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Editoriali

Emanuela Orlandi, nastro cancellato: e se la voce fosse di Mirella Gregori?

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Tempo di lettura 11 minutiPietro Orlandi: "Però certo, è un’ipotesi che potrebbero comunque vagliare"

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di Angelo Barraco
 
 
“Anni 15, alta mt. 160 è scomparsa” è la frase che compariva su tutti i manifesti affissi in territorio romano e raffiguravano un volto giovane con una fascia in testa, sorridente e di bell’aspetto.
 
Era scomparsa Emanuela Orlandi, una cittadina vaticana di 15 anni che da quel fatidico 22 giugno 1983 viene cercata in lungo e in largo da familiari e forze dell’ordine ma da allora tutto tace, quasi cristallizzato in un silenzio che si intreccia prepotentemente con succursali di mezze verità da parte di chiunque sia entrato a gamba tesa su questa storia e che non trovano però riscontro in una concretezza urlata a gran voce dai familiari.
 
Il 7 maggio 1983 scompare a Roma un’altra ragazza di bell’aspetto, giovane e bella, si tratta di Mirella Gregori. Due sparizioni a distanza di breve tempo, due casi che sembrano intrecciarsi e numerosi collegamenti con alte sfere, depistaggi e silenzi di chi probabilmente sapeva ma ha preferito nascondersi nell’ombra. In merito alla scomparsa di Emanuela Orlandi è stata dichiarata la parola fine poiché la Cassazione ha confermato l’archiviazione in merito alla scomparsa della 15enne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 e il ricorso presentato dalla famiglia è stato dichiarato inammissibile. Per la scomparsa di Emanuela Orlandi erano stati indagati per omicidio e sequestro di persona Sergio Virtu', autista di De Pedis, Angelo Cassani, detto 'Ciletto', Gianfranco Cerboni, detto 'Gigetto', stretti collaboratori del boss della Magliana, oltre a monsignor Vergari e alla supertestimone Sabrina Minardi, amante di 'Renatino che aveva fatto scottanti rivelazioni.

Esattamente 25 giorni dopo la scomparsa della giovane, arriva una telefonata alla sede dell’Ansa a Roma, in cui si comunica che li vicino era stato lasciato un nastro in cui era impressa la voce di Emanuela Orlandi. Il documento viene immediatamente acquisito e il Sisde stila anche un documento in cui descrive e trascrive i contenuti del nastro. Nella relazione si parla di voci maschili ma nell’inciso non vi è traccia, chi ha manomesso il nastro e perché? Nel documenti inedito del Sisde letto da “Chi l’ha visto?” il 14 settembre 2016 si legge che “Secondo quanto riferito da familiari di Emanuela a Funzionari di Polizia, la voce (prima facciata) di donna corrisponde –con buona probabilità- a quella della giovane scomparsa il 22 giugno” in riferimento ad Emanuela Orlandi. Il documento continua “Dall’ascolto della registrazione si evince che la stessa è stata fatta mentre la ragazza veniva sottoposta a stimolazioni dolorose di intensità variabile e progressivamente crescente (scariche elettriche?)” continua dicendo che “Dall’ascolto del nastro si è tratta l’impressione che il soggetto passivo, di sesso femminile, sia stato sottoposto a sevizie, presumibilmente di carattere sessuale, da almeno tre persone di seguito. I soggetti attivi, appaiono di nazionalità italiana, e due di loro tradiscono un accento simile ad romanesco. I rumori di fondo presenti nella registrazione potrebbero indicare che le “sevizie” hanno avuto luogo in un ambiente chiuso situato in centro urbano”. Il documento quindi parla della presenza di uomini all’interno della scena ma il nastro mandato in onda invece non presentava tali voci, chi ha cancellato quelle voci e perché? La voce femminile che si sente su nastro dice “Oh dio, il sangue, quanto sangue” e si lamenta. Si sentono in sottofondo rumori urbani e la voce respira affannosamente lamentando dolori, urlando e piangendo. Pronuncia le parole “Sto svenendo, sto svenendo” e urla ripetutamente, come se in quel momento il suo corpo fosse sottoposto a continue scariche elettriche. In sottofondo si sente un leggero rumore “zanzaroso” che fa pensare alla diffusione di elettricità sul soggetto passivo. Pronuncia la frase “dovevo darti quel numero di telefono”. Nei punti dove si dovrebbe sentire la voce maschile, riportato nel documento del Sisde, vi è il vuoto, sezione palesemente cancellata. Il soggetto passivo sembra subire scariche elettriche, tale affermazione non viene fatta soltanto a seguito di quanto riporta il documento ma anche in base ad un ascolto attento poiché si sente un leggero rumore di diffusione di energia, quasi “zanzaroso” –come detto poc’anzi-  che porta a pensare che fosse oggetto di sevizie mediante questo sistema.
 
La scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori presentano un’evidente linea di demarcazione territoriale tra Roma e Vaticano. Il nastro che riporta la registrazione della ragazza è stato fatto trovare in territorio romano, in Via della Dataria. La domanda che ci siamo posti è la seguente: E’ se quella voce fosse di Mirella Gregori? E’ stata fatta una comparazione vocale con il suddetto nastro e la voce di Mirella?
 
Abbiamo intervistato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, parlando con lui del nastro sopracitato e di quella che potrebbe essere una nuova pista investigativa da percorrere per identificare quella voce.

– Di recente si è tornato a parlare del caso di Emanuela Orlandi a seguito della diffusione del contenuto audio di un nastro rinvenuto 25 giorni dopo la scomparsa di tua sorella, grazie al programma “Chi l’ha visto?”. Quando hai ascoltato per la prima volta il nastro?
Il 17 luglio del 1983 è stato trovato in Via della Dataria. C’è da dire che qualche giorno prima, credo il 13, i presunti rapitori chiamando un’amica di Emanuela gli dissero di avvisare l’Ansa perché avevano lasciato una cassetta sotto il colonnato di San Pietro, poi andarono li quelli dell’Ansa ma non trovarono nulla. Qualche giorno dopo, il 17 appunto, fecero una nuova telefonata all’Ansa dicendo proprio questo “noi avevamo lasciato una cassetta sotto il colonnato di San Pietro ma è stata prelevata da due funzionari vaticani, per questo motivo lasciamo la copia di quella cassetta, la potete trovare in Via della Dataria avvolta in un manifesto”, quelli dell’Ansa sono andati e l’hanno trovata intorno alle 23.00.

– E’ stato reso noto un documento in cui vi è la trascrizione del nastro ma l’inciso presenta delle manomissioni. Qual è stata la vostra reazione a seguito di tale comparazione?
Io all’epoca questo nastro non lo ascoltai. Andarono soltanto mio zio, mio padre e poi dopo qualche tempo mia sorella e mio padre lo ascoltò con mio zio e loro ricordavano benissimo il fatto che c’erano, oltre alla voce di questa ragazza che secondo i rapitori doveva essere Emanuela, loro ricordavano benissimo che c’erano anche altre voci maschili e questo me lo ha confermato qualche giorno fa un poliziotto che all’epoca lavorava e lui lo ha ascoltato la sera stessa che è stato preso da quelli dell’Ansa ed è stato consegnato alla mobile e lui lo ha ascoltato la sera stessa quindi ha confermato che quelle voci c’erano. Questo nastro fu mandato al SISDE per fare un’analisi e andò anche al SISMI per un’analisi da parte loro. Entrambi, sia il SISDE che il SISMI, trascrissero il contenuto di questa cassetta e appunto c’erano anche le voci maschili di tre uomini e tra l’altra dall’analisi del SISMI loro fecero anche un confronto con la voce che i presunti rapitori fecero ascoltare i primi giorni a casa nostra con una telefonata dove si sentiva la voce di una ragazza che diceva “Frequento il secondo Liceo Scientifico quest’anno farò il terzo…” ripetuto diverse volte e che per noi era la voce di Emanuela e secondo l’analisi del SISMI il nastro fatto trovare in Via della Dataria con la voce di quella ragazza corrispondeva alla voce della ragazza che ci avevano fatto ascoltare i primi giorni. Non si era parlato quindi di spezzoni di film pornografici quindi è finita li la cosa però questo nastro poi fu dato alla Criminalpol infine arrivò alla Procura, il fatto è che io in Procura non avevo mai ascoltato questo nastro, la storia fini così nel senso che loro dissero che erano spezzoni di un film porno e per noi era stato un sollievo nel senso che pensare che quella voce potesse essere di Emanuela era tremendo quindi il fatto che loro ci assicurarono era uno spezzone di un film porno noi ci tranquillizzammo e finì così. Non se ne parlò più di questa cosa, solo adesso ad inchiesta chiusa. Ovviamente l’archiviazione non è stata molto gradita nel senso che secondo me è stata voluta questa archiviazione, bisognava chiudere questa vicenda. Poi mi sono andato a vedere tutte le carte, ho cercato carte in Procura, all’archivio di Stato e volevo assolutamente ascoltare questo nastro che non avevo mai ascoltato. Quindi ho ascoltato questo nastro che era a disposizione della Procura, quello che poi hai anche ascoltato a “Chi l’ha visto?” che l’ha mandato integrale. Poi ho trovato dei documenti dei Servizi che analizzavano questa cassetta dove apparivano queste voci maschili e mi son domandato: “allora queste voci che fine hanno fatto? Perché sono state cancellate?”. Da li è nata la cosa che “Chi l’ha visto?” mi ha aiutato in qualche modo a rendere pubblico il tutto, è stato duro anche per noi prendere la decisione di rendere pubblico il nastro però secondo me era necessario perché avvolte sai bisogna forzare la mano perché anche l’opinione pubblica si renda conto di quello che è successo e per fare in modo che se ne parli che l’unico modo è parlarne per riuscire a tirarne fuori qualcosa. Soprattutto perché volevo che questo nastro lo ascoltassero quelle persone che sanno cosa è successo all’epoca solo che si sentono la coscienza a posto perché non hanno avuto la responsabilità diretta e allora io vorrei che si rendessero conto di che persone stanno proteggendo con il loro assurdo silenzio. Per questo motivo era importante fare ascoltare fare ascoltare anche quella voce. Poi adesso mi domando e vorrei sapere assolutamente, vorrei ascoltare la cassetta originale anzi vorrei che la Procura in questo momento lo prendesse proprio come un dovere il fatto di ascoltare questa cassetta e capire cosa è successo. Una risposta ce la devono dare, una giustificazione a questa manipolazione. Per il momento si tratta di manipolazione a meno che non arrivi una giustificazione particolare del motivo per cui è stata riversata solo una parte, finchè non avrò spiegazioni per me è stata una manipolazione e si doveva nascondere qualcosa. 
 
– Secondo voi come mai il nastro è stato manomesso?
Stando così le cose sembra evidente che non si volessero fare ascoltare determinate voci, quantomeno non si voleva che quelle voci arrivassero in Procura perché è evidente che tra SISMI, SISDE e Criminalpol arrivate in Procura sia arrivato senza quelle voci quindi in una di queste tre istituzioni è stata tolta la voce. Se uno pensa che il SISDE e il SISMI hanno fatto un’analisi corretta, sta di fatto che la cassetta è arrivata in un modo ed è arrivata agli inquirenti in Procura in un altro e questa è quella che attualmente avevano gli inquirenti. 
 
– La vicenda di Emanuela Orlandi risulta collegata con la scomparsa di Mirella Gregori, cittadina romana. Tra i due casi però, c’è sempre stata un’evidente linea di demarcazione tra Vaticano e Roma. Il nastro recentemente reso pubblico è stato rinvenuto in territorio romano. E’ se la voce impressa fosse di Mirella Gregori? E’ stata fatta una comparazione con la sua voce?
Questo sinceramente non lo so se è stato fatto, all’epoca i rapitori quando lasciarono il nastro dissero che sul nastro c’era appunto la voce di Emanuela quindi si pensò alla questione di Emanuela ma non so se hanno fatto una comparazione, non posso saperlo perché non ho mai sentito la voce di Mirella.

– Secondo te potrebbe essere un’ipotesi attendibile questa?
Non te lo so dire, guarda, non te lo so dire. In questo momento non ricordo però se il 17 luglio già era uscito il legame con Mirella, adesso mi sfugge, non ricordo esattamente quando ci fu un momento in cui furono legate le due vicende non ricordo se il 17 erano state legate. Però certo, è un’ipotesi che potrebbero comunque vagliare ma questo sarebbe importante soltanto quando ritroveranno il nastro originale che probabilmente era anche più lungo di quello che stava in Procura. Guarda si potrebbero fare tantissime cose perché avendo adesso, a distanza di 33 anni, quel nastro originale e capisci che le strumentazioni a disposizione per analizzare e scovare all’interno di una cassetta sono molto di più rispetto a quelle dell’83 e chissà quante cose potrebbero uscire fuori, magari anche altre voci che all’epoca non si sentivano quindi sarebbe importantissimo questo, si potrebbero capire bene alcune parole  che c’è stato sempre un po’ il dubbio su alcune parole, riascoltare soprattutto queste voci maschili e separarle dal resto. In fondo ci sono stati degli indagati in questa vicenda e quindi ci potrebbe essere la possibilità di fare un confronto con gli indagati per esempio…

– Secondo te come mai hanno voluto far ritrovare il nastro proprio in quel luogo specifico?
Certo, mi sembra strano il fatto che il primo nastro era stato lasciato a San Pietro e il secondo era stato lasciato al Quirinale, i due luoghi simbolo di due Stati che in qualche modo sono stati legati da questa vicenda: Stato Italiano e Stato Vaticano. E’ sa tenere in considerazione il fatto che, se è vero quello che dicono i rapitori, era stata lasciata la copia di quel nastro anche sotto al colonnato e che se è vero che è stato prelevato ed era a disposizione dei funzionari vaticani vorrebbe dire che quattro giorni prima che questo nastro arrivasse alla Polizia, era già passato in mano al Vaticano. Il Vaticano era a conoscenza di quel nastro e di quelle voci quindi anche loro avranno sentito quelle voci. 

– Secondo te la scomparsa di Emanuela Orlandi è strettamente legata alla scomparsa di Mirella Gregori? Quali sono gli elementi che mettono in stretta connessione i due casi?
Quello mi è rimasto sempre il dubbio sinceramente perché ci stanno tanti elementi che portano a pensare che siano collegati, c’è da capire se sono stati legati dopo.

– Secondo te quali sono gli elementi di connessione tra i due casi…
Quelli che sono emersi al di là di quello che dissero i presunti rapitori di Emanuela che ad un certo punto inserirono nei loro messaggi anche il nome di Mirella. Quando mandarono, non ricordo se una lettera, al Giudice Martella che si occupava di entrambi i casi dicendo che in un tentativo avevano preso Mirella per fare pressioni sullo Stato italiano, loro all’epoca legavano sempre la questione Ali Agca, quindi facevano questa pressione sullo Stato Italiano e quello Vaticano però non avendo avuto riscontro allora hanno alzato il tiro puntando su una cittadina vaticana. Ma questo ripeto, è sempre quello che dissero loro all’epoca e poi il legame con il Vaticano nacque con il funzionario della gendarmeria Vaticana, persona che la madre di Mirella riconobbe durante una visita del Papa nella loro parrocchia, vide questa persona e riconobbe questa persona in un tizio che spesso vedeva sotto il Bar anche a parlare con Mirella. Trovarono il nome di questa persona in un funzionario vaticano, misero il suo telefono sotto controllo e fu chiamato dalla magistratura. Il giorno prima di presentarsi dagli inquirenti intercettarono la chiamata tra lui e il suo superiore e lui chiedeva che cosa doveva dire e questi gli diceva “Tu del caso Orlandi non sai niente e soprattutto non dire che abbiamo indagato all’interno e che sta tutto in segreteria di Stato” lui naturalmente disse quello che gli dissero di dire e fini li la storia, anzi, finito quell’interrogatorio diedero la cittadinanza vaticana a questa persona e li fini la storia. Da quel momento fu anche legata la questione di Mirella nel senso che la madre aveva visto questa persona parlare con Mirella e che era un funzionario della gendarmeria vaticana quindi si legarono in questo senso i due casi. 

– Cosa ne pensi di Marco Accetti e che legami pensi che abbia avuto con la scomparsa di Emanuela?
E’ difficile capirlo, lui adesso dovrebbe subire un processo per calunnia e autocalunnia e speriamo che da quel processo esca fuori qualcosa e lui si decida…lui per adesso si è sempre autoaccusato, ha denunciato, ha raccontato dei fatti, però purtroppo non ha mai fornito prove a supporto di quello che diceva. Sono tutte cose dette da lui poi però purtroppo non ha mai fornito prove e non ha mai voluto dare i nomi, neanche in Procura, delle persone coinvolte insieme a lui perché diceva che non poteva, non avrebbe mai fatto la spia quindi non faceva i nomi di queste persone. L’unico nome che fece era quello della sua ex moglie e per questo adesso è accusato di calunnia. Lui potrebbe aver avuto un ruolo diretto o indiretto nel senso potrebbe aver avuto un ruolo nella scomparsa, magari piccola manovalanza, la piccola rotella di un raggio molto più grande. L’altro dubbio potrebbe essere che lui si possa essere inserito in questa storia nel senso che non si sa per quale motivo magari ha seguito questa storia e si è inserito magari facendo delle telefonate anonime, scrivendo dei messaggi, anche lui comunque come Sabrina Minardi ha messo in mezzo anche De Pedis perché secondo lui De Pedis era presente quando Emanuela è scomparsa. 

– Ricordo la famosa telefonata a “Chi l’ha visto?” che segnalava la tomba di De Pedis…
Questa telefonata diceva “ Se vuoi sapere cosa è successo a Emanuela andate a vedere chi è sepolto” come se volesse far capire il legame che c’era tra Stato, Chiesa…voleva far capire a cosa era legata questa vicenda di Emanuela. Però per non lasciare nessun dubbio, si è decisi ad aprire e togliere questa cosa. Da quel momento la vicenda si è legata anche perché dal 2008 usci la Minardi che fece le dichiarazioni che coinvolgeva alcune persone legate alla Magliana e poi quello è stato il nucleo centrale dell’attuale inchiesta. L’inchiesta si è incentrata soprattutto sulla questione della Magliana come manovalanza.  

– Sabrina Minardi, ex compagna di Renatino De Pedis, ha fatto delle importanti rivelazioni in merito a circostanze e luoghi. Come le reputi le sue dichiarazioni?
All’80% veritiere, 70/80% veritiere.
 
– Un nastro con tre voci eliminate: chi hanno voluto coprire secondo te?
Sicuramente li se c’erano tre voci non erano le voci di chi aveva lasciato la cassetta li. Evidentemente erano le voci di persone che volevano coinvolgere…forse una sorta di minaccia nei confronti di qualcuno. Persone che sicuramente non avevano avuto un comportamento fantastico, sicuramente persone che erano coinvolte. Anche se era un collage di pezzettini, potrebbero essere anche voci di diverse ragazze e hanno voluto far capire che c’erano determinate persone che facevano delle cose non normali con le ragazze e hanno voluto coinvolgere queste persone mandando pezzettini di nastri, voci di personaggi che spesso e volentieri si dedicavano a queste attività non bellissime…personaggi legati alla pedofilia, al traffico di minori, mi ha dato quella di sensazione come per dire “vi ricordate voi cosa avete fatto?”. Io mi aspetto che la Procura, chi ha archiviato, si renda conto dell’errore che ha fatto archiviando, anche ascoltando la voce di quella ragazza che chiede giustizia, chiunque essa sia. E’ la voce di una che chiede giustizia comunque e io spero che il procuratore capo di Roma che ha archiviato si renda conto dell’errore che ha fatto e faccia il dovere che il suo mestiere richiede. Chi fa quel lavoro lo fa con passione e la passione di quel lavoro è quella di dare giustizia e quindi in questo caso la giustizia sarebbe sconfitta e chi fa quello di lavoro non può permetterlo.