ELENA CESTE: INTERVISTA A MORENA DEIDDA, COMPAGNA DI CLASSE

di Silvio Rossi

Non si rassegnano all’oblio. Vogliono mantenere alta l’attenzione su Elena Ceste, la casalinga di Cotignole d’Asti scomparsa la mattina del 24 gennaio scorso.

Morena Deidda, sua compagna di classe alle superiori, e Paolo Lanzilli, ex fidanzato proprio ai tempi del liceo, hanno costituito un comitato, “Insieme per Elena”, per cercare di giungere alla verità sulla vicenda che, ormai da otto mesi, tiene in sospeso molte persone.

La prossima settimana, il 25 ottobre, ricorre il trentottesimo compleanno di Elena, il comitato non vuole che passi in sordina, stanno promuovendo iniziative, cercano di collaborare con le indagini.

Abbiamo contattato Morena, che non riesce a comprendere come mai, dopo otto mesi, nessuno sia ancora iscritto nel registro degli indagati, non crede che Elena possa essere ancora viva, e ha molti dubbi sulla figura del marito.

 

D       Tu conoscevi Elena perché eravate in classe insieme, giusto?

 

R       Sì, alle superiori

D       Dopo la scuola hai continuato a frequentarla?

R       No. Noi ci siamo persi di vista finite le superiori. Ma lei in particolare si era persa di vista con tutti, perché si è sposata, è andata a vivere giù nel meridione, e quindi non avevamo più sue notizie. Per assurdo si può dire che Elena era scomparsa anche prima.

D       Ma non l’avevi più sentita, neanche su Facebook?

R       Sì, io era due anni che la sentivo, lei mi chiese l’amicizia ad agosto del 2012.

D       Quindi, comunque c’è stato un certo dialogo.

R       Sì, ci siamo riavvicinate.

D       Come l’avevi trovata, diversa da come la ricordavi, o era sempre uguale?

R       Sempre molto riservata. Assolutamente non dava nessuna confidenza, si parlava del più e del meno: dei figli, della casa.

D       Quindi a te non ha raccontato nulla in merito a possibili incontri con altri uomini?

R       Assolutamente nulla

D       Michele, il marito, non l’avevi conosciuto?

R       No, l’unica cosa che mi aveva detto è che era un vigile del fuoco, basta, nient’altro.

D       E dei figli parlava?

R       Sì, si raccontava dei bambini, nel senso cosa facevano, che scuola frequentavano.

D       Poi arriva il giorno della scomparsa. Come l’hai saputo? Dai giornali?

R       No, mi ha telefonato un’amica la domenica, Elena è scomparsa il venerdì. Quest’amica stava guardando il telegiornale, e mi ha chiamato dicendomi che era scomparsa.

D       Un’altra amica della classe?

R       Sì, un’altra amica di scuola.

D       Eravate più di una persona a essere in contatto.

R       Sì, ad esempio a settembre avevamo organizzato una cena, Elena non era venuta. Doveva venire anche lei, poi all’ultimo non sapeva come fare con i bambini, perché il marito faceva la notte.

D       Quando hai iniziato a interessarti della vicenda? Subito dopo la scomparsa o più tardi?

R       Io, qualche giorno dopo la scomparsa, stavo guardando Quarto Grado, e stavano parlando di Elena, dicendo che per loro era allontanamento volontario, al che io mando una mail dicendo: “Io conosco Elena, ed escludo assolutamente che sia un allontanamento volontario”. Quindi loro mi hanno contattato e mi hanno fatto un’intervista. Poi la giornalista mi ha dato il numero di Torino, del cognato, e mi sono messa in contatto con loro. Li ho incontrati, ho parlato con lui, con la mamma di Elena, la sorella. Poi dopo un paio di settimane mi ha voluto incontrare Michele, perché non mi conosceva, ha voluto capire chi ero.

D       Quindi hai conosciuto Michele.

R       L’ho visto due volte.

D       L’altra settimana intervistai Paolo Lanzilli, e lui era scettico sul comportamento di Michele, perché non partecipa alle ricerche. Tu cosa pensi?

R       Assolutamente concordo con quanto ha detto Paolo, anche perché io sono stata a casa di Michele l’ultima volta il 24 marzo, dove io gli ho detto come secondo me erano andate le cose, che quindi lui sapeva assolutamente la verità sulla scomparsa della moglie, e lui da quel giorno non mi parla più.

D       Ora voi avete fatto questo comitato, assieme a Paolo. Cosa sperate di ottenere?

R       Sicuramente dare fastidio al marito, fargli sapere che noi ci siamo, che comunque vogliamo la verità su Elena e non molliamo. Tramite il comitato noi possiamo organizzare eventi, per non dimenticare.

D       Stavate anche organizzando una fiaccolata per il 25, compleanno di Elena, che poi alla fine non si farà per non turbare ulteriormente i figli.

R       Noi avevamo già fatto, prima del comitato, una fiaccolata a luglio. Volevamo farla anche adesso per il compleanno, ma anche per il momento delicato delle indagini, abbiamo preferito non ripeterla. Adesso stiamo organizzando una battuta di ricerche sul territorio con i cani da cadavere, che penso nel mese di novembre la faremo, comunicandola agli inquirenti, per non avere problemi con loro. Sarà sicuramente un sabato, con una decina di persone, batteremo la zona.

D       Un altro particolare che ho letto è la scomparsa del cane di Elena.

R       Quando io sono andata a casa di Michele a marzo il cane già non c’era più. Michele dice di averlo ridato al proprietario, perché gli era stato dato in prestito. Se poi chiedi al papà di Elena ti risponde uguale, hanno una formula standard.

D       Dalle dichiarazioni sembra che i familiari di Elena non sospettino di Michele, come mai?

R       Io penso che siano ricattati da Michele per via dei bambini. Io ne sono convinta, che lui abbia in pugno i suoceri da quel punto di vista.

D       Un’ultima domanda. Mi sembra di capire che anche tu sia convinta che Elena non sia più tra noi. Se però ti fossi sbagliata, e un giorno dovesse tornare, cosa le diresti?

R       La prima cosa le direi di separarsi da Michele.

D       Perché in ogni caso, anche fosse un allontanamento volontario, daresti a lui la colpa?

R       Certo, anch’io sarei scappata da uno così. A gambe levate.