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Esteri

ELEZIONI TURCHIA: SCONFITTA PER IL PRESIDENTE ERDOGAN

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Tempo di lettura 2 minutiIl partito AKP prende solo il 40%, ma mirava al 60% per otenere con il referendum il potere con presidenzialismo.

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di Alessandro Rosa

Istanbul – Il 7 giugno 2015 la Turchia è andata al voto per rinnovare il Parlamento, con un’ affluenza dell'86%. 54 milioni di elettori hanno consegnato una risultato inaspettato per il Presidente Erdogan, il suo partito conservatore AkP per la prima volta dopo 13 anni perde la maggioranza assoluta, anche se rimane il primo partito. Entra di prepotenza nella scena politica del paese il partito curdo Hdp nato solo lo scorso anno, la sua performance inaspettata ha fatto superare l’alta soglia di sbarramento del 10% che lo porta diritto nel parlamento.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan mirava ad incassare la maggioranza assoluta con ben 367 seggi per poter realizzare il presidenzialismo d’acciaio e cambiare la costituzione dello stesso paese. Amaro però è il responso delle urne che attestano il partito di ispirazione Islamica di Erdogan solo al 40% con  un magro botino si soli 258 seggi, non centrando assolutamente l’obiettivo impostosi. All'opposizione conquista circa il 25% dei suffragi il kemalista Chp e 131 rappresentanti, il nazionalista Mhp con oltre il 16% e 82 parlamentari ed infine il partito filo-curdo Hdp che ha sfiorato il 13% ed entra per la prima volta in Parlamento con 78-80 deputati. Ciò significa che le opposizione potrebbero formare un governo di coalizione, avendo più di 290 seggi.

SCONFITTA INESORABILE PER ERDOGAN, NON CI SARA’ IL PRESIDENZIALISMO
Non solo non è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta, ma per Erdogan queste elezioni parlano di sconfitta inesorabile. Il suo partito ha incassato solo il 40% lontano assai da quel 60% dei suffragi che gli avrebbero permesso di indire il referendum per conquistare il potere esecutivo che avrebbe consegnato alla Turchia ad una Repubblica presidenziale, con lui al comando.
La Turchia, pur essendo ancora un paese conservatore, con queste elezioni ha frenato e ridimensionato il Presidente Erdogan. Ora gli occhi sono puntati sulle possibile alleanze, i nazionalisti dell'Mhp potrebbero allearsi con il partito'Akp, anche se prima del voto i tre partiti di opposizione hanno escluso ogni alleanza con l'Akp, dopo che per anni hanno denunciato  le spinte dittatoriali e islamiche del "sultano" e la corruzione emersa con le inchieste sulla Tangentopoli del Bosforo, affossate dal potere.

I tre partiti Chp, Mhp e Hdp invero potrebbero cercare un'intesa, l'Hdp e l'Mhp potrebbero superare i loro conflitti interni almeno per togliere all'Akp il potere fino al voto anticipato, che spetta al presidente decidere se e quando convocare. Il segretario generale del Chp, Gursel Tekin proprio in riferimento a scenari ancora tutti da ipotizzare ha dichiarato"La democrazia ha vinto. Non sembra possibile un governo di un singolo partito. È chiaro che ci sarà un governo di coalizione".