Scienza e Tecnologia
Dynasty Warriors 9 Empires, il ritorno della Guerra dei tre Regni
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3 anni agoon
Dynasty Warriors 9: Empires è la versione completa e corretta del nono capitolo della serie (qui la nostra recensione del titolo originale) musou che ha fatto letteralmente la storia del settore. Il titolo sviluppato da Omega Force e distribuito da Koei Tecmo, è già disponibile ed offre tantissime ore di gioco nella Cina imperiale al comando dei leggendari condottieri che hanno provato a unificare il paese e le cui gesta sono state raccontate, in maniera romanzata, nel celebre Romanzo dei Tre Regni scritto da di Luo Guanzhong. Dynasty Warriors 9 Empires si apre gradualmente, con un semplice tutorial e l’opportunità di poter creare subito (e usare in seguito) il proprio ufficiale, grazie a un generoso editor. Nella campagna si susseguono diversi scenari storicamente importanti ed eventi che ricoprono le vicende più famose della guerra dei Tre Regni. La novità sta nell’intervento assai più attivo del giocatore, che può letteralmente riplasmare la storia a suo piacimento. La giocabilità poggia su un’impalcatura politica/gestionale abbastanza dettagliata, ma mai tanto da potersi fregiare di meccanismi da strategico puro. E va anche bene così: monitorare l’umore di colleghi, sottoposti e popolazione – nella pianificazione a cadenza mensile – sa essere interessante senza tediare. Si può incarnare il proprio ufficiale puntando direttamente al successo e la gratificazione personale, o lavorare dietro le quinte, usando la diplomazia, ingraziandosi le figure di spicco dei territori limitrofi e coordinando le diverse alleanze. Il protagonista, quindi, viene descritto da una serie di parametri morali oltre che fisici e avanzare di livello vedrà aumentare e diminuire caratteristiche come la diplomazia, il carisma, la spietatezza o l’integrità. La condotta è costantemente monitorata e le opzioni offerte mutano in relazione allo status. Le battaglie invece abbracciano la classica scuola musou, utilizzando le stesse dinamiche introdotte nel precedente capitolo “base”. I colpi speciali vanno quindi collegati a quattro super-mosse diverse tramite l’uso dei tasti dorsali. Il destriero accompagna i giocatori nelle traversate più lunghe e gli scontri più importanti vedono l’intervento di arieti e catapulte, in battaglie campali e assalti piuttosto galvanizzanti. Sfortunatamente, nonostante l’attrezzatura e i “piani da guerra” da sbloccare, il gameplay si rivela sempre il medesimo, con pochissime variazioni. Nella campagna di Dynasty Warriors 9: Empires l’obiettivo è quello di unificare il paese, conquistando nuove regioni una a una e difendendo le zone sotto il proprio controllo dall’assalto di eventuali invasori. Entrambi questi aspetti si concretizzano nella fase action, che riprende chiaramente le meccaniche dei musou tradizionali. Purtroppo, però, la varietà delle situazioni e degli scenari lascia davvero, davvero, davvero a desiderare. Si parla spesso di quanto la formula delle produzioni targate Omega Force sia fortemente ripetitiva e incapace di rinnovarsi da ormai oltre vent’anni, ma con questo Empires si tocca probabilmente un picco difficile da eguagliare e da giustificare. Il problema di fondo è che ci si troverà inevitabilmente a fare le stesse, identiche cose ogni volta che si scende in campo. Laddove l’obiettivo sia quello di conquistare un territorio, sarà necessario supportare le proprie truppe mentre assaltano una fortezza, penetrare al suo interno e sconfiggerne il comandante. Se invece si sta difendendo, bisognerà agire al contrario e impedire che i soldati entrino nel forte, andando quindi a eliminare il loro capo. Le variabili sono rappresentate dai personaggi che sono presenti nello scenario, da eventuali tattiche decise prima di partire (i cosiddetti “piani segreti”) e dal proprio equipaggiamento in termini di armi e manovre speciali, che tuttavia non si avrà modo di cambiare quanto magari si vorrebbe. Lo sblocco e l’acquisto di oggetti è infatti un aspetto del gioco davvero limitato, e la progressione viene dunque affidata unicamente al potenziamento dei guerrieri tramite il normale sistema di livellamento. È chiaro che le gravi mancanze in termini di gameplay e di “freschezza” di Dynasty Warriors 9: Empires finiscono per scoraggiare potenzialmente anche i fan più irriducibili del genere musou, perché parliamo effettivamente di un’esperienza che si ripete per centinaia di turni, identica a sé stessa, e che non può neppure contare su di un sistema di combattimento evoluto: basta entrare nella guardia di un boss per affondare le combo (sempre uguali) finché non sarà morto, a prescindere dalle sue capacità, e ricorrere eventualmente alle special qualora la situazione dovesse volgere a nostro sfavore. Il tutto avviene con una resa degli impatti ancora oggi del tutto inconsistente e qualche problema di troppo con la visuale, che tende a impazzire quando si aggancia un nemico e si prova magari a ripiegare perché si stanno subendo troppi danni e si ha bisogno di tempo per far agire una manovra speciale che possa ripristinare l’energia.
Croce e delizia di questo Dynasty Warriors 9 Empires sta nell’aver ereditato quasi interamente la grafica del precedente episodio canonico, con tutti i contro del caso. Se il motore di gioco apriva diverse opportunità in termini di conversioni multipiattaforma grazie alla sua scalabilità, appariva per contro piuttosto scialbo in termini di resa complessiva e definizione. Ciò era in larga parte dovuto alla gestione di un vero e proprio open world, con texture leggere da caricare e una planimetria piuttosto basica. Gli asset importati di peso e incastrati a forza nella nuova produzione di Koei Tecmo entrano in conflitto con la sua struttura ludica rendendola incapace di trasformarsi e adattarsi adeguatamente. Tra tearing e terreno in bassa risoluzione, l’aspetto grafico non è certo tra i punti forti della produzione. Il gioco, quindi, fallisce nel restituire un aspetto più moderno, rifinito e consono alle piattaforme su cui gira. Sia in modalità “Cinematografica” che in quella “Prestazioni”, la grafica garantisce con difficoltà un frame rate stabile, mostrando addirittura fenomeni di tearing nelle rotazioni più ardite della telecamera. Persino la vegetazione e il fogliame, inquadrati spesso da vicino, mostrano shader scialbi e sgranati. Tale situazione è sia su Ps5 che su Xbox Series X, quindi viene da se che le versioni old-gen siano afflitte da tali problematiche anche in forma più grave. Peccato perché l’interfaccia è funzionale ed elegante e tutta la parte dedicata alla gestione del regno è chiara e comprensibile. A girare il coltello nella piaga ci si mettono pure i caricamenti, insolitamente oziosi, soprattutto negli scambi diplomatici con gli altri ufficiali, che diventano inutilmente lenti. Buono invece l comparto audio, col solito, roboante doppiaggio nipponico e una serie di musiche dal piglio pop-rock marziale. Tirando le somme, possiamo dire che non è facile condannare completamente il lavoro svolto da Omega Force, tutt’altro: il numero spropositato di eroi che è possibile controllare, le armi di diversa foggia, le gemme da potenziare, le carte abilità; insomma, a voler sbloccare tutto si possano superare le cento ore di gioco. Si tratta di una struttura ricorsiva ma non priva di fascino, i cui elementi di crescita costante spingono il giocatore all’ennesimo mese, finendo per passare ad anni di gestione senza neanche accorgersene. Insomma, Dynasty Warriors 9 Empires è un gioco capace di catturare un discreto numero di giocatori, grazie a un ibrido che mescola una struttura strategica piuttosto blanda ma appassionante con incursioni action in pieno stile musou. Le alleanze da stringere, il monitoraggio degli introiti, le derrate alimentari da distribuire, il malcontento dei cittadini da reprimere e l’umore dei sottoposti da tenere desto, sono solo alcune tra le opzioni cui prestare attenzione se di desidera portare avanti con successo i nostri piani di conquista. Purtroppo, a meno di ignorare bellamente i livelli “facile” e “normale”, la sfida complessiva è raramente degna di tal nome. Inoltre, pure alzando l’asticella della difficoltà, alcuni espedienti per inasprire gli scontri si rivelano posticci e gli elementi strategici si mostrano soltanto più severi in termini di percentuali. Insomma, bene ma non benissimo, da questa versione aggiornata del titolo ci si aspettava qualcosa in più dal punto di vista della struttura e qualche cosa in meno per quello che concerne la grafica e la ripetitività. Intendiamoci, non è un brutto gioco, ma se state cercando qualcosa di innovativo e vario allora tenetevene alla larga. Al contrario se si cerca qualcosa che duri molto e abbia tantissime cose da sbloccare, questo è il gioco che fa per voi.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 7,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 7,5
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8
Francesco Pellegrino Lise