criticità riportate, se i Ministri interrogati, non ritengano che sia opportuno assicurare l’accesso della cittadinanza e delle associazioni interessate all’informazione per quanto attiene il piano di intervento calamitoso così come già redatto in data 26 gennaio 2009.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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