Emergenza Covid, aumentano contagi ma rallenta la curva: accellerazione su terze dosi

Scuola, entrano in vigore da oggi le nuove quarantene

La terza dose traina la campagna vaccinale: sono 2.128.928 quelle finora somministrate, pari al 35,40% della platea (finora over 60, sanitari e fragili almeno 6 mesi dopo il richiamo). La somministrazione delle terze dosi già viaggia al ritmo di 100 mila iniezioni al giorno e con questa media si spera nel traguardo dei 7 milioni di italiani con booster entro il 2021, in vista di ulteriori inoculazioni alle prossime fasce di età under 60. 

Le cosiddette dosi aggiuntive sono 338.595 (38,33% della platea, ovvero i fragili) mentre le booster (tra cui entrano oltre a over 60 e sanitari anche chi ha fatto almeno da sei mesi il siero di J&J) sono 1.790.333 (34,89%della platea). I dati sulle fasce di rischio delle varie Regioni in tutto il Paese non preoccupano e tutta l’Italia centra l’obiettivo zona bianca probabilmente almeno fino a metà novembre: è del 4% l’occupazione delle terapie intensive a livello nazionale e del 6% (con un aumento dell’1%) quella in area medica non critica negli ospedali per i casi Covid in Italia, sotto alle soglie fissate dagli indicatori rispettivamente del 10% e del 15%. Due le regioni che hanno raggiunto la soglia per le intensive, le Marche con l’11% in crescita (era all’8% il primo novembre scorso) e il Friuli Venezia Giulia al 10%. Nelle due regioni i ricoveri in area medica non critica sono per fortuna sotto la soglia di diversi punti percentuali: le Marche sono al 6% e il Friuli Venezia Giulia al 9% (+1% sul giorno precedente). I dati di occupazione più alti in area medica si registrano in Calabria con il 12% (+1%), nella provincia di Bolzano con l’11% ma in discesa di un punto percentuale, e in Valle d’Aosta che ha registrato un balzo in avanti del 7% portandosi sull’11%.

Figliuolo: “Valutiamo abbassamento età terza dose”

“A breve incontrerò il ministro Speranza e il Comitato scientifico per sciogliere le riserve su un ulteriore abbassamento,  ovviamente in base alle evidenze scientifiche, dell’età alle quale somministrare le terze dosi. Il Piemonte è partito velocissimo. Bisogna continuare su questa strada”. Lo ha detto il generale Francesco Paolo Figliuolo, a Torino dopo aver partecipato insieme al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, alla riunione settimanale del Dirimei sull’emergenza Covid.   “Nonostante l’aumento dei contagi in tutta Europa – ha aggiunto – l’Italia è tra le nazioni europee e nel mondo messe meglio e credo che il prossimo Natale sarà un buon Natale. Confido ancora, e non smetterò di farlo, che gli indecisi facciano la prima dose. Attualmente siamo a 15-20.000 prime dosi in Italia. Mi accontenterei di proseguire così. Con circa 20.000 dosi al giorno in 2 mesi arriveremo vicino al 90% di cittadini vaccinati”.

Aumentano i contagi ma curva rallenta

Nella settimana appena trascorsa, 1-7 novembre 2021, continuano a salire i contagi da Covid-19 in Italia, ma la curva rallenta rispetto alle settimane precedenti. In crescita i decessi, che da inizio ottobre seguono una curva ondulatoria comunque in leggero aumento. Da quanto emerge dall’analisi dei numeri nei bollettini quotidiani forniti da Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità, tra 1 e 7 novembre scorsi sono stati in totale 36095 i casi di nuovi contagi in Italia: +17,22% rispetto ai 30792 della settimana precedente.

Costa: “Lento incremento sulle prime dosi”

“Seppur lento, c’è un incremento anche sulle prime dosi. Credo che la maggior parte di chi oggi non si è vaccinato non sia ascrivibile alla categoria dei novax, nei confronti dei quali ogni evidenza scientifica pare essere inutile, ma che ci sia parte dei cittadini che si possono convincere e coi quali dobbiamo allacciare un dialogo e diffondere un messaggio di positività e di fiducia nei confronti dei vaccini”. Lo ha detto Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, a margine dell’evento celebrativo dei cento anni di Assosementi in corso a Bologna.   Il sottosegretario ha affrontato anche il tema dei vaccini per i bambini. “Non credo che spetti alla politica stabilire se un vaccino può e deve essere somministrato agli under 12 – ha detto – Dobbiamo affidarci anche in questo caso alla scienza,nel momento in cui il vaccino verrà certificato vorrà dire chela scienza ha stabilito che quel vaccino ha soprattutto e prima di tutto dei benefici nei confronti di chi lo riceve”. Quanto al Green pass, ha aggiunto, “non ci sono all’ordine del giorno modifiche”, “sul suo prolungamento valuteremo, come sempre ha detto il presidente Draghi, a ridosso della scadenza quello che sarà il quadro epidemiologico e quello che sarà il quadro dei vaccinati”.

Vaia: “Troppo concentrati sui no vax, spingere terze dosi”

”Ci concentriamo troppo sui no vax, che  sono una minoranza. Bisognerebbe piuttosto spingere sulla  terza dose, nelle fasce di popolazione fragili, negli over 80, nei  sanitari, in coloro che hanno rapporti con il pubblico, e convincere  soprattutto chi non ha completato il ciclo vaccinale, ancora troppi.  In Italia si è immunizzato l’85% delle persone: è più facile  persuadere loro a sottoporsi a una terza iniezione, piuttosto che far  vaccinare uno che finora non lo ha ancora fatto, salvo che non  pensiamo ad azioni coraggiose di obbligo per fasce di popolazione. Ma  quest’azione dovrà necessariamente essere accompagnata ad altre che  riconquistino la fiducia del cittadino nello strumento vaccino che in  questi giorni sento vacillare”. Lo dice a Libero Francesco Vaia,  direttore dello Spallanzani di Roma, l’Istituto Nazionale per le  Malattie Infettive.

Mantovani: “La terza dose va somministrata”

La terza dose “va somministrata, alla luce di quanto ci suggeriscono i dati scientifici. E comunque ci sono almeno tre buoni motivi: proteggere me stesso,i miei cari e le persone con cui vengo in contatto soprattutto se sono un sanitario”. Lo dice in due interviste al Corriere della Sera e a la Repubblica l’immunologo Alberto Mantovani,direttore scientifico dell’Humanitas di Rozzano e professore emerito all’Humanitas University di Milano, che propone: “Diventiamo ambasciatori dei vaccini. Noi medici e scienziati non dovremmo andare solo in tv, ma anche in scuole e quartieri a incontrare la gente e ascoltarne i dubbi”.   

L’immunità di gregge “è irraggiungibile, ma possiamo puntare a un’immunità di famiglia, soprattutto in vista del Natale”.   Due dosi “dopo 6-8 mesi, ma probabilmente anche un po’ più a lungo, proteggono in modo soddisfacente da ricovero e morte. I numeri inglesi però ci mostrano un calo della protezione nei confronti del contagio e della malattia leggera. La terza dose serve a rafforzare le nostre difese” aggiunge. La terza dose non comporta rischi per la salute, “non c’è alcun aumento della tossicità” sottolinea. Per quanto riguarda l’arrivo delle nuove pillole antivirali, “ci sono diversi ‘se’. Non è una cura miracolosa, né tanto meno un’alternativa alla vaccinazione”.

Crisanti: “Per gli under 12 meglio prudenza, aspettare nuovi dati”

Nel caso degli under 12, “meglio usare un eccesso di prudenza, anche per non dare nuove argomenti ai no vax: aspettiamo nuovi dati più estesi, una volta che li avremo potremo procedere alla vaccinazione anche dei piu’ piccoli in sicurezza”. Lo ha affermato Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Universita’ di Padova, intervenendo ad “Agora’” su Raitre. “”Otto-nove vaccinazioni obbligatorie si fanno proprio da piccoli – ricorda Crisanti – non c’è problema da questo punto di vista ma trattandosi in questo caso di vaccini nuovi dal punto di vista tecnologico è meglio eccedere in cautela: i primi dati Pfizer in arrivo dagli Stati Uniti su un campione di circa 3.500 bimbi indicano che non ci sono pericoli ma presto, ripeto, avremmo dati più estesi e potremo essere ancora più tranquilli”.

E sul green pass dice : “La durata del Green pass va allineata a quella del vaccino: la maggior parte degli italiani si e’ vaccinata tra aprile e luglio, rischiamo tra qualche mese di avere ambienti meno sicuri, con persone che hanno probabilita’ piu’ elevate di infettarsi e di trasmettere il virus. Dai dati attualmente disponibili – ha ricordato Crisanti – emerge che dopo sei mesi la protezione del vaccino contro l’infezione cala dal 95 al 40% mentre quella contro la malattia e forme gravi scende dal 90 al 65%”.

Scuola, entrano in vigore da oggi le nuove quarantene

Il protocollo da oggi in vigore nelle scuole prevede misure diverse a seconda della fascia d’età degli alunni e dello status vaccinale. Se c’è un caso positivo, i compagni di classe faranno un test e se il risultato sarà negativo si potrà tornare a scuola. Poi si farà un altro tampone dopo 5 giorni. Con 2 positivi i vaccinati o negativizzati negli ultimi 6 mesi faranno il tampone, i non vaccinati la quarantena. Con 3 contagi andrà in quarantena tutta la classe. Per i più piccoli è previsto un test subito e una quarantena di 10 giorni. Per i prof, dipende dal tempo di permanenza nella classe e dal contatto con il positivo. Il preside sospende le lezioni nel caso in cui l’Asl “non possa intervenire subito”. I dati sui vaccinati non sono nella disponibilità della scuola e “non vanno trattati”.