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Redazione
Milano – La violenza e la paura di non sentirsi sicuri ha raggiunto le grandi metropoli in maniera incisiva. È allarme sicurezza a Milano, dopo l'aggressione, ieri sera, di Nathan Graff, 40 anni, di nazionalità israeliana, genero di Hetzkia Levi, uno dei rabbini della comunità ebraica cittadina. Erano quasi le 20.30 quando in viale San Gimignano un uomo, con il volto parzialmente coperto da un passamontagna, lo ha colpito più volte, sei in tutto: tre coltellate alla schiena, una al volto, altre due alla gola e a un braccio. Lo ha lasciato sull'asfalto a gridare aiuto, mentre l'aggressore si è dato alla fuga. Forse le immagini di una telecamera della zona potrebbero aiutare gli uomini della Polizia di Stato a dargli un volto. A soccorrere Graff, ricoverato all'ospedale Niguarda, un passante intervenuto per difenderlo. «Ti uccido». Questa la frase che l'aggressore, a cui la polizia di Milano dà la caccia, ha indirizzato a Nathan Graff, il 40enne di nazionalità israeliana, colpito ieri da sette coltellate in viale San Gimignano. Un particolare che emerge a poche ore dall'episodio che crea allarme e paura all'interno della comunità ebraica di Milano. Graff, genero di Hetzkia Levi, uno dei rabbini della comunità ebraica cittadina, indossava la kippah quando è stato raggiunto da sette coltellate (non sei come precedentemente scritto): tre alla schiena, tre al volto e una al braccio. L'uomo è ricoverato all'ospedale Niguarda.
Ci sarebbero altri due testimoni, una ragazza e una donna. La vittima, che si occupa di mense e controlli nel settore alimentare, era arrivato a bordo di un taxi e si era fatto lasciare all'inizio del viale, per percorrere il breve tragitto verso casa a piedi. Indossava la kippah. Paura all'interno della comunità ebraica per un'aggressione che potrebbe avere risvolti antisemiti.
In relazione all'accoltellamento, il viceprefetto Vicario Giuseppe Priolo ha convocato con urgenza un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per questa mattina alle ore 9. Al Comitato partecipano, oltre ai vertici delle forze dell'ordine, il sindaco Giuliano Pisapia e i rappresentanti della comunità ebraica. È stata immediatamente intensificata la vigilanza agli obiettivi sensibili.
Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, è intervenuta ai microfoni della trasmissione 'Ecg Regionè, condotta da Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini, su Radio Cusano Campus, emittente dell'università Niccolò Cusano, in merito al ferimento di un uomo, di nazionalità israeliana, accoltellato in strada a Milano. «È l'attentato più grave in Italia da quello alla Sinagoga di Roma- ha affermato Dureghello- Dopo 33 anni ci troviamo ad affrontare un'altra violenza di questo tipo, inaccettabile. Paura? La vita ebraica continua, non ci facciamo intimidire da cose di questa natura perchè le istituzioni ci sono vicine. C'è preoccupazione ma bisogna reagire sempre in senso positivo e costruttivo, consapevoli del fatto che siamo la più grande comunità d'Italia e la nostra vita è la vita della nostra città. Siamo in costante contatto con le autorità che stanno indagando sulla matrice dell'attentato. Ci sono rigurgiti di moti razzisti in generale. Una forma di antisemitismo è sempre stata latente, molti stanno tenendo alta l'attenzione sul tema e lo strumentalizzano. Il mio predecessore Pacifici disse che il M5S è più pericoloso dei fascisti? Io non rispondo per quello che ha detto il mio predecessore. Noi siamo disponibili a dialogare con chiunque si metta a disposizione delle istituzioni».
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