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EBOLA, PSICOSI DA CONTAGIO: TROPPE OMBRE E RESPONSABILITA’

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Tempo di lettura 9 minuti Il focolaio non e’ stato contenuto, un altro scandalo che prosegue la scia dell’ultimo appena vissuto nei laboratori governativi americani

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Dopo il ping pong di notizie allarmanti arriva il ZMAPP il farmaco sperimentale somministrato per via compassionevole a due missionari americani rimasti infettati in Africa appena trasferiti in America. Eppure il CDC assicurava nei comunicati stampa che il virus Ebola non si trasmette facilmente. Il focolaio non e’ stato contenuto, un altro scandalo che prosegue la scia dell’ultimo appena vissuto nei laboratori governativi americani, i più specializzati del mondo, che senza ombra di dubbio ha mostrato procedure insicure sulla manipolazione e trasferimento dell’antrace e del virus H5N1, che dopo aver procurato imbarazzo istituzionale e un possibile contagio all’esterno, ha fatto chiudere gli stessi laboratori mettendo in atto nuove procedure di sicurezza e figure professionali con direttive specifiche. Per gli appassionati di film fantascientifici, Ebola, la nuova pandemia non è una trama neanche tanto originale, in “Contagion”, il film che con molta originalità ha tracciato scenari apocalittici sulla pandemia influenzale del 2009 (che va ricordato fortunatamente non è mai avvenuta), dopo diversi giorni era pronto un vaccino che nessuno aveva sperimentato.

di Cinzia Marchegiani

Atlanta (USA) – L’epidemia Ebola sta allarmando il mondo e tessendo paure indiscriminate facendo leva sul terrore ancestrale, quello di non avere una cura per una malattia praticamente mortale se ti infetta. Ad oggi sappiamo veramente ben poco cosa è accaduto in realtà in Africa. Il focolaio Ebola è sfuggito al controllo dei massimi esperti che dovevano contenere ed eventualmente trovare un vaccino contro questo virus letale al 90%. Più ombre che luci in questo mare di sospetti che stanno emergendo con forza se nel dettaglio si analizzano i comunicati dei più importanti laboratori specializzati al mondo mentre i report dei decessi come un contatore impazzito continua a crescere. Il 6 agosto 2014, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) con un comunicato informava che sta rapidamente aumentando gli sforzi in corso per frenare l'espansione del focolaio Ebola dell'Africa occidentale e la distribuzione del personale di quattro nazioni africane attualmente interessate: Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria. L'epidemia è iniziata marzo 2014 in Guinea e diffuso ai paesi vicini della Liberia e Sierra Leone.

Si è da poco diffuso in Nigeria attraverso un viaggiatore di Liberia. Il 5 agosto, il CDC ha emesso un secondo “avviso di allerta per i viaggiatori in Nigeria “, notificando ai viaggiatori di praticare attenzione all'igiene ed evitare il contatto con sangue e fluidi corporei di persone malate di Ebola. Rimane in vigore invece il “livello di grado 3 per i viaggi per la Guinea, Liberia e Sierra Leone” i cui si consiglia di evitare gli spostamenti non essenziali in questi paesi. I laboratori governativi statunitensi CDC, i più importanti nel mondo, spiegano la loro missione, quella di prevenire, individuare e fermare i focolai di malattia ovunque si verifichino e a proteggere la salute dell'America migliorando la salute pubblica sia in patria che all'estero:” CDC ha contribuito gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per controllare l'epidemia di Ebola in Africa occidentale dall'inizio del focolaio. CDC ora sta assumendo un ruolo più attivo, ed è stata invitata dall'OMS per garantire una leadership sul fronte tecnico. Il CDC ha attivato la sua Emergency Operations Center al suo livello di risposta più alto.” Ma nonostante le procedure attivate dai laboratori governativi americani CDC che rassicurano il contenimento:“La linea di fondo con Ebola è che sappiamo come fermarlo: sanità pubblica tradizionale. Trova i pazienti, isola e prende cura di loro, trova i loro contatti, educa le persone e esegue rigorosamente il controllo delle infezioni negli ospedali. Fare queste cose con cura meticolosa e Ebola va via" ad oggi i dati sembrano non rendere merito al lavoro svolto!

Il direttore della CDC, Tom Frieden, lo stesso che neanche un mese fa ha chiuso i laboratori di Atlanta per lo scandalo sulle procedure di sicurezza sul trasferimento e neutralizzazione di sostante altamente letali come l’Antrace e il Virus H5N1, che di fatto lo ha costretto a riformare tutte le procedure e individuare una squadra di scienziati con alte cariche di responsabilità capaci di monitorare e indicare nuove linee guida sia sulla sicurezza dei laboratori che sulla comunicazione interna di errori, anticipa le tappe di questa nuova emergenza: "Per mantenere sicura l'America, gli operatori sanitari dovrebbero isolare e valutare le persone che sono tornati dalla Guinea, Liberia e Sierra Leone, in passato 21 giorni e avere febbre o altri sintomi suggestivi di Ebola. Noi salveremo le vite umane in Africa occidentale e proteggeremo noi stessi a casa fermando Ebola alla fonte." Per questo la CDC sta rapidamente inviando più esperti di controllo delle malattie per le quattro nazioni attualmente di segnalazione dei casi, 50 ulteriori esperti di controllo della malattia saranno nella regione entro 30 giorni.

Alcuni membri del personale hanno completato le loro implementazioni e sono a rotazione fuori del paese, ma il numero complessivo del personale sono in aumento. A partire dallo scorso 4 agosto 2014 la distribuzione del personale ha raggiunto 6 tecnici in Guinea, 12 in Liberia, 4 in Nigeria e 9 in Sierra Leone. La risposta a livello di agenzia continuerà fino a quando l'epidemia sarà sotto controllo, uno sforzo prevista per 3-6 mesi. In Africa occidentale, questi detective delle malattie stanno dirigendo gli sforzi per puntiformi casi e dei loro contatti utilizzando un nuovo strumento sviluppato presso il CDC, un applicazione sulla febbre emorragica virale (VHF) che accelera una delle parti più difficili di individuazione della malattia: trovare tutti esposti al virus, mentre altri esperti CDC hanno il compito di educare il pubblico su come evitare il contagio di Ebola, garantire che il personale sanitario strettamente seguono protocolli che li proteggono contro le infezioni, rafforzare gli aspetti di laboratorio della risposta e migliorare la comunicazione tra tutti i soggetti interessati (il pubblico, i pazienti e le loro famiglie, operatori sanitari, governi e organizzazioni non governative, e la media). Una “mission” dettagliata che ora sembra perfetta, ma ci si chiede cosa è stato fatto finora in Africa se questi protocolli dovevano contenere una malattia infettiva che già molto tempo sta seminando morti…. Sforzi e obiettivi che la CDC non confina esclusivamente in Africa occidentale ma anche in America, aggiornando (?) i protocolli di infezione di prevenzione per gli ospedali dove i viaggiatori con sospetta esposizione Ebola possono presentare per il trattamento, per l'equipaggio di aeromobili e personale aeroportuale e per i laboratori di manipolazione dei campioni da casi sospetti di Ebola, dichiarando che negli ospedali degli Stati Uniti possono gestire in sicurezza i pazienti con malattia di Ebola, elogiando i fattori chiave come l'isolamento dei pazienti, diligente pulizia ambientale e disinfezione, e la protezione di operatori sanitari.
Tra il 31 luglio al 1 °agosto 2014, per un totale di 163 nuovi casi di malattia da virus Ebola (EVD; casi laboratorio-confermati, probabili e sospetti) e 61 decessi sono stati segnalati dalla Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Tre di questi casi sono in Nigeria e comprendono due nuovi casi probabili – uno in un operatore sanitario e uno in un nigeriano che ha viaggiato in Guinea – e sospetto caso di un'infermiera. Le autorità nazionali di Ghana, Nigeria, Togo e continuano a lavorare a stretto contatto con l'OMS e lo partner nell'identificazione di contatti e ricerca di contatti, nonché nella preparazione di piani di intervento a seguito della recente visita e la morte di un cittadino liberiano a Nigeria da EVD e il nuovo caso probabile EVD nigeriano, che ha viaggiato in Guinea.

Ed ecco che il virus Ebola approda in America tramite due voli sanitari, che ha trasferito i missionari infettati con il virus, il giovane medico di 33 anni, il dr. Kent Brantly e Nancy Writebol di 59 anni dove sono opportunamente trattati da specialisti in malattie infettive presso la Emory University Hospital di Atlanta. Nonostante la malattia, concentrata in Africa, abbia ucciso quasi 900 persone da febbraio, esclusivamente ai due americani infettati e in condizioni davvero critiche, viene somministrato il farmaco ZMapp che sembra aver salvato la loro vita, previa firma del consenso per un farmaco sperimentale che entra nel regolamento della FDA uso compassionevole, che consente l’accesso ai farmaci al di fuori di studi clinici. Ma lo ZMAPP non è uscito dal cappello a cilindro, anzi in tutto il mondo ci sono molte società farmaceutiche che stanno sperimentando vari farmaci per questo virus. Ci si chiede quale etica ha permesso una discriminazione del genere, quando il focolaio presente in Africa non ha permesso questo trattamento per via compassionevole, ci si chiede in quanti stanno sperimentando in Africa le classi dei vaccini e non dei farmaci che invece curano la patologia. Lo ZMAPP, è descritto ufficialmente come“il risultato di una collaborazione tra Mapp biofarmaceutica, Inc. e LeafBio (San Diego, CA), Defyrus Inc. (Toronto, Canada), il governo degli Stati Uniti e l'Agenzia di sanità pubblica del Canada (PHAC). ZMappTM si compone di tre anticorpi monoclonali "umanizzati" fabbricati in piante, in particolare Nicotiana. E 'un cocktail ottimizzata combinando il meglio componenti MB-003 (Mapp) e ZMAb (Defyrus / PHAC). Lo ZMappTM è stato identificato come un candidato farmaco nel gennaio 2014 e non ha ancora stato valutato per la sicurezza nell'uomo. Come tale, ben poco del farmaco è attualmente disponibili. Qualsiasi decisione di utilizzare un farmaco sperimentale in un paziente sarebbe una decisione presa da il medico curante in base alle direttive di regolamentazione della FDA. Mapp ei suoi partner stanno collaborando con le organizzazioni governative a aumentare la produzione il più rapidamente possibile.” Quali pressioni vengono fatte affinché un farmaco facilmente somministrabile in un contesto di reale crisi planetaria non viene prodotto e inviato per uso compassionevole, con i milioni di dollari stanziati dall’USA, OMS? In effetti gli scienziati sono propensi sempre a sperimentare e collaudare un vaccino invece di un farmaco che va usato esclusivamente all’insorgenza della patologia, che avrebbe un business contenuto rispetto ad un vaccino reso obbligatorio o al massimo facoltativo al resto dell’umanità. Ci si chiede quanto di queste notizie allarmanti servano ad alimentare le paure ancestrali dell’uomo, vittima delle proprie fobie che farebbe di tutto pur di salvarsi da malattie orribile e agonie inenarrabili.
900 morti, un tasso di mortalità del 90% e in Africa non si attivano per uno studio clinico di un farmaco e “non vaccino” facendo leva sul buon senso e logica, mentre le lungaggine burocratiche e l’uso compassionevole ha un principio di etica solo per cittadini americani. Questione di finanziamenti? Non sembra perché finora per contenere e arginare e monitorare questa pandemia africana, sono stati messi a disposizione ingenti somme da capogiro, e le domande lecite ora gettano ombre inquietanti su chi in realtà e come si sta speculando su un continente terreno fertile di carne umana su cui sperimentare possibili vaccini da spammare poi sull’intero pianeta come unico ausilio per debellare definitivamente una pandemia che a dati oggettivi è difficile trasmettere con le norme igieniche adatte. Un funzionario Onu ha suggerito che i farmaci non possono essere testati nel bel mezzo di un'epidemia!!!! Sarebbe da chiedergli quando di grazia possono essere sperimentati. E il mondo ora legge tra le righe queste strategie, messe in atto con molta inquietudine, e i dubbi su come spesso queste malattie vengano sfruttate esclusivamente per fini di business, le 900 morti hanno un valore, ma non troppo evidentemente per attuare un piano sanitario atto prima di tutto a guarire e non sperimentare. Sarebbe opportuno capire chi e come è andato in Africa a sperimentare vaccini, mentre come birilli le persone infette morivano, mettendo in procurato allarme il resto del mondo che può solo conoscere le notizie dei canali ufficiali dell’OMS, della CDC e dei governi, quando purtroppo a nostre spese stiamo imparando che le inchieste dei giornali e dei magistrati hanno aperto crepe immense sull’etica degli scienziati e delle case farmaceutiche troppo legati da interessi che vanno aldilà di quello dei malati. Sarà un caso la morte di Glenn Thomas sul volo abbattuto in Ucraina? Sarà un caso se esistono diversi farmaci che possono contenere e salvare vite umane, ma non attivati e amplificati gli studi in un territorio flagellato dalle infezioni?
Il caso ha voluto che ad infettarsi fossero due statunitensi e ora i due americani saranno studiati ulteriormente per determinare come il farmaco ha lavorato con il loro sistema immunitario.

Per loro è stato possibile, ma sembra che stendere un farmaco testarlo nel corso di una epidemia massiccia sembra molto difficile e monitorarne il successo richiederebbe personale medico supplementare dove le risorse sono già scarse…Scarse? Sono scarsi i fondi stanziati? La logica….sembra un elemento assente in questa shakespeariana e holliwoodiana storia, eppure bastava prendere un gruppo di malati e attuare una sperimentazione del farmaco o farmaci promettenti…ma gli scienziati ammoniscono, sarebbe meglio un vaccino!
La pandemia Ebola sembra una trama di un film neanche tanto originale, per gli appassionati di film fantascientifici ricordano senza sorpresa “Contagion”, il film che con molta originalità ha tracciato scenari apocalittici sulla pandemia influenzale del 2009 (che va ricordato fortunatamente non è mai avvenuta e ha fatto spendere un patrimonio per vaccini mai serviti) e dopo diversi giorni era pronto un vaccino che nessuno aveva sperimentato!
Intanto la pandemia Ebola coincide con il lancio dell’Agenda Globale per la sicurezza sanitaria del governo degli Stati Uniti, che ha come obbiettivo il rafforzamento della sicurezza nazionale, aiutando altre nazioni prevenire, rilevare e rispondere efficacemente alle epidemie. Nel corso dei prossimi cinque anni, l'iniziativa rafforzerà l'infrastruttura sanitaria di almeno 30 paesi partner, con 4 miliardi di cittadini. CDC ha investito 40 milioni dollari quest'anno, nello sforzo e il presidente Barack Obama ha chiesto un supplemento di 45 milioni di dollari nel bilancio 2015, e il nuovo CDC Disease Detectives Utilizzo nuovo strumento software in febbre emorragica Ebola, è già stato messo in azione….

Il vaccino sembra l’unico obiettivo prioritario dei sistemi sanitari, in fondo la pandemia influenzale del 2009 mai verificatasi ha lasciato moniti che sono stati dimenticati con molta facilità dalle nuove allarmati notizie, che fanno purtroppo leva sull’inconscio e le paure…ma non il danno erariale per vaccini mai utilizzati. Ricordiamo che con lo sviluppo di focolai di influenza pandemica del virus H1N1 nel 2009, il ministero della Salute con un approvvigionamento d’urgenza del vaccino aveva sottoscritto un contratto capestro con la Novartis per l'acquisito di 24 milioni di dosi di vaccino per un ammontare complessivo di 184 milioni 800mila euro. Il caso volle che il procurato allarme si risolse con un solo caso sul territorio italiano che spinse il ministero ad interrompere la fornitura di oltre 12 milioni di vaccini non ancora prodotti, per un controvalore di 97 milioni 615mila 179 euro. Ora l’indennizzo dovuto alla casa farmaceutica è sotto l’inchiesta della magistratura, poiché il prezzo comprensivo del costo è sospettato di essere stato gonfiato dell'adiuvante, ed emergerebbe da un controllo dell’Agenzie delle Entrate della Novartis "evidenti profili d'illiceità fiscale, si legge, afferenti un fenomeno di trasfer pricing infragruppo, finalizzato all'accrescimento artefatto dei costi di produzione di vaccini adiuvati con MF59"

Libera interpretazione o profetica lungimiranza? Ai posteri… come sempre l’ardua sentenza. Per esorcizzare scenari apocalittici mai avvenuti, basterebbero guardare “Contagion”, l’epidemia mai avvenuta, e quel vaccino uscito dal cappello a cilindro che nel film salvò l’umanità.

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Nobody Wants to Die, il videogame thriller in salsa cyberpunk

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Nobody Wants to Die, titolo sviluppato da Critical Hit Games disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, è un’avventura di stampo noir ambientata nella città di New York del 2329. Protagonista dell’avventura è il detective James Karra che si trova a dover indagare su una serie di misteriosi omicidi. Il poliziotto però non è solo, ma dovrà affrontare le indagini assieme alla giovane collega Sara Kai, suo braccio destro nonché personaggio fondamentale nel corso della storia. Fin dai primi passi mossi in questo thriller decisamente molto curato per quanto riguarda l’aspetto grafico, siamo rimasti affascinati dall’atmosfera da detective story in stile Blade Runner, dove però il focus devia totalmente dalle dinamiche di combattimento che ci si aspetterebbe. Nel corso di tutta la durata di Nobody Wants to Die, infatti, non si incontrerà alcuna sequenza di combattimento. Un vero peccato perché a nostro avviso qualche sparatoria avrebbe sicuramente messo più pepe al tutto. Come si può intuire, quindi, i cardini della produzione sono racchiusi tutti in tre elementi: storia, personaggi e ambientazione. A livello narrativo l’avventura ha inizio con il detective James Karra che torna a lavorare in polizia dopo un recente incidente in seguito al quale sembra aver avuto delle conseguenze sulla sua salute psichica. Proprio nel suo giorno di riposo viene incaricato dal suo capo di indagare sul presunto suicidio di uno degli uomini più ricchi di New York, Edward Green. L’uomo si accorgerà ben presto però che il caso affidatogli non è quel che sembra e, in compagnia della sua collega, Sarah, si troverà invischiato in un intrigo politico estremamente pericoloso e complesso.

Fra livelli che si sviluppano in verticale man mano che aumenta il tenore di vita dei cittadini, auto volanti che affollano i cieli ed enormi insegne luminose a fendere l’oscura decadenza di una metropoli in cui piove sempre o quasi, l’ambientazione di Nobody Wants to Die si ispira in maniera palese a Blade Runner ed è ovviamente un peccato che la si possa solo ammirare da lontano. Sono presenti infatti sequenze in cui il protagonista si ritrova a contemplare il profilo della sua New York e il traffico che scorre fra i palazzi, magari mentre si affaccia dallo sportello aperto della sua stessa auto volante. Tuttavia, una volta messo in moto il veicolo, l’atto di viaggiare verso una qualsiasi destinazione viene rappresentato in maniera automatica, senza la possibilità di pilotare il mezzo. Di fatto i momenti in cui viene concesso di esplorare lo scenario sono pochi e limitati, a dimostrazione di come il contorno scenografico dell’avventura sia appunto questo: un semplice sfondo, pensato per arricchire e contestualizzare un gameplay che di fatto si limita all’analisi delle scene del crimine o ai puzzle che concludono un’indagine andando a sommare i vari elementi. A livello di giocabilità, una volta giunti sulla scena del crimine si può azionare un dispositivo in grado di “riavvolgere il tempo” e rivelare elementi da approfondire e visualizzare, ricorrendo anche ad apparecchi come la fotocamera, la lampada UV e il visore a raggi X per ricostruire di volta in volta ciò che è accaduto e chi ha fatto cosa. Questa parte dell’esperienza è piacevole e molto ben coreografata, ma come detto risulta parecchio guidata. L’interfaccia del gioco, infatti, dispensa suggerimenti in continuazione, al punto che la modalità di visualizzazione teoricamente deputata a fornire dei consigli si rivela inutile. Viene detto fino a dove far scorrere il tempo, che strumento utilizzare e quando, rendendo futile persino la ruota di selezione dei dispositivi; e così anche il gameplay stesso di Nobody Wants to Die si rivela semplicemente funzionale alla narrazione e nient’altro.

L’ambientazione oscura scelta dal team polacco è di certo la componente meglio riuscita dell’intera produzione perché, al netto delle sue evidentissime ispirazioni, riesce a far emergere una discreta personalità all’interno delle suggestioni cyberpunk grazie ad un retro-futurismo datato ma efficace: l’impatto scenografico prestato da Blade Runner è qui mescolato ad un’estetica anni Quaranta, generando una dose di malinconia mista a tristezza nell’osservare auto volanti e dal design antiquato sfrecciare tra le piogge acide di una notte perenne. La colonna sonora doom jazz accompagna le elucubrazioni di un protagonista costretto a vivere per sempre nonostante la mancanza di stimoli reali, tratteggiando i confini di un universo in cui l’immortalità non è un dono, ma una condanna a vivere con i propri rimorsi. L’Unreal Engine 5 è qui utilizzato per donare un elevato grado di dettaglio ad ambientazioni contenute e ben diverse tra di loro, con un preset “Qualità” che fa sfoggio di un ray tracing corposo e di un’illuminazione efficace, mentre quello “Prestazioni” – che mantiene stabilmente i 60 fps – smorza il colpo d’occhio facendo calare la definizione e riducendo i giochi di luce. Tirando le somme possiamo dire che questo Nobody Wants to Die è nel complesso un’avventura a base narrativa caratterizzata da un’affascinante ambientazione cyberpunk, che attinge a piene mani da alcune opere piuttosto celebri, come il già citato Blade Runner, per raccontare una storia interessante e coinvolgente, costruita interamente sui due protagonisti. È vero: il gameplay si limita all’analisi delle scene del crimine e gli sviluppatori non hanno osato sconfinare, infarcendo anzi le meccaniche investigative di suggerimenti contestuali che rendono l’esperienza parecchio guidata, ma non per questo meno piacevole. Se quello che si cerca è un titolo tranquillo, con un’ambientazione molto suggestiva e che sia privo di una componente action, allora Nobody Wants to Die è il titolo che fa per voi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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Threads in forte ascesa, superati i 200 milioni di utenti

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Threads, l’ultimo nato fra i social di Meta, ha superato il traguardo dei 200 milioni di utenti. Lo ha affermato con un post online Adam Mosseri, capo di Instagram, sulla cui rete Threads si basa. L’annuncio arriva un giorno dopo che Mark Zuckerberg aveva dichiarato durante una call sugli utili di Meta, che l’app stava per raggiungere i 200 milioni di utenti. In passato, il fondatore di Facebook ha più volte ipotizzato che Threads mira a diventare un social da un miliardo di iscritti. “La mia speranza è che Threads possa ispirare idee che uniscano le persone e che questa straordinaria comunità continui a crescere. Grazie a tutti per aver investito il vostro tempo e fornito feedback che rendono questo posto migliore per tutti” ha scritto Mosseri dal suo profilo su Threads. Come concorrente di X, l’app deve ancora risolvere alcune lacune che la differenziano ancora dal colosso guidato da Elon Musk. Come scrive Engadget, la stessa Meta è conscia del fatto che l’algoritmo che presenta i post in tempo reale di X sia molto più veloce di quello su Threads. “Non siamo ancora abbastanza veloci, e stiamo lavorando attivamente per migliorare” ha proseguito Mosseri. In ogni caso i numeri parlano chiaro, Threads in poco tempo sembra aver conquistato un elevato numero di utenti e sembra che il fenomeno sia destinato a crescere. Riuscirà a diventare la nuova punta di diamante di Meta? Lo scopriremo solo seguendo gli sviluppi e la crescita di questo giovanissimo social media.

F.P.L.

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Luigi’s Mansion 2 HD, il titolo icona del 3DS torna su Switch in alta definizione

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Luigi’s Mansion 2 ritorna, a più di 10 anni dalla sua uscita originale su Nintendo 3DS, in versione rimasterizzata per Nintendo Switch. Questa nuova edizione in alta definizione del piccolo capolavoro del colosso nipponico offre l’opportunità di rivivere una delle avventure più amate del fratello di Mario, con una veste grafica rinnovata e alcune migliorie tecniche. Ma come si comporta questo titolo del 2013 nel panorama videoludico attuale? Analizziamo nel dettaglio questa riedizione per scoprire se il fascino di Cupavalle resiste ancora alla prova del tempo oppure è destinato a soccombere sotto il peso degli anni. Seguendo in modo abbastanza diretto dal primo episodio, uscito su Game Cube nel lontano 2001, Luigi’s Mansion 2 HD (al tempo Luigi’s Mansion 2 o Luigi’s Mansion Dark Moon negli Usa) catapulta i giocatori nuovamente nell’avventura con un incipit decisamente semplice: dopo la vittoria dell’idraulico in verde nel primo capitolo, i fantasmi si sono acquietati e vivono in serenità con gli umani, permettendo al Professor Strambic di continuare i suoi studi con grande efficienza. Un “misterioso intervento esterno”, però, distrugge e frammenta la pietra a forma di luna che teneva sotto controllo gli spiriti, mandandoli in agitazione e costringendo lo scienziato a chiedere il soccorso del miglior acchiappafantasmi in circolazione. Così in men che non si dica quel fifone di Luigi si trova nuovamente impegnato a catturare spettri con aspirapolvere alla mano e gambe tremolanti. Questa volta però non si troverà più in una sola, vasta, magione, ma dovrà spostarsi in differenti aree per recuperare i pezzi del cristallo, scoprire chi si nasconde dietro le quinte e ripristinare tutto alla normalità, assicurandosi che nessuno dei suoi amici sia finito nei guai. Il tutto è possibile grazie al genio di Strambic, che oltre a essere il massimo esperto di fantasmi è anche riuscito a sviluppare una tecnologia chiamata “pixeltrasporto”, in grado di muovere Luigi da una parte all’altra del mondo sfruttando schermi e telecamere come veicolo. Da qui inizia un’avventura tendenzialmente in linea con gli altri episodi, che vede il buon Luigi esplorare ogni angolo delle location da lui visitate alla ricerca di tesori, chiavi, fantasmi e segreti: insomma, tutto il necessario per proseguire di livello in livello e soddisfare le richieste di Strambic. Idealmente la progressione ricorda un po’ quella di un metroidvania, in quanto c’è la libertà di muoversi in aree tutto sommato limitate, da sbloccare di volta in volta, mentre vengono mostrati al tempo stesso tanti passaggi apparentemente inaccessibili, muri misteriosi che sembrano nascondere qualcosa, stanze prive di accesso o sistemi di controllo che sembrano non rispondere alle sollecitazioni di chi gioca.

Luigi questa volta avrà insomma un bel da fare dovendo ripuloire ben cinque magioni infestate nel tentativo di ricomporre la pietra a forma di Luna e domare gli ectoplasmi aiutato dal fido aspirapolvere Poltergust 5000, versione potenziata del modello 3000 comparso in Luigi’s Mansion, e da una torcia multifunzione. Sulla carta per avere la meglio basterebbe “sparaflashare” gli evanescenti invasori per poi pescarli con l’aspirapolvere assecondando i loro movimenti. Nella pratica, però, i dispettosi fantasmi faranno di tutto per vendere cara la melma ricorrendo a trucchetti, armature o alla forza bruta: tutte cose che costringeranno i giocatori a indebolirli, aggirarli o quant’altro prima di poter procedere con la cattura. Su 3DS, come accennato, queste meccaniche soffrivano un poco i limiti del sistema di controllo, ma qui sono una vera goduria e bastano davvero pochi minuti per prenderci la mano e farsi trascinare dalla moltitudine di interazioni escogitata da Next Level Games e Nintendo per spremere fino all’ultima goccia le possibilità del Poltergust 5000 e il pensiero laterale dei giocatori. Il Poltergust 5000 nasce per aspirare i fantasmi, OK, ma nulla vieta di invertire il flusso e/o sfruttarlo per sollevare tappeti, afferrare tende, tovaglie e in generale passare al setaccio le magioni infestate svelandone i vari segreti o espugnandone le ricchezze in modo da potenziare il proprio arsenale. Sempre grazie all’aspirapolvere si può, ad esempio, afferrare oggetti congelati e trasportarli fino alla fiamma più vicina, oppure gonfiare dei palloncini e creare una piccola mongolfiera per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; e queste sono solo alcune delle tante interazioni possibili per sfruttare o aggirare i limiti fisici del gioco. La torcia a sua volta non si limita a rendere vulnerabili gli spiriti ma consente di attivare interruttori e meccanismi, mentre l’Arcobaluce – sorta di versione “mariesca” degli ultravioletti – è in grado di svelare porte e oggetti nascosti aggiungendo di fatto una dimensione extra all’avventura, obbligando così il giocatore a prestare particolare attenzione a tubi mancanti, zerbini e persino ai complementi d’arredo apparentemente asimmetrici. Attorno a queste dinamiche gli sviluppatori hanno costruito un sistema di enigmi incredibilmente sofisticato; le missioni inizialmente appaiono circoscritte, ma col procedere del gioco diventano sempre più elaborate facendo “esplodere” il level design delle singole magioni e servendo alcune delle boss fight più creative mai viste in un videogioco Nintendo. Di contro il cuore dell’esperienza resta la caccia, e anche sotto questo aspetto dopo le prime semplici battute è necessario ricorrere all’astuzia e a tutte le opportunità offerte dai propri strumenti, senza contare le occasionali disinfestazioni da ragni, piante carnivore e altre simpatiche creaturine che infestano le aree di gioco.

Se il titolo originale ha proposto una più che discreta esperienza portatile, in questa occasione è opportuno chiedersi se e quanto abbia giovato la transizione a una nuova piattaforma. La risposta è a nostro avviso: decisamente più performante ma meno “peculiare” rispetto alla piccola console portatile della grande N. A livello puramente visivo, nulla da dire: pur non raggiungendo le vette di Luigi’s Mansion 3, questa edizione HD del secondo capitolo risulta comunque molto curata, potendo godere di modelli e texture ricreati da zero e un impatto scenico dovuto al cambio di proporzioni dello schermo decisamente più efficace. Molto bene invece per quello che concerne il lato controlli, che tornano a contemplare l’utilizzo dell’analogico destro (assente su 3DS) per rendere più agile il movimento che su portatile risultava piuttosto sacrificato. Forse il cambiamento più importante che il gioco ha vissuto in positivo. Esplorazione e combattimenti risultano quindi più fluidi e divertenti, così come tutte le prove “speciali” che vedono variare il gameplay. Dove si paga lo scotto è nella trasposizione dell’esperienza “stereoscopica” originale: in particolare basta vedere i boss, comunque tuttora apprezzabili, per cogliere come la messinscena sia frutto di un design collegato allo speciale effetto visivo offerto dallo schermo superiore di Nintendo 3DS, risultando sacrificata, se non quasi banalizzata, quando riprodotta in modo tradizionale. E’ necessario, quando si parla di Luigi’s Mansion 2 HD evidenziare due note sulla longevità e il multigiocatore. Per quanto concerne la durata, il titolo si assesta sui livelli del terzo capitolo, quindi intorno alle 10/15 ore per una partita classica, salendo se si va alla ricerca del completismo, sebbene il tutto possa risultare un po’ allungato per via del continuo “vai e vieni” dovuto alla struttura a missioni. Per quanto riguarda il multigiocatore tocca constatare come il tutto sia in linea con il titolo d’origine, mancando quindi di una modalità storia cooperativa e limitandosi invece alla Torre del Caos in cui collaborare fino a 4 giocatori, in wireless locale o online, per superare le tante e appassionanti sfide proposte. Tirando le somme, poter tornare a giocare a Luigi’s Mansion 2 HD è sempre un piacere, soprattutto perché in termini di level design, struttura degli enigmi e gestione dell’arsenale è sicuramente il capitolo più interessante della serie, persino al netto del terzo. In più il salto in avanti per quanto riguarda il sistema di controllo offerto a suo tempo da 3DS rappresenta una vera benedizione, persino più gradita del passaggio all’alta definizione. Certo, aggiornare anche il sistema dei salvataggi sarebbe stato un gradito cambiamento, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. Tuttavia tra gioco base, contenuti extra e tutte le cose da fare per completare il titolo al cento per cento, ci sarà da spassarsela davvero per molte ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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