Redazione Lazio
Edilizia nel Lazio: è crisi occupazionale e imprenditoriale
Tempo di lettura 5 minutiPresentato presso la sede della Federlazio il primo osservatorio sull'edilizia.
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7 anni faon
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mstaffiero
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di Marco Staffiero
ROMA – Ancora dati allarmanti di una situazione a dir poco tragica. Oggi, presso la sede della Federlazio, sono stati presentati i dati del primo rapporto relativo all’Osservatorio sullo stato di salute dell’edilizia nel Lazio. Il report è stato illustrato dal Presidente della Federlazio Silvio Rossignoli, dal Direttore Generale Luciano Mocci e dal Presidente di Federlazio Edilizia Alessandro Sbordoni. All’incontro è intervenuto, tra gli altri, anche l’Assessore all’Urbanistica e Infrastrutture di Roma Capitale, Luca Montuori. L’Osservatorio Federlazio costituisce una iniziativa unica nel suo genere in quanto, oltre a raccogliere ed elaborare dati di contesto, rilevati da fonti ufficiali, prevede la realizzazione di una indagine rivolta direttamente ad un campione rappresentativo di 130 imprenditori edili del Lazio, intervistati tra il 10 aprile e il 5 maggio 2017. I dati dell’indagine si riferiscono al 2016 con previsioni per il 2017. Obiettivo fondamentale dell’Osservatorio è quello di produrre informazioni significative sull’andamento del settore, utili a tutti quei soggetti economici ed istituzionali impegnati nella programmazione e realizzazione di progetti, iniziative e azioni concrete per supportare e sostenere lo sviluppo del territorio. L’edilizia infatti, nonostante la crisi di questi ultimi anni, con le sue 72.000 imprese e oltre 130 mila addetti, costituisce il 15% dell’universo imprenditoriale e il 6% dell’occupazione totale nella regione e svolge una importante funzione di traino per l’intera economia e il sistema produttivo.
Dall’elaborazione Federlazio dei dati di contesto, si evince chiaramente come l’intero settore viva una grave crisi occupazionale e imprenditoriale. In Italia tra il 2012 e il 2016 le imprese attive si sono ridotte di 62.000 unità e i posti di lavoro persi sono stati oltre 300 mila. Nello stesso periodo, nel Lazio la situazione di crisi si evidenzia attraverso la chiusura di 1.196 imprese e di 30 mila occupati in meno. Se, poi, si considera il periodo 2010-2016 i posti di lavoro persi sono stati oltre 60 mila che corrisponde a una variazione percentuale del 32%. In pratica a partire dal 2010 ad oggi nel Lazio l’edilizia ha perso un posto di lavoro ogni tre. Il settore delle costruzioni mostra segnali di sofferenza anche rispetto al resto dell’economia italiana. Una tendenza, purtroppo, che non presenta ancora segnali significativi di ripresa, a differenza di altri comparti che, sia pur lentamente, si sono rimessi in moto. In un quadro tanto negativo emerge però un elemento positivo proveniente dal mercato immobiliare, con un numero di compravendite che nel 2016 in Italia ha superato le 500 mila unità (erano 440 mila nel 2012). Stesso trend per il Lazio che nel 2016 ha fatto registrare una crescita nelle compravendite rispetto al 2012 di ben 6.500 unità. L’indagine svolta da Federlazio, ha riguardato le seguenti tematiche: situazione attuale del mercato e occupazione; andamento attività per segmenti di mercato; fattori che incidono sul mercato; ricorso al credito; prospettive per il 2017.
Nel 2016 il saldo delle valutazioni sull’andamento dell’attività aziendale evidenzia un indice negativo di 30 punti che conferma lo stato di estrema difficoltà del settore, già emersa dai dati di contesto. Tale saldo è il risultato della differenza aritmetica tra il 15% delle aziende che hanno registrato un qualche sviluppo del proprio business e dal 45% che, invece, ha visto ancora una volta arretrare i livelli di attività aziendale. Questa condizione risulta più accentuata tra le imprese fino a 5 addetti (saldo -38,1) e tra quelle che operano sul mercato pubblico (-43,2). E' stato poi chiesto agli imprenditori di esprimersi sull’andamento del livello dei prezzi che il mercato riconosce alle attività edilizie nel 2016. Anche in questo caso il saldo, calcolato come differenza tra le percentuali di coloro che hanno ottenuto prezzi migliori (15%) e peggiori (41%) rispetto all’anno precedente, risulta fortemente negativo (-26) evidenziando anche una difficoltà sul fronte della capacità di tenuta dal punto di vista della qualità e del valore delle singole commesse.
A tutto questo si associa anche una forte diminuzione dei livelli occupazionali che nel 2016 ha riguardato il 35% delle imprese intervistate.
A tutto questo si associa anche una forte diminuzione dei livelli occupazionali che nel 2016 ha riguardato il 35% delle imprese intervistate.
In particolare i posti di lavoro diminuiti in misura più accentuata sono risultati quelli stabili, a tempo indeterminato (saldo -23,2), confermando la condizione di incertezza del mercato.
Il grafico sugli andamenti dei singoli segmenti di mercato evidenzia come da un lato, la crisi abbia colpito maggiormente le attività relative alle nuove costruzioni, soprattutto dell’edilizia commerciale (saldo -51,5), mentre dall’altro versante, le attività connesse alle ristrutturazioni e alla valorizzazione dell’edilizia privata risultano essere quelle che hanno consentito al settore di contenere le difficoltà (saldo -9,8). Questo grazie, soprattutto, agli effetti positivi degli incentivi fiscali che sono stati confermati anche per il 2017. Tra i fattori che incidono negativamente sull’andamento del business aziendale, al primo posto (voto da 1 a 5) gli imprenditori indicano il “rallentamento e le complicazioni nelle procedure di aggiudicazione dei bandi pubblici” (4,05), seguito da “riduzione dei bandi di gara” (3,66) e “aumento dei vincoli burocratici” (3,61).Sul fronte del Credito, il 46% dichiara di aver richiesto una qualche forma di credito bancario nel 2016. Si tratta di una percentuale più bassa se confrontata quella emergente dall’indagine congiunturale che Federlazio realizza presso le imprese del Lazio, dalla quale risulta che due aziende su tre circa hanno richiesto un credito bancario nel corso del 2016. Solo il 40% degli intervistati è riuscito ad ottenere completamente quanto richiesto alla banca, il 27% solo parzialmente, mentre il 33% sono le richieste “non accolte”. Riguardo i motivi del mancato o parziale accoglimento, oltre i due terzi (63,6%) dichiarano che “la banca non ha ritenuto finanziabile l’iniziativa”.
Il grafico sugli andamenti dei singoli segmenti di mercato evidenzia come da un lato, la crisi abbia colpito maggiormente le attività relative alle nuove costruzioni, soprattutto dell’edilizia commerciale (saldo -51,5), mentre dall’altro versante, le attività connesse alle ristrutturazioni e alla valorizzazione dell’edilizia privata risultano essere quelle che hanno consentito al settore di contenere le difficoltà (saldo -9,8). Questo grazie, soprattutto, agli effetti positivi degli incentivi fiscali che sono stati confermati anche per il 2017. Tra i fattori che incidono negativamente sull’andamento del business aziendale, al primo posto (voto da 1 a 5) gli imprenditori indicano il “rallentamento e le complicazioni nelle procedure di aggiudicazione dei bandi pubblici” (4,05), seguito da “riduzione dei bandi di gara” (3,66) e “aumento dei vincoli burocratici” (3,61).Sul fronte del Credito, il 46% dichiara di aver richiesto una qualche forma di credito bancario nel 2016. Si tratta di una percentuale più bassa se confrontata quella emergente dall’indagine congiunturale che Federlazio realizza presso le imprese del Lazio, dalla quale risulta che due aziende su tre circa hanno richiesto un credito bancario nel corso del 2016. Solo il 40% degli intervistati è riuscito ad ottenere completamente quanto richiesto alla banca, il 27% solo parzialmente, mentre il 33% sono le richieste “non accolte”. Riguardo i motivi del mancato o parziale accoglimento, oltre i due terzi (63,6%) dichiarano che “la banca non ha ritenuto finanziabile l’iniziativa”.
In merito alle previsioni, l’orizzonte medio temporale, in mesi di lavoro assicurato per le imprese, è risultato pari a 10 mesi, che corrisponde allo stesso valore emerso dalle indagini periodicamente realizzate dall’Istat sull’intero territorio nazionale. Interessante notare come questo valore si riduca a 5-7 mesi per le aziende di piccole dimensioni. Riguardo invece alle previsioni sull’andamento delle attività, rispetto al quadro del 2016 le aspettative per il 2017 sembrano in generale in lieve miglioramento, con un saldo complessivo pari a -16 (-30 nel 2016). Nel dettaglio sui singoli segmenti di mercato, le aspettative sono in crescita per gli interventi di recupero urbano (saldo +5,3) e per le ristrutturazioni per l’edilizia privata (saldo +2,4). Segnale fortemente negativo dall’edilizia commerciale (saldo -53,1), considerato con pochissime prospettive per il futuro. “Da tempo volevamo realizzare un Osservatorio sull’Edilizia del Lazio- ha dichiarato il Presidente di Federlazio Edilizia, Alessandro Sbordoni – che fosse in grado di monitorare il reale stato di salute della categoria. Il report derivante dall’attività dell’Osservatorio, verrà realizzato a cadenza annuale affinché possa essere di aiuto ad Istituzioni ed operatori economici che quotidianamente lavorano per lo sviluppo di questo importante comparto.
Dal rapporto di quest’anno emergono chiaramente alcuni aspetti che devono essere presi in considerazione in chiave di prospettiva e impegno futuro. Come si è visto, in un quadro generale estremamente negativo, gli imprenditori sembrano fare un certo affidamento sullo sviluppo delle attività di ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare. Assieme a questo filone emerge anche una aspettativa positiva nei confronti delle attività relative alla riqualificazione urbana, quanto mai necessario oggi nella città di Roma e nelle altre città laziali, che potrebbe generare nuove e ampie opportunità di business. Sul fronte dell’impegno pubblico – ha continuato Sbordoni – non deve assolutamente essere sprecata l’opportunità offerta dal “Piano Casa Italia”, messo in cantiere dal governo, successivamente agli eventi sismici. Di particolare interesse e impatto per il territorio regionale è poi la Legge Regionale sulla rigenerazione urbana (‘Norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio’), approvata proprio in queste ore, con la quale la Regione Lazio propone un testo che superi il regime del Piano Casa e anticipi l’entrata in vigore del Testo Unico sull’urbanistica. Si spera inoltre che, sul fronte procedurale, la Pubblica Amministrazione abbia consolidato le procedure connesse al nuovo codice degli appalti e che tale condizione possa riflettersi positivamente sui livelli di efficienza, efficacia e rapidità di aggiudicazione dei bandi pubblici che incide in maniera particolarmente negativa sulle attività delle aziende".