ELEZIONI CASTEL GANDOLFO, IL CENTRODESTRA SCALDA I MOTORI

Chiara Rai

Buona parte del centrodestra di Castel Gandolfo ha le idee ben chiare. Altro che anarchia e guerra al simbolo. C’è una squadra e c’è un candidato che si chiama Claudio De Negri, lo stesso delle scorse elezioni che ha incassato 1.236 voti, cioè il 27,4 per cento di preferenze. Dopo cinque anni, però, qualcosa è cambiato, la squadra di centrodestra, appena citata, è sempre compatta, mentre dall’altra parte si profila uno scenario da deserto dei tartari. Le defezioni, ornai, sono all’ordine del giorno, sembra una corsa a staffetta o come dice un mio buon amico, si assistono a dinamiche infantili. Ma lasciamo perdere i commenti.  In questa squadra coesa di centrodestra c’è il capogruppo Pdl Tiziano Mariani e, tra i tanti altri, Luigi Caporicci, storico coordinatore di Forza Italia che puntualizza, “tanto per fare chiarezza sui ruoli politici: Sono stato coordinatore di Forza Italia fino al passaggio nel Pdl – dice – e al momento non è stato nominato nessun’altro. Ma questo non è il punto, se c’è qualche incomprensione si può superare, perché qui non si tratta di vincere alcuna battaglia ma di coordinare forze nuove all’interno di una squadra compatta. Non c’è affatto anarchia nel centrodestra e col buonsenso di sempre si sta costruendo un’alternativa vera alla situazione di stallo e ingovernabilità che regna dall’altra parte e che si presenta a noi come la grande occasione di proporre un’alternativa concreta. Per questo stiamo consolidando una serie di trattative che sono in corso con gli esponenti più rappresentativi di Castel gandolfo. L’affidabilità si conquista con gli atti e non gettando la spugna quando si capisce che non si è tra i vincenti, è un po’ come quando un bambino che ha il pallone inizia a giocare con gli amici, poi vede che non riesce a primeggiare e interrompe il gioco nel cuore della partita”. Serve una traduzione? Non credo. Le dinamiche politiche sono ben note, ma certamente il centrodestra di De Negri e la sua squadra è aperto al dialogo e non esclude di poter coinvolgere i giovani dissenzienti presi dal “malessere” del Pd. Perché in paesi come “Castello”, il partito ha sì un peso ma le forze civiche unite, la maggior parte delle volte, vanno ancora più lontano.