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di Silvio Rossi
Costigliole D'Asti – “Non è cambiato molto, con il riconoscimento del DNA abbiamo solamente la certezza di che ciò che in cuore nostro sentivamo. Elena non era il tipo che poteva scappare da casa lasciando i suoi figli, non abbiamo mai creduto all’allontanamento volontario”.
Questo è il primo pensiero che Morena Deidda, compagna di classe ai tempi del liceo, ci ha esternato quando le abbiamo chiesto cosa pensasse del risultato dell’esame autoptico che ha confermato l’attribuzione alla casalinga di Costigliole d’Asti dei resti ritrovati sabato in un campo a pochi chilometri da casa sua.
“Adesso il nostro principale obiettivo è quello di giungere alla verità sulla vicenda, perché se è vero che ora sappiamo con certezza che Elena è morta, dobbiamo ancora sapere chi l’ha uccisa, quando e com’è stata portata in quel terreno”.
Il ritrovamento circoscrive le ipotesi investigative, anche se da un po’ di tempo nessuno credeva più alla fuga (a parte alcune segnalazioni che sembravano più funzionali all’aumento di ascolti di qualche trasmissione televisiva, che a un reale aiuto alle indagini). Le condizioni in cui è stato ritrovato il cadavere di Elena, però, non potrà offrire molti elementi riguardo al colpevole. Difficilmente sarà possibile estrarre un DNA dell’assassino, così com’è avvenuto ad esempio nel caso di Yara Gambirasio.
Morena conclude con una riflessione: “Il mio pensiero comunque va oggi a quei quattro bambini. Sicuramente hanno iniziato a soffrire dal 24 gennaio (giorno della scomparsa – NDR), ma sapere ufficialmente che la loro mamma è morta sarà comunque un duro colpo per loro”.
Anche Paolo Lanzilli, che con Morena ha organizzato il comitato per giungere alla verità su Elena, concorda sul fatto che il ritrovamento del cadavere è la conferma di quanto pensavano. Ci ha detto “Nei primi mesi potevamo anche pensare che fosse sparita, ma col passare dei mesi non lo ritenevamo possibile, ci siamo fatti una ragione, per noi Elena era morta. È inutile che qualcuno si inventa che è a Tenerife o cose di questo genere. Come si può pensare che una madre prende e parte così. Chi è che si mette a falsificare i documenti per far entrare una persona scomparsa?
C’è stato sciacallaggio su questa cosa, a questo punto bisogna solo trovare la verità. Oltretutto la verità sta uscendo solo ora che noi, insieme a Morena abbiamo organizzato il comitato, abbiamo smosso qualcosa, volevamo mandare i biglietti di auguri, come se qualcuno si è messo paura e ha voluto far ritrovare il corpo di Elena. La cosa ci fa sollevare molte domande”.
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