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di Maurizio Costa
Il virus Ebola non smette di fare vittime in Africa Occidentale: ad oggi, sono morte 1.552 persone su 3.069 casi certificati. Inoltre, il 40% dei casi di infezione si concentrano negli ultimi 21 giorni e la percentuale di morte è attestata al 52 per cento.
Con questi numeri alla mano, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di stilare un programma di intervento per fermare la trasmissione della malattia entro 6-9 mesi ed evitare la propagazione internazionale del virus al di fuori dei confini.
L'Oms, prima di tutto, dovrà mappare e localizzare le zone dove la malattia miete più vittime. Certificati i territori maggiormente colpiti, l'Organizzazione dovrà garantire la sicurezza dei Paesi e cercare di intervenire sul campo. Inoltre, gli Stati colpiti dalla malattia, dovranno rafforzare le misure di sicurezza per cercare di annientare il virus.
Insieme alle Nazioni Unite, l'Oms fornirà ai laboratori e ai centri di cura molti materiali e medicinali per contrastare l'Ebola: dai disinfettanti ai sacchi per i cadaveri. Le sepolture, infatti, dovranno essere controllate da esperti del settore per evitare che il virus si diffonda anche attraverso i cadaveri. Molta attenzione verrà riservata all'approvvigionamento di acqua e cibo, essenziali per mantenere in salute le persone infette e diminuire la percentuale di mortalità.
Tutti i viaggi aerei verranno monitorati e le persone colpite dal virus non potranno varcare le frontiere senza un visto speciale. Inoltre, l'Oms, in accordo con banche e istituti di credito, fornirà finanziamenti ai Paesi colpiti dall'Ebola per cercare di farli risollevare dopo il disastro.
Tutti i nuovi casi di infezione dovranno essere trasmessi e segnalati, affinché si preparino le strutture adatte e per cercare di non far entrare in contatto gli infetti con altre persone sane.
Tutti gli aeroporti internazionali dovranno segnalare i casi di febbre sospetta e isolare gli individui che presentano questi disagi.
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