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Scienza e Tecnologia

Elon Musk, impiantato su di un essere umano il primo chip cerebrale Neuralink

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Neuralink, l’azienda di neurotecnologia medica fondata da Elon Musk, ha inserito per la prima volta un impianto cerebrale su un essere umano. Sembra un film di fantascienza anni ‘80, ma è tutto vero. “Il paziente si sta riprendendo bene dopo l’intervento di domenica”, ha scritto il magnate su X. “I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento di picchi neuronali”, ha aggiunto. L’impianto di Neuralink è stato progettato per consentire alle persone di utilizzare uno smartphone, e altre tecnologie, attraverso l’attività cerebrale. A maggio, Neuralink è stata autorizzata a utilizzare l’impianto, di forma piatta e circolare, in una sperimentazione clinica con gli esseri umani, dopo che in precedenza era stato testato sulle scimmie. L’impianto è dotato di 1.024 elettrodi, che un robot collega al cervello con un ago estremamente sottile. Per la sperimentazione clinica, Neuralink si era orientata in particolare verso pazienti affetti da tetraplegia, vale a dire condizionati da paralisi alle gambe e alle braccia. Quando le persone iniziano a muoversi, una certa area del cervello si attiva. Gli elettrodi captano questi segnali e dovrebbero essere sufficienti a immaginare un movimento per azionare, ad esempio, un cursore su un computer. Anche in caso di interventi riusciti, i pazienti possono impiegare mesi per imparare a controllare i computer attraverso la propria attività cerebrale. Lo studio clinico Neuralink è stato progettato per durare sei anni. A dicembre 2022, Musk aveva preannunciato l’impianto di un chip nel giro di 6 mesi. Il programma ha richiesto un periodo di tempo supplementare rispetto all’intervento del magnate all’evento “Neuralink Show and Tell”. “È come sostituire un pezzo del tuo cranio con uno smartwatch, in mancanza di un’analogia migliore”, aveva detto il fondatore di SpaceX. “Riteniamo che dovremmo essere pronti per avere un chip in un essere umano nel giro di 6 mesi. Stiamo lavorando sodo, prima di inserire un chip in un essere umano vogliamo essere sicuri che funzioni alla perfezione”, aveva aggiunto. Il passo verso un futuro dove uomo e impianti tecnologici possano convivere sembra ormai essere fatto.

F.P.L.

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