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7 anni faon
Intervistato da Bianca Berlinguer sulla campagna elettorale in corso, il 92enne Andrea Camilleri, inventore del celebre Commissario Montalbano, e non solo, non ha esitato a dichiarare che secondo lui, la presente campagna elettorale è la peggiore che ricorda di tutta la sua lunga vita. Anche lo scrittore si rammarica che questa campagna elettorale risulta piena di promesse irrealizzabili con tante comparse buone sole ad urlare “venghino, venghino” Tante promesse che non potranno mai realizzarsi! Come non condividere il giudizio dello scrittore?
La politica deve essere una cosa seria e la campagna elettorale deve rappresentare un felice evento in cui un paese si ritrova. Un momento importantissimo in quanto si decide il destino del Paese. Conoscere per deliberare, scriveva Luigi Enaudi nel suo “Prediche Inutili” ma in questa campagna elettorale il “conoscere” non è dato. Per gli italiani del 2018 quanto scritto da Enaudi si è ridotto a sola teoria perché nella pratica il momento della campagna elettorale è diventato una vera farsa, un momento grottesco. In piazza si presenta il politico che, anziché illustrare il suo programma elettorale, fa più la parte del prestigiatore che in mezzo all’arena del Circo, fa del suo meglio, per divertire i convocati. In ogni piazza mediatica o quella reale, arriva il circo di turno e le comparse sono tutte divertenti. In giro regna una strana sensazione, anziché fare rabbia, questa volta fanno pena e mentre si sproloquiano a ruota libera, alla gente tornano in mente tanti racconti divertenti, quando in tempi lontani, ci si incontrava sul muretto nelle fresche serate d’estate a raccontare le storielle. La crisi, nonostante le rassicurazioni che piovono dall’alto, demorde ancora e miete vittime tra i 18 milioni e mezzo di famiglie che ogni giorno devono ingaggiare una strenua lotta per la sopravvivenza.
Punto d’eccellenza del programma “+Europa” è : “Bloccare la spesa pubblica per cinque anni, il debito scenderà sotto al 110%” Si ritorna a Luigi Enaudi: “conoscere per deliberare”.
La signora Bonino chiede dall’elettorato carta bianca, comprare a scatola chiusa, chiede di essere ben rappresentata in Parlamento e, parola di Più Europa, bloccherebbe la spesa pubblica per cinque anni, ed asserisce lei, salverebbe l’Italia. La Bonino forse ignora che agli elettori deve qualche spiegazione sul come avverrebbe il processo, la gente vuole conoscere per deliberare.
Si sa che della spesa pubblica uno Stato non può fare a meno. L’istruzione, la sanità, la manutenzione delleviabilità, strade urbane e non, semafori e polizia, la manutenzione del patrimonio artistico e archeologico sono tutte voci di spesa correnti che difficilmente si può fare a meno di ignorare a meno che non si intenda votarsi al decadimento completo. Poi con la spesa pubblica lo Stato deve fare fronte alla piaga della criminalità, la sicurezza, il dissesto idrogeologico e l’inquinamento, anche questi fattori importanti nella vita di un Paese.Con la spesa pubblica lo Stato ha il compito di attenuare le disuguaglianze, fare investimenti per incentivare l’occupazione, e questo non è cosa da poco. Non bisogna essere laureati all’università di Harvard o altre prestigiose, per capire che bloccando la spesa pubblica si incepperebbe tutto il meccanismo dello Stato. Tutt’altra cosa invece, parlare di una seria e vera spending review, abolizione dei privilegi, degli sprechi, delle ruberie, degli enti inutili e di tutti i favoritismi. Che cosa vuole fare la Bonino, fermare la spesa anche per gli interessi sul debito pubblico? Questo significherebbe solamente dichiarare fallimento. Gli italiani, alla fine della dieta quinquennale griffata “ Più Europa”, come si ridurrebbero?
Si racconta di un tale che aveva provato ad insegnare al proprio asino a non mangiare. Diceva di esserci riuscito ma che, purtroppo, proprio quando aveva imparato bene, l’asino era morto.
Le idee rivoluzionarie non sono sempre intelligenti. Ci sono stati dei casi che hanno causato il declino di un Paese.
Emanuel Galea