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EMERGENZA SENZA FINE: L'UNGHERIA ARRESTA GLI IMMIGRATI E MERKEL CHIEDE UN HOTSPOT IN ITALIA

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Tempo di lettura 3 minuti Arrestati 174 clandestini. Respinte tutte le richieste di asilo. La polizia magiara ha arrestato 60 rifugiati da quando e' entrata in vigore la nuova legge che prevede l'arresto

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A. D. M.

L'ecatombe dell'emergnza immigrati è ormai fuori controllo. L'Ungheria usa la forza e le maniere forti mentre l'Italia spera in una ricollocazione ostacolata da grossi paesi che non condividono la linea Ue.  Nel giorno in cui l'Ungheria inizia il giro di vite sui migranti, chiudendo il confine con la Serbia, Berlino pressa i leader europei per la convocazione di un vertice Ue straordinario sulla crisi migratoria. Non solo: Angela Merkel sferza l'Italia insistendo per la creazione degli hotspot, i centri di identificazione. La cancelliera tedesca ha annunciato di aver chiesto la convocazione di un summit speciale per la prossima settimana al termine di un colloquio a Berlino con il collega austriaco. Un summit Ue "e' urgentemente necessario", le ha fatto eco Werner Faymann durante una conferenza stampa congiunta a Berlino. "E' un problema dell'intera Unione Europea e percio' abbiamo discusso la possibilita' di un summit speciale Ue da tenersi la prossima settimana", ha chiarito la Merkel. "Donald Tusk (il presidente del Consiglio Ue, ndr) se ne occupera'", ha aggiunto.


Dalla Slovenia
Anche il premier slovacco, Robert Fico, si è unito alla richiesta di Germania e Austria, affermando che si tratta di una crisi che non puo' essere discussa a livello ministeriale. Angela Merkel insiste anche per la creazione degli hotspot in Italia. "E' urgente che la Grecia, e anche l'Italia, creino subito gli hotspost", ha detto il cancelliere. Poco prima, anche il vice cancelliere tedesco, Sigmar Gabriel, aveva sottolineato che "non c'e' alternativa alla creazione degli hotspost in Grecia, Ungheria e Italia". Il vice cancelliere e ministro dell'Economia aveva anche sottolineato che l'Europa e' di nuovo caduta nel "ridicolo" lunedi' quando non e' riuscita a raggiungere un accordo, alla riunione a Bruxelles dei ministri dell'Interno dei 28, sulla ripartizione equa di 120mila rifugiati.

 

Nel frattempo e' iniziato il giro di vite sui migranti in Ungheria: il Paese ha chiuso il confine con la Serbia dopo aver ricevuto 9.380 migranti nella sola giornata di lunedi'. La polizia magiara ha arrestato 60 rifugiati dopo la mezzanotte, quando e' entrata in vigore la nuova legge che prevede l'arresto, il processo per direttissima e l'espulsione per chi entra illegalmente nel Paese. Budapest ha anche dichiarato lo stato d'emergenza in due contee al confine con la Serbia: la polizia avra' ora poteri speciali e l'esercito controllera' le frontiere. Ma centinaia di migranti premono sulla barriera tra i due Paesi e il governo serbo sta cercando di convincere quello ungherese a farli passare. Intanto almeno 26 persone, tra cui 4 bambini e 11 donne, sono morte nel naufragio di un barcone partito dalla Turchia e diretto all'isola greca di Kos.
Dei 60 migranti arrestati dalla polizia ungherese, "45 sono stati sorpresi al confine e 15 in territorio ungherese mentre danneggiavano la barriera di filo spinato alta 4 metri lungo i 175 km di confine con la Serbia, aggravante punito con ulteriori due anni di carcere, secondo la nuova legge.
Secondo Frontex, l'agenzia Ue per la gestione delle frontiere esterne, un numero record di 156.000 migranti sono entrati nell'Ue soltanto nel mese di agosto, portando il totale da inizio anno a oltre 500.000. Il mezzo milione di ingressi in otto mesi e' gia' quasi il doppio rispetto ai 280.000 migranti che erano arrivati nell'Ue in tutto il 2014. Molto simili le cifre fornite dall'Oim, secondo cui 464.876 migranti hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l'Europa dall'inizio dell'anno, piu' del doppio del totale del 2014.


Secondio l'Unhcr, il numero dei rifugiati siriani in Turchia ad agosto e' salito a quasi due milioni, con oltre 200.000 arrivi da giugno, a fronte di un lieve calo in Iraq e in Libano. Inoltre, l'Austria ha registrato lunedi' l'ingresso record di 20.000 migranti e altri 5.500 sono gia' entrati oggi. La polizia tedesca ha registrato 2.000 nuovi in Baviera da domenica, giorno in cui sono stati rinforzati i controlli ai confini. Oggi 180 rifugiati sono saltati giu' da un treno speciale che li stava trasportando da Monaco di Baviera a Berlino, prima di arrivare a destinazione. Dopo i rinvii alla riunione dei ministri dell'Interno Ue, l'Alto commissario per i rifugiati Onu, Antonio Guterres, ha manifestato tutta la sua delusione: "La situazione appare ingestibile ma e' gestibilissima, a patto che la si cominci a gestire", ha detto ricordando come nel 1956 ci furono 200.000 i profughi ungheresi che trovarono rifugio in Austria. Per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, "di certo non possiamo pensare che qualcuno possa prendere solo la parte che gli interessa dell'Europa"

Gli arresti in Ungheria La polizia ungherese ha arrestato 174 migranti che avevano attraversato illegalmente la frontiera, dopo l'entrata in vigore a mezzanotte della legge che punisce l'ingresso illegale nel Paese, e ha fatto sapere che saranno sottoposti a processo. Budapest ha intanto preso in esame 16 richieste di asilo e le ha respinte tutte quante nel giro di poche ore. Altre 32 richieste sono state presentare e sono in fase di valutazione. Un funzionario dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), Erno Simon, ha confermato di aver visto diversi richiedenti asilo respinti nel giro di qualche ora verso una cosiddetta "zona di transito" in una terra di nessuno al confine tra Ungheria e Serbia

 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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