Editoriali
Droga libera: il nuovo filone commerciale italiano
Tempo di lettura 4 minutiDove e da chi l’Italia acquisterà le sue partite di droga? A chi ne sarà affidata la distribuzione?
Tempo di lettura 4 minutiDove e da chi l’Italia acquisterà le sue partite di droga? A chi ne sarà affidata la distribuzione?
Published
8 anni agoon
di Roberto Ragone
A proposito della liberalizzazione delle droghe cosiddette ‘leggere’, bisogna dire che anche questo rischia di diventare un referendum all’italiana, con favorevoli e contrari. E come Renzi & Co. ci bombardano sottoponendoci quelli che secondo loro sono i lati positivi della nuova riforma costituzionale, i radicali, da sempre antiproibizionisti, cantano vittoria, rilasciando interviste che evidenziano quelli che per la loro filosofia sono i vantaggi del mercato libero dei cannabonoidi, affiancati in questo dalle solite truppe corazzate che sono mobilitate quando il governo vuole portare a termine un’operazione.
L’intervento di Cantone è estemporaneo e inadeguato, non avendo egli alcun titolo per esprimere null’altro che un’opinione personale, come potrebbe fare un qualsiasi cittadino. Ciò che Cantone ha in più, è la visibilità datagli dai media governativi, che si affrettano a gettarsi su di un osso così saporito e pieno di ciccia, per farne una vera e propria campagna a pro del ‘fumo’. E’ semplicistico affermare che liberalizzando il mercato dell’erba si toglierebbero importanti proventi al narcotraffico clandestino. Così, ad occhio, questo ammetterebbe una cosa molto grave, che cioè lo Stato diventerebbe esso stesso spacciatore.
L’utilizzo della cannabis a scopi terapeutici è ancora allo studio in diversi Stati del mondo, mentre come principio attivo di diversi farmaci è già adottata negli Stati Uniti, in Canada, in Messico, Regno Unito, in Italia per alcuni farmaci per il recupero delle tossicodipendenze. L’uso medico della cannabis è ormai completamente legale, o quasi, in numerosi Paesi europei, come l’Austria, la Finlandia, la Germania, Israele, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Negli USA sia la vendita che l’acquisto della cannabis è reato federale, mentre è legale la produzione per utilizzo personale in 20 Stati e nel District of Columbia. Soddisfatto, quindi, in Europa, l’utilizzo terapeutico – che a quanto pare non ha bisogno di una liberalizzazione del commercio dei cannabinoidi – rimane l’uso destinato allo svago, allo sballo, a quella pratica, insomma, che è già tanto deleteria per i giovani di queste generazioni. Quell’uso, per intenderci, che coinvolge discoteche che aprono a mezzanotte, spaccio di droghe sintetiche e amfetamine e incidenti stradali disastrosi, in cui le vittime sono prevalentemente minorenni. Vite spezzate prematuramente per qualche ora di musica spacca timpani in una confusione totale, con rapporti sessuali consumati frettolosamente nei cessi dei locali, e qualche volta rubati con la famosa ‘droga dello stupro’. Senza voler fare una facile dietrologia, l’orizzonte dei giovani del tanto decantato ‘terzo millennio’ si presenta veramente angosciante. Rimane una serie di grossi punti interrogativi, seguiti da alcune certezze, una delle quali è quella che certamente non si toglierà spazio alle mafie e agli spacciatori, anzi.
Rendere libera la vendita della ‘maria’ renderà meno gravi i reati ad essa connessi, e la migliore promozione per questo sarà proprio il fatto che anche lo Stato la vende. Bisognerà poi vedere in quale modo. In farmacia, con ricetta? Allora torniamo al discorso dei farmaci, già superato. A quale altro titolo sarà venduta? E sarà sotto forma di erba da fumo, o altro? Da studi pubblicati da OSSFAD, l’Osservatorio su fumo, alcol e droga, un Dipartimento dell’Istituto Superiore di Sanità, reparto “Farmacodipendenza, tossicodipendenza e Doping”, conosciamo in modo esauriente e scientifico gli effetti di cannabis, eroina, cocaina e droghe sintetiche – almeno quelle prodotte alla data dello studio, visto che ne vengono realizzate sempre di nuove. Un mito che bisogna subito sfatare è che i cannabinoidi siano droghe ‘leggere’. Hascisc e marijuana non hanno alcunché di ‘leggero’, dato che anche un solo spinello provoca danni irreversibili ai recettori cerebrali delegati a ricevere le endorfine, uno stupefacente naturale che il nostro organismo produce in presenza di qualcosa di piacevole. Endorfine, serotonina e dopamina sono in un certo senso i tre moschettieri della felicità. Se le endorfine sono i neurotrasmettitori che ci aiutano a sopportare il dolore, e che regalano piacere e appagamento, suoi stretti alleati sono la serotonina e la dopamina. La serotonina è l’ormone della felicità per eccellenza, interviene nella regolazione dei ritmi sonno-veglia, nella percezione del dolore, nei diversi aspetti del comportamento – ansia, libido, appetito. I cannabinoidi sono endorfine artificiali, che regalano euforia, felicità, sicurezza in sé stessi, soddisfazione – tutte sensazioni anche soggettive – solo temporaneamente. Provocano ben presto dipendenza e abbassamento della produzione endogena delle endorfine, il che spiega la depressione profonda che assale coloro che cercano di abbandonarne il consumo; oltre a bruciare e progressivamente a ridurre il numero dei sette recettori endorfinici classificati come 5-HT, situati nel sistema nervoso centrale e periferico, sulla membrana cellulare delle cellule nervose e in altri tipi di cellule; una perdita irreparabile e irreversibile. Alla faccia degli sportivi dello spinello del sabato sera! I recettori della serotonina, come già detto, influenzano vari processi biologici e neurologici, come l’aggressività, l’ansia, l’appetito, la conoscenza, l’apprendimento, la memoria, l’umore, la nausea, il sonno, la termoregolazione. Stati ansiosi, aggressività ingiustificata, mancanza di appetito, difficoltà di apprendimento, problemi di memoria, insonnia, nausee immotivate, eccessive impressioni di freddo o di calore sono solo alcuni dei sintomi dei danni causati dall’uso della cannabis. Quella che si vuole rendere di libera vendita, e, conseguentemente, – altrimenti non avrebbe senso tutto il discorso – di libero consumo. Con l’alibi tutto da confermare che così si toglierebbero grossi proventi al commercio clandestino, portando ad esempio ciò che successe in America ai tempi del proibizionismo. Qui il discorso è diverso. Pur non sottovalutando i danni dell’eccessivo consumo di alcol e di tabacco, andiamo incontro ad una generazione di deficienti, senza conoscenza e senza memoria, con grossi problemi psichici e deriva verso le droghe cosiddette ‘pesanti’, quelle da cui il più delle volte si esce solo a piedi avanti. A chi farà comodo tutto questo? Ce lo chiede l’Europa, come al solito? Oppure in questo caso l’Europa rimane nell’ombra? Altrimenti vorrebbe dire che in Europa sono arrivate anche le lobby del commercio delle droghe, leggere o no che siano.
Dove e da chi l’Italia acquisterà le sue partite di droga? A chi ne sarà affidata la distribuzione? Si apre un nuovo filone commerciale, evidentemente monopolizzato dallo Stato e presumibilmente affidato ai soliti noti, come quelli delle macchinette video poker. A proposito delle quali bisogna constatare il fatto che da sempre in Italia sono stati vietati i casinò, luoghi del gioco d’azzardo, tranne che in poche e molto controllate situazioni, come Venezia, e che oggi, dopo l’avvento degli amici degli amici, si può giocare d’azzardo anche sul web e non solo, con il beneplacito dello Stato, che anzi oggi vorrebbe allargare il proprio campo d’attività al consumo di hascisc e marijuana. Anzi ognuno di noi riceve settimanalmente sul suo indirizzo e-mail accrediti di piccole somme per incominciare a giocare, un altro tipo di droga che non fa meno vittime. Tutto questo rivela uno Stato ed un governo sempre meno interessati alla salute dei cittadini e al loro benessere, e sempre più proteso ad iniziative perniciose e tese ad aumentare i suoi guadagni, dei quali noi non vediamo una beata cippa, dispersi come sono in mille rivoli. Di certo, però, a proposito degli stupefacenti e di ciò che il loro commercio potrà portare nelle casse dello Stato,, non credo che nessuno di noi vorrebbe averne un guadagno sulla pelle dei nostri figli – e nipoti.