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ENDOMETRIOSI: L'EVENTO MONDIALE PER SENSIBILIZZARE IL MONDO

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Tempo di lettura 6 minuti Grande successo per la seconda Marcia mondiale per l'endometriosi

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di Domenico Leccese

Si è svolta il #28marzo2015 a #Roma la manifestazione mondiale in favore delle donne affette di #endometriosi. Una marcia pacifica tra Piazza del Popolo, Piazza di Spagna e Piazza Montecitorio, con lo scopo di sensibilizzare le persone e le istituzioni affinché l’endometriosi venga riconosciuta e trattata come una malattia con gravi conseguenze mediche, aiutando milioni di donne ad ottenere una corretta diagnosi e cure mediche di qualità. Sabato 28 Marzo si è tenuta a Roma, come in altre 54 capitali mondiali, la seconda Marcia mondiale per l'endometriosi, Grande successo e grande soddisfazione per il #TeamItaly. Oltre 300 i partecipanti, che hanno sfilato per le vie del centro coinvolgendo molti passanti e turisti. Palloncini e braccialetti gialli hanno colorato Piazza di Spagna e Montecitorio. L'appuntamento è per il prossimo anno. #ENDOmarch 300 #braccialettigialli #sapevatelo2015


UNA MALATTIA CHE MOLTI NON CONOSCONO

Endometriosi, la malattia che ruba il corpo e l'anima "Endo-che"?
Una donna con endometriosi si sente rivolgere questa domanda quasi ogni giorno, ogni volta in cui cerca di spiegare la patologia da cui è affetta.
Glielo chiedono magari quando ha bisogno di un permesso per assentarsi dal lavoro perché i dolori sono insopportabili o perché deve subire un intervento, l'ennesimo, per tenere a bada la malattia.
Glielo domandano quando rinuncia ad un'uscita con gli amici perché non ce la fa a stare in piedi o perché ha una colica addominale.
Glielo domandano quando a una rimpatriata fra vecchi compagni di scuola lei è l'unica a non avere un figlio che ha dovuto lasciare con i nonni per uscire. Perché anche se è una patologia che colpisce allo stato attuale più di tre milioni di donne soltanto in Italia, nessuno la conosce. Nessuno. Tranne chi ne soffre. Come diceva mia nonna, "il guaio è di chi ce l'ha". E il guaio per una donna con endometriosi è proprio questo, è proprio che oltre alla malattia "fisica" si sente "sola" con il suo malessere, sola con il suo dolore. Il guaio è suo. E forse, non sempre, della sua famiglia. Del suo compagno. E basta.
E allora sorride a quella domanda semplice e innocua.
Sorride di fronte alla non conoscenza. Sorride e si sente ancora più sola.
E ancora più malata. E sorride quando a chiederlo sono gli stessi medici che per anni (si stima circa sette in media prima di avere una diagnosi…) le avevano ripetuto decine, centinaia di volte che aveva "solo" un problema psicologico, una soglia del dolore troppo bassa e che per riuscire ad avere un figlio sarebbe bastato rilassarsi. Che era una malata immaginaria.
Che era normale che il ciclo mestruale fosse doloroso.
Che era tutta una questione di testa.
Sorride ma dentro di sé si dispera, sorride ma un po' muore.
Perché quando non ti capiscono, quando ti fanno sentire "pazza", ti tolgono la stima e la dignità. E a una donna a cui togli la dignità, hai tolto la vita.
E cosa risponde a chi le chiede cosa sia l'endometriosi?
Dice che è una malattia ginecologica che provoca dolore, dolore e ancora dolore. Dice che è costretta ad operarsi una, due, tre volte per provare a stare meglio, per provare a vivere meglio.
Dice che non può mangiare la pizza troppo spesso, perché poi dopo sta male e deve passare la serata nel bagno del locale.
Dice che a vent'anni è in menopausa indotta dai farmaci perché solo evitando di avere le mestruazioni può provare ad avere qualche mese di "respiro".
Dice che non può andare a un concerto perché il suo nervo sciatico non è d'accordo e che non ce la fa a restare in piedi per due ore.
Dice che conosce tutti i nomi di antinfiammatori, antidolorifici e antispastici manco fosse una farmacista.
Dice che non fa l'amore con suo marito perché invece dei fuochi d'artificio per la passione, vede le stelle, per il dolore. E dice che è stanca.
Che non ce la fa più. Perché l'endometriosi è una malattia subdola, che le ruba il corpo e l'anima. Perché per ogni organo che le intacca e che perde, c'è un pezzo del suo cuore che va via con lui. Un ovaio, una tuba, l'utero.
Un tratto di intestino. Un po' di vescica. L'endometriosi non ha pietà.
Il suo addome è alla sua mercé. Se è fortunata si "limita" a fare pochi danni, e magari non prova nemmeno tanto dolore.
Magari si accorge di averla solo perché non riesce ad avere figli. "Solo".
Oppure è sfortunata.
E rientra nella casistica di un'Endometriosi severa, in cui vari organi sono interessati, in cui la sua vita diventa una lotta contro il dolore.
Una lotta fra lei e il suo corpo. Una lotta fra lei e "LEI".
E il non riuscire a diventare madre passa in secondo piano, perché nemmeno potrebbe crescerlo un figlio così come sta. Così come si sente.
E vorrebbe solo riuscire a svegliarsi la mattina senza quel dolore che non la fa respirare, senza quella sensazione di avere una bomba nella pancia pronta ad esplodere. Svegliarsi e magari fare pipì senza bruciore.
Svegliarsi e poter pianificare una giornata di lavoro senza dover fare i conti con la gamba bloccata o l'intestino birichino.
Svegliarsi e fare magari del buon sesso con il suo compagno.
E invece diventa un'esperta di alimentazione senza estrogeni, senza glutine e conservanti.
Diventa un'esperta radiologa che conosce i nomi di esami che quando il medico di famiglia deve prescriverli gli deve fare lo spelling al telefono.
Diventa una ginecologa ad honorem in grado di riconoscere ovulazione, giorni fertili e infezioni semplicemente ascoltando il proprio istinto.
Diventa più disinibita di una spogliarellista in un night per quanto è abituata a farsi vedere "come mamma l'ha fatta" da interi gruppi di dottori, specializzandi, studenti e semplici infermieri durante una delle tante, tantissime visite a cui si sottoporrà fino a quando andrà in menopausa.
E anche dopo. E mentre cerca di spiegare cosa sia l'endometriosi, si ritrova di fronte a una persona che la guarda con gli occhi sbarrati.
La guarda e magari pensa che sia una fanatica, una di quelle che la fa lunga per un po' di mal di pancia. E che fa i vuommechi. Si lamenta troppo.
E comincia a parlarle di Giggina, la sorella della cognata dell'amica del compagno di classe del suo salumiere, che non rimaneva incinta perché ci pensava troppo e che appena è andata a Lourdes, zac, ha avuto il miracolo ed è nato Totore. "Che poi devi vedere quanto è bello". Perché si sa, i figli desiderati assai sono sempre più belli. Più intelligenti. Più tutto. "Tu non ci pensare e vedi che pure a te ti arriva un Totore bello".
E lei ci prova a spiegare che non è quello il problema, che l'endometriosi è altro. Che rovina la vita. Al di là di un Totore che non arriva.
E allora quasi viene sfidata. Le si domanda: "E come viene questa "endomecome si chiama?". E lei prova a spiegarlo con parole semplici, dice che – in pratica – la mestruazione che normalmente si trova nell'utero, nella donna affetta da endometriosi si accumula all'interno dell'addome e non "esce" tutta fuori formando cisti e noduli negli organi ginecologici, nell'intestino, e in vescica. Spiega che i sintomi che possono far sospettare di essere affette da endometriosi sono il dolore durante le mestruazioni, il dolore cronico alla zona bassa dell'addome anche senza mestruazioni, il dolore durante i rapporti sessuali, il dolore lombare, i problemi intestinali, le mestruazioni Irregolari, il dolore/bruciore quando si urina e la sterilità.
Spiega che in presenza di uno o più sintomi ci si deve rivolgere al ginecologo che attraverso una visita accurata, una ecografia interna e il dosaggio di un markers tumorale si potrà avere una diagnosi di endometriosi e successivamente decidere con il medico la terapia adatta, chirurgica o farmacologica.
Una terapia che comunque dovrà fare per anni, tanti anni.
E operazioni ripetute. Non una. Due. A volte sette, otto. Dipende dalla gravità della malattia. A questo punto la donna ha detto tutto.
Tutto ciò che c'è da dire sulla propria patologia.
E spera che chi le sta di fronte abbia capito. Almeno un po'.
Abbia almeno un po' capito la complessità della sua condizione di salute, il suo grido di aiuto. Spera che domani quella persona la chiami non per uscire o per andare a fare baldoria.
La chiami per chiederle semplicemente: "Come stai?
Posso fare qualcosa per te?".
Ma probabilmente quella telefonata non arriverà mai.
O arriverà solo per educazione. Per mettersi la coscienza a posto.
Perché dell'endometriosi ancora non si parla in tv, sui giornali o dal parrucchiere. E chi prova a parlarne passa per petulante e visionaria.
In fondo, anche per il ministero della Salute ancora non è una malattia invalidante, perché mai dovrebbe esserlo per un datore di lavoro o per un amico? E quella donna "sola" si rifugerà in un qualche gruppo su Facebook o su un blog di donne con endometriosi, perché solo lì si sentirà capita e libera di piangere e di lamentarsi per i suoi dolori.
Perché solo lì sentirà di avere ancora un po' di dignità.
E di vita. Solo lì non si sentirà più sola.

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Star Wars Outlaws, il videogame di Ubisoft dedicato ai fan della saga

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Star Wars Outlaws, il nuovo videogame di Ubisoft per Pc, Xbox e PlayStation ambientato in uno degli universi più amati di sempre, si colloca tra L’impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi. Un periodo poco esplorato nel medium videoludico e in cui gli sviluppatori di Massive Entertainment hanno voluto raccontare la loro storia. Una vicenda che mette da parte potenti Jedi e leggendari eroi per mettere i giocatori nei panni di una protagonista del tutto inedita che, con sguardo sognante verso le stelle, fantastica di un’opportunità che possa cambiare in modo radicale la sua vita piuttosto banale e ben poco avvincente. Kay Vess, questo è il suo nome, è un’abile ladra, che si destreggia nel borseggiare ignari passanti per le strade di Canto Bight fin da quando era bambina. Divenuta adulta, vive con il suo fido quanto intelligentissimo animaletto Nix nella mansarda di un locale gestito dal suo amico Bram, mentre sogna di poter finalmente mettere a segno un colpo che le permetta di acquistare una nave e lasciare per sempre le fatiscenti strade di Canto Bight. L’occasione finalmente si presenta quando viene invitata ad unirsi ad una rapina ai danni di un potente e ambizioso signore del crimine di nome Sliro, a capo del Sindacato dei Zerek Besh. Questo primo colpo fungerà da tutorial, che proseguirà con una rocambolesca fuga a bordo della nave privata di Sliro, la Trailblazer, per poi concludersi con un atterraggio di fortuna sulla ventosa luna di Toshara, pianeta mai apparso nella saga e creato per l’occasione con la collaborazione di Lucasfilm Games. Risvegliatasi dall’atterraggio e con il marchio della morte (una taglia che attrae i più letali killer della galassia) che pende sulla sua testa, Kay per la prima volta si trova finalmente libera di plasmare il proprio destino. In compagnia del fido Nix, la ragazza raggiunge la capitale Mirogana, una città caotica e brulicante di vita. Qui il mondo dei Sindacati pullula di traffici e operazioni, un posto perfetto per Kay Vess di dimostrare le sue qualità e iniziare a costruirsi una reputazione agli occhi di Signori del Crimine, Pirati, Mercenari e Imperiali. Tutti hanno bisogno delle abilità di Kay per i propri loschi affari. Abilità che la faranno notare da Jayken, un ambizioso criminale pronto a reclutarla per effettuare una delle più ambiziose rapine mai fatte nella Galassia, accompagnato dal misterioso Droide pistolero ND-5. Per Kay si presenta finalmente l’opportunità della vita, ma non si sfugge al passato. Vecchi e nuovi nemici tramano nell’ombra, in un intreccio che porterà la protagonista fino agli angoli più remoti della Galassia in un’avventura avvincente quanto pericolosa. A livello di giocabilità, Star Wars Outlaws si presenta come un action game open world che vede Kay muoversi tra le grazie dei Sindacati del Crimine, che nelle 30 ore necessarie ad arrivare ai titoli di coda, dovrà reclutare la migliore banda della galassia per poter realizzare il colpo del secolo, esplorando cinque pianeti, ognuno con i propri biomi, fauna e flora. Le ore di gioco diventano però molte di più se si vuole completare i numerosi incarichi secondari che il gioco offre, arricchendo notevolmente l’esperienza complessiva di gioco. Il titolo ricrea per ogni pianeta delle vaste aree interamente esplorabili, le cui dimensioni variano notevolmente da mondo a mondo, con la protagonista che può viaggiare ovunque voglia. Nella maggior parte dei pianeti sono presenti una città principale, che funge da Hub per varie attività, più diversi insediamenti sparsi per la regione, tutti ricchi di opportunità per una ladra come Kay per iniziare a farsi le ossa nel crimine organizzato. Per muoversi tra le vaste aree dei pianeti più grandi si può fare affidamento allo Speeder presente all’interno della Trailblazer. Questo è l’unico mezzo di trasporto di terra pilotabile, nonostante si vedano sfrecciare per le strade numerosi altri veicoli. A piedi invece il giocatore può fare affidamento sulla notevole agilità di Kay per scalare montagne o edifici, facendo magari sapiente uso del suo versatile rampino e compiendo azioni acrobatiche.

Joypad alla mano Star Wars Outlaws si presenta come un classico action game in terza persona ma le idee messe sul tavolo da Massive hanno avuto la Forza di arricchire e variare l’esperienza in modi davvero molto interessanti. Primo fra tutti è la presenza dei già citati Sindacati criminali. Essi hanno una propria base collocata nel pianeta e ogni Sindacato dispone di agenti pronti ad assegnare missioni, oltre che venditori specializzati dove acquistare i materiali e l’equipaggiamento più raro e interessante. Per far salire la reputazione presso un Sindacato e avere così accesso a vantaggi e merce sempre migliore, bisogna completare incarichi di varia natura, come l’infiltrazione nelle basi nemiche, recuperare merci nascoste, sabotaggi e altri tipi di operazioni. Oltre a svolgere incarichi, un altro modo per guadagnarsi la fiducia di uno dei Sindacati è vendere i segreti di una organizzazione ad un’altra, oppure alla fine di alcuni incarichi tradire il committente per favorire un’organizzazione rivale. Tutto è nelle mani di chi gioca, e una canaglia esperta sa sempre come riuscire a farsi alleate tutte e quattro le organizzazioni criminali. Se non si sta attenti invece, si rischia di farsele nemiche, con tutte le complicanze del caso, come non essere più ammessi nella loro base o venire braccati dai loro sicari. In Star Wars Outlaws oltre a dover gestire la Reputazione agli occhi dei signori del crimine, sarà opportuno prestare attenzione a non infrangere la legge. In quel caso bisognerà vedersela con l’Impero, decisamente più attrezzato e letale dei Sindacati. Nel caso si venga colti a commettere un reato ai danni dell’Impero, verrà emesso un ordine di cattura nei confronti di Kay, di fatto il classico stato di “ricercato” visto in molti titoli open world. In questo caso, per rimuovere tale status, occorre infiltrarsi in uno dei vari posti di blocco Imperiali, manomettere il terminale e rimuovere il proprio mandato di ricerca. Anche se alcuni Ufficiali Imperiali sono disposti a chiudere un occhio, dopo il dovuto pagamento ovviamente. Si sa, anche nell’universo di Satr Wars la corruzione è presente e ad alcuni imperiali il denaro extra piace molto. Tra una missione e l’altra, esplorando i mondi di gioco, ci si può imbattere in diverse attività secondarie. Nei pianeti principali ci sono diversi segreti da scoprire come antichi tesori da recuperare, misteriose trasmissioni da seguire, Avamposti da saccheggiare, Specialisti da reclutare e minigiochi molto divertenti. Ci sono attività per tutti i gusti e proposte in notevole varietà da tenere incollati allo schermo per ore. Per quanto riguarda i momenti più concitati di Star Wars Outlaws, il gioco propone due approcci diversi: l’assalto diretto con blaster in mano, oppure un approccio più furtivo, con la collaborazione straordinaria del sempre fedele Nix. Il simpatico animaletto infatti svolge un ruolo fondamentale nel gameplay, con la possibilità di fargli svolgere diverse azioni come distrarre nemici, rubare chiavi dalle tasche di Ufficiali Imperiali, Sabotare attrezzature nemiche, innescare dispositivi esplosivi e attivare interruttori altrimenti irraggiungibili. La ricca varietà di possibilità, unita a un ricercato level design degli scenari, offre al giocatore un vasto ventaglio di strategie da utilizzare. Non c’è mai un’unica strada per arrivare all’obiettivo. Sta al giocatore scegliere la migliore. Studiare una base nemica da una distanza di sicurezza, facendo saggio uso del binocolo, è un’ottima tattica per individuare strade, condotti segreti, pareti scalabili e percorsi di pattuglia nemica. Inoltre, l’esplorazione dei mondi di gioco ripaga sempre. Certo, ci si può dedicare solo alla splendida quest principale, ma il vero cuore pulsante di Star Wars Outlaws è vivere pienamente la ricca esperienza che l’opera propone. Anche perché solamente svolgendo determinati incarichi o esplorando particolari luoghi, si possono ottenere potenziamenti necessari per migliorare le proprie abilità, l’equipaggiamento e i mezzi a disposizione. Kay infatti, grazie all’aiuto di determinati personaggi chiamati Specialisti, può migliorare le sua abilità nell’infiltrazione e nel combattimento. Per esempio può insegnare a Nix come sabotare gli allarmi, oppure c’è l’abilità “Parlantina”, che nel caso si venga scoperti da una guardia in territorio nemico, dà a disposizione diversi secondi extra, dove Kay proverà a distrarlo a riempiendolo di parole, per evitare che dia l’allarme. Magari avvicinandosi lentamente e stordendolo con un pugno, o magari comandando a Nix di attaccarlo alle spalle. Più si evolverà Kay, più la propria rosa di abilità e di possibilità aumentano, arricchendo l’esperienza.

Nel gioco è presente inoltre una componente di crafting. Con i giusti materiali, Kay può migliorare le statistiche e le funzioni del suo blaster, la varietà di granate che può trasportare nella borsa, la potenza e velocità del suo speeder, i sistemi e le armi della Trailblazer e molto altro ancora. Oltre a ciò, rinvenendo alcuni tesori nascosti, si possono ottenere vernici uniche e accessori, con cui personalizzare esteticamente la pistola laser, la nave e lo speeder. Per quanto riguarda il combat system di Star Wars Outlaws, Kay può trasportare con sé solamente il suo fido blaster, potenziabile e dotato di munizioni infinite, cercando però di stare attenti a non surriscaldarlo. Le altri armi che si rinverranno durante i combattimenti, che comprendono fucili, mitragliatori, lanciagranate, fucili di precisione e così via sono solo armi temporanee, nel senso che Kay può raccoglierle e utilizzarle, ma non riporle in qualche fondina o borsa. Oltre a donare un certo realismo, questa meccanica spinge il giocatore a valutare bene il proprio approccio man mano che si presentano situazioni diverse. Oltre al suo immancabile blaster, Kay ha con sé due gadget essenziali: il Connettore e l’Apricodici. Il primo permette di scassinare serrature di bauli e porte, tramite un simpatico minigioco ritmico. L’altro invece permette di violare terminali e computer, attravrso un minigioco di hacking, accedendo così alla possibilità di manomettere torrette, scudi energetici e altre funzioni. Un parte essenziale dell’esperienza nell’opera di Massive sono i viaggi stellari, a bordo della Trailblazer. Questa nave funge da vero e proprio hub, dove si può potenziare l’equipaggiamento, cambiare abbigliamento, gestire gli incarichi e ovviamente decollare verso nuovi mondi. Una volta seduti al posto di comando, si può avviare il decollo in qualunque momento e attraverso una suggestiva sequenza senza stacchi, la nave prenderà il volo e arriverà nello spazio perfettamente pilotabile, mascherando i caricamenti con l’attraversamento di una coltre di nubi e dando l’illusione di un universo vasto e complesso. Le orbite dei vari pianeti sono delle vere e proprie macro-aree liberamente esplorabili, con attività da svolgere, tesori da recuperare, relitti abbandonati da saccheggiare e stazioni spaziali dove poter atterrare, in cerca di nuove opportunità. Le fasi a bordo dell’astronave sono particolarmente ben inserite e si amalgamo perfettamente con il resto dell’esperienza di gioco, dando vita ad ardite fughe tra ammassi di asteroidi o violenti battaglie in perfetta armonia con l’essenza di Star Wars. Dal punto di vista tecnico, Star Wars Outlaws convince ma non stupisce. Il colpo d’occhio risente di texture non sempre definite e di un pop-in piuttosto frequente, con in più volti dei personaggi dalle animazioni facciali non proprio espressive. In generale, manca quel tocco di classe che ci si aspetterebbe da una produzione così importante e, se giocato in modalità Prestazioni a 60 fps (non sempre fissi), la risoluzione dinamica sembra tendere fin troppo spesso ai 720p che non ai 1080p, con risultati che si possono facilmente immaginare. Il nostro consiglio, se si riesce a rinunciare ai 60fps, è di optare per la modalità Qualità a 30 fps, se non altro per godere di una risoluzione più elevata e di un colpo d’occhio complessivamente più solido e meno “slavato”. Il recente aggiornamento ha migliorato qualcosa a livello di glitch e stabilità del frame-rate, ma è indubbio che questo è il problema più grande della produzione. Più solido invece il comparto audio, con una colonna sonora orchestrale di prim’ordine che riprende e rielabora con maestria i temi classici di John Williams, effetti sonori curati e un doppiaggio in inglese di prim’ordine, anche se spiace non trovare quello in italiano per un titolo di così forte richiamo. Tirando le somme, Star Wars Outlaws è l’esperienza che ogni fan di Star Wars dovrebbe vivere. L’opera di Massive è una lettera d’amore verso la saga, eccellendo nel proporre un’avventura ricca e variegata, tessuta perfettamente all’interno di una storia più ampia. Il titolo non risulta perfetto, con bug e glitch che compromettono l’IA dei nemici, rendendo gli scontri a volte sbilanciati. Ma mai come adesso questa Galassia ha preso vita in una veste così ricca. A noi, da vecchi fan della saga, il titolo è piaciuto e se anche voi amate l’universo di Guerre Stellari cosa aspettate? Acquistatelo senza alcun dubbio. Non ve ne pentirete.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica:8
Sonoro: 9
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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YouTube lancia “Ask Music” e con l’IA crea playlist a misura di utente

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Google sta portando l’esperienza musicale a un livello del tutto superiore e innovativa con il lancio di “Ask Music”, una funzionalità basata sull’intelligenza artificiale che trasforma richieste di testo in playlist personalizzate. Stando agli utenti che hanno già provato la novità, come il sito 9to5google, dietro alla possibilità di ricevere liste di canzoni specifiche c’è Gemini, l’intelligenza artificiale di Google già presente come app per gli smartphone e integrata nei dispositivi mobili Pixel. Il funzionamento è simile a ciò che accade quando si chiede ad chatbot di generare un testo o una foto: si entra nell’app di YouTube Music, si apre la finestra di conversazione con Ask Music, e si inserisce un testo che identifica il genere di musica preferito. “La funzionalità appare come una scheda viola nel feed principale” scrive 9to5google. “Toccando l’icona si avvia un’interfaccia di chat a schermo intero con la possibilità di inserire poche parole o intere frasi”. In pochi istanti, viene creata una playlist su misura, completa di un titolo che descrive l’atmosfera o il genere desiderato. Sebbene Google non lo specifichi, la presenza dell’icona a scintilla, tipica del suo modello di intelligenza artificiale più avanzato, Gemini, suggerisce che sia proprio quest’ultimo a guidare la nuova funzionalità. Grazie all’IA, “Ask Music” è in grado di comprendere sfumature linguistiche complesse e di interpretare concetti astratti come “nostalgia” o “energia”. Per ora, la piattaforma è disponibile per gli abbonati a YouTube Premium su dispositivi Android. Tuttavia, 9to5google prevede un’espansione nel corso dell’anno. Insomma, da adesso in poi trovare la musica più adatta al proprio umore, al proprio evento o semplicemente che si desidera ascoltare in quel preciso momento è davvero molto semplice. Basta chiedere e l’IA si preoccuperà per noi di procurare quanto chiesto. Ovviamente più saremo accurati e maggiormente preciso sarà il risultato finale.

F.P.L.

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Castlevania Dominus Collection, una vera perla per gli amanti della saga di Konami

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Castlevania Dominus Collection è senza ombra di dubbio un vero e proprio pezzo da collezione per gli appassionati della serie dedicata alla lotta contro il malvagio Dracula. Questa raccolta, in particolar modo, offre un viaggio nel cuore di uno dei franchise più iconici di Konami ed è disponibile su PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox Series X|S e Steam. Il titolo include tre classici della serie Castlevania originariamente pubblicati per Nintendo DS, e sono: Castlevania: Dawn of Sorrow (2005), Castlevania: Portrait of Ruin (2006) e Castlevania: Order of Ecclesia (2008). A completare il pacchetto, troviamo due titoli bonus: Haunted Castle, la versione arcade di Castlevania, e Haunted Castle Revisited, una versione reimmaginata e ridisegnata del classico arcade con musiche riarrangiate, grafica migliorata e una giocabilità anch’essa più smart e meno legnosa. Il cuore pulsante di Castlevania Dominus Collection ovviamente risiede nei tre titoli principali per Nintendo DS, che rappresentano il periodo di massimo splendore della serie nella sua incarnazione portatile. Ognuno di questi giochi infatti è unico nel suo approccio al gameplay, ma tutti condividono quella particolare atmosfera gotica e quel livello di sfida che i fan della serie hanno imparato ad apprezzare fino in fondo. Dawn of Sorrow riprende la formula di Aria of Sorrow per Game Boy Advance, aggiungendo un sistema di magia basato sui simboli e un’ambientazione ricca di dettagli. Portrait of Ruin si distingue per la sua meccanica di gameplay a coppie, dove il giocatore può alternarsi tra due personaggi con abilità uniche, mentre Order of Ecclesia introduce un sistema di combattimento innovativo e una protagonista femminile, Shanoa, che utilizza glifi magici per sconfiggere i mostruosi antagonisti. Castlevania Dominus Collection non si limita a riproporre i giochi così come erano, ma offre una serie di opzioni che rendono l’esperienza di gioco più accessibile e moderna. La funzione di riavvolgimento, ad esempio, permette di tornare indietro nel tempo in caso di errore, una manna dal cielo per affrontare i momenti più difficili senza dover ricominciare da capo. Il quick save e il load-game sono disponibili in ogni momento, rendendo possibile salvare i progressi anche nei momenti più intensi. Inoltre, il layout dei controlli e il display per il dual screen, caratteristico dei giochi per DS, sono completamente personalizzabili, permettendo al giocatore di adattare l’esperienza alle proprie preferenze. Insomma, un bel insieme di cose per rendere l’esperienza più accessibile a tutti.

Come già accennato Castlevania Dominus Collection,oltre ai tre giochi principali, Haunted Castle e Haunted Castle Revisited, due titoli che offrono un diverso tipo di sfida rispetto ai classici per DS. Haunted Castle è la versione arcade di Castlevania, un gioco che, pur nella sua semplicità, rappresenta una parte importante della storia della serie in quanto la versione arcade classica rappresenta una vera e propria sfida per tutti coloro che cercano un intrattenimento difficile e appagante. La versione Revisited, invece, è una reinterpretazione moderna, con grafica aggiornata e un gameplay migliorato che garantisce una nuova prospettiva su un classico del passato. L’esperienza è sicuramente più accessibile della versione arcade, ma poter arrivare allo scontro con Dracula e poter salvare la sposa non è mai stato così avvincente. Insomma, con queste versioni di Haunted Castle, anche i giocatori di vecchia data potranno tornare indietro nel tempo e rivivere l’esperienza vissuta nel 1987. Castlevania Dominus Collection, essendo un titolo dedicato agli amanti della saga, offre anche una ricca modalità galleria, dove i giocatori possono esplorare artwork inediti, bozzetti di sviluppo, istruzioni e packaging originali. L’enciclopedia inclusa è un compendio completo ed esaustivo che contiene dati su nemici, equipaggiamenti, oggetti e altro ancora, rendendola una risorsa preziosa per chi vuole immergersi completamente nell’universo di Castlevania. Infine, il lettore musicale integrato permette di ascoltare tutte le tracce audio originali dei singoli giochi e di creare playlist personalizzate con i propri brani preferiti, un tocco di classe che aggiunge ulteriore valore alla collezione. Castlevania Dominus Collection è indubbiamente un prodotto di nicchia, destinato al novanta per cento ai fan della serie e a coloro che hanno già avuto modo di apprezzare questi giochi all’epoca della loro uscita originale. Tuttavia, l’ottimo lavoro di porting, le opzioni di personalizzazione e i contenuti aggiuntivi rendono questa collezione interessante anche per chi si avvicina alla serie per la prima volta. Va detto che, nonostante la qualità dei giochi, il peso degli anni si fa sentire. Le meccaniche di gioco, per quanto ancora solide e divertenti, possono apparire datate a un pubblico abituato a standard più moderni. Tuttavia, è proprio questa fedeltà all’originale che renderà felici i puristi, che potranno rivivere le stesse emozioni di un tempo senza compromessi. Tirando le somme, Castlevania Dominus Collection dimostra ancora una volta quanto la serie sia riuscita a lasciare il segno sui vari sistemi operativi in cui si è manifestata. Resta di certo l’amaro in bocca per la mancanza di un nuovo capitolo da ormai dieci anni, senza contare che non si ha ancora notizia di una riproposizione del memorabile Symphony of the Night al pubblico, ma i tre capitoli per Nintendo DS qui proposti sono ancora oggi favolosi da giocare. Che si voglia rivivere l’esperienza intransigente degli originali o che si preferisca utilizzare i miglioramenti di qualità della vita rappresentati dalla possibilità di riavvolgere il tempo e di salvare in ogni momento, in ogni caso Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia sono capaci di garantire decine di ore di intrattenimento di altissima qualità, permettendo anche a chi non li aveva giocati negli anni 2000 di scoprire tre videogiochi che rappresentano eccellenze assolute. Provatelo, scoprite se non lo avete mai fatto l’incredibile profondità della serie e provate a battere i giochi senza gli “aiutini” per un’ esperienza indimenticabile.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino lise

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