Emergenza Covid, ci attendono 6-7 mesi difficili? Occorre con urgenza migliorare i servizi, aumentando le indagini epidemiologiche sul territorio e incrementando il personale sanitario.
“Come presidente della commissione Sanità – dichiara il Consigliere regionale FI Giuseppe Simeone -sottolineo che abbiamo messo al centro dei nostri indirizzi la prevenzione ed in particolare la crescita di indagini epidemiologiche sul territorio. Ci auguriamo screening più numerosi rispetto al recente passato. Purtroppo continuiamo a registrare troppe le criticità avvenute nei nostri territori.
Ad esempio in provincia di Latina abbiamo due casi eclatanti che meritano di ricevere risposte adeguate. Un ragazzo di terza media della scuola Manuzio di Latina Scalo lo scorso 25 settembre è risultato positivo al Covid. Ben 22 suoi compagni di classe hanno effettuato il tampone, seppure solo dopo 7 giorni. Ma ad oggi non hanno ancora ricevuto la risposta. Abbiamo quindi 22 famiglie che non sanno cosa fare e di fatto resi ‘prigionieri’ nelle loro abitazioni.
Altrettanto grave la vicenda di un ragazzo di Formia che dal 23 settembre è in isolamento domiciliare. Pensate che solo il 3 ottobre gli è stato fatto il tampone e dopo 2 giorni ha conosciuto l’esito dell’esame. Parliamo di un ragazzo che gestisce un piccolo bar di proprietà, e per ben 12 giorni gli è stato reso impossibile aprirlo. Come conseguenza più grave, la sua famiglia non ha ricevuto un centesimo, venendo penalizzata gravemente sul piano economico.
E’ ragionevole chiedersi, perché gli alunni e le famiglie di Latina ancora non conoscono l’esito dei tamponi? Perché il ragazzo di Formia deve pagare economicamente i ritardi per le diagnosi? Occorre comprendere questi drammi sociali e sforzarsi di trovare soluzioni concrete. Come? Aumentando il numero dei test e tamponi. Allargando possibilmente il numero dei laboratori privati che possono effettuarli. Il privato non è un nemico ma è un alleato contro il Covid.
Il modello organizzativo va migliorato urgentemente: nel Lazio in questi giorni si assiste frequentemente a file interminabili di automobili e di utenti davanti le postazioni drive in. Accade a Roma, nel suo hinterland come nelle altre province.
Cosa fare? Bisogna aggredire il problema invertendo la rotta, perchè la soluzione non può essere quella di spostare gli operatori da una parte all’altra. Semmai c’è l’esigenza di aumentare il personale sanitario, dai medici agli infermieri. Mi auguro che l’assessore D’Amato voglia potenziare gli organici, da subito e senza perdere tempo ulteriore. Ne va della vita dei nostri concittadini”