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Redazione Economia
Tassi di interesse a zero, l'ammontare degli acquisti mensili di titoli nell'ambito del 'quantitative easing' esteso a 80 miliardi, l'allargamento del programma alle obbligazioni delle aziende e Tltro a tassi negativi, ovvero le banche potrebbero di fatto essere pagate dalla Bce per fornire credito all'economia. Piu' che un bazooka, una "bomba nucleare", ha scherzato un giornalista durante la conferenza stampa di Mario Draghi, che ha stupito i mercati con un allentamento della politica monetaria molto piu' vasto di quanto si attendessero i mercati, i quali puntavano su un'estensione del 'Qe' da 60 a 70 miliardi e un intervento limitato ai soli tassi sui depositi. Francoforte, invece, non ha solo portato questi ultimi dal -0,3% al -0,4% ma ha abbassato il 'refi', ovvero il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, dallo 0,05% a zero e il tasso marginale dallo 0,3% allo 0,25%.
Oltre all'allargamento del 'Qe' ai corporate bond, e' stato poi alzata una seconda volta, dal 33% al 50%, la quota di titoli che l'Eurotower puo' acquistare per ogni singola emissione. E la nuova tornata di 'Tltro', ovvero di prestiti agevolati alle banche condizionati all'emissione di prestiti all'economia, potra' avere tassi bassi fino ai livelli dei tassi sui depositi, ora negativi. Cio' significa, quindi, che le banche, cosi' come ora devono pagare per parcheggiare le riserve nelle casse di Francoforte, potrebbero venire pagate per fornire credito. Questo allentamento senza precedenti, approvato – ha spiegato Draghi – a "maggioranza schiacciante" (e senza Jens Weidmann, il falco della Bundesbank, tra i membri del direttivo con diritto di voto) e' dovuto al radicale mutamento del quadro macroeconomico avvenuto negli ultimi mesi, con il forte aumento della volatilita' dei mercati e una ripresa che ancora stenta. Le nuove stime della Bce illustrate da Draghi stesso parlano chiaro: le stime sul tasso di inflazione nell'Eurozona per il 2016 sono state abbassate drasticamente dall'1% allo 0,1% e quelle sul Pil dall'1,7% all'1,4%.
Sarebbe però superficiale ritenere che Draghi abbia messo in campo l'artiglieria pesante solo per rispondere al deterioramento delle condizioni finanziarie. Come ha sottolineato lo stesso presidente della Bce, andranno "sfruttate le sinergie" di misure che sono l'una il presupposto dell'altra. E' l'abbassamento ulteriore dei tassi e l'allargamento del 'Qe' ai corporate bond che consente agli acquisti di salire a 80 miliardi al mese. Dal momento che la Bce non puo' comprare titoli che abbiano un tasso inferiore a quello sui depositi, l'ulteriore flessione di quest'ultimo consente infatti di allargare la platea di obbligazioni acquistabili. Non dimentichiamo che gia' un anno fa, quando il 'Qe' parti', piu' di un analista aveva paventato che l'Eurotower poteva rischiare di trovarsi presto senza piu' bond da comprare, dato che i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi si stavano piantando sotto lo zero su scadenze sempre piu' estese. Cosi' come il nuovo piano 'Tltro' mitiga le possibili ripercussioni dei tassi negativi sulla redditivita' delle banche, un problema che Draghi non ha registrato "a livello aggregato" ma ha riconosciuto che puo' verificarsi.
Il rally sui mercati innescato dalle nuove misure e' pero' sfumato subito e le principali borse europee hanno chiuso negative, con la sola Madrid appena sopra la parita' (+0,07%). L'Ftse 100 di Londra ha perso l'1,78%, il Dax di Francoforte il 2,31%, il Cac 40 di Parigi l'1,70% a 4.350 punti e l'Ftse Mib di Milano lo 0,50%. La brusca inversione di tendenza non e' semplice da interpretare. I listini mostrano una flessione forte e generalizzata dei titoli industriali e delle materie prime (il prezzo del petrolio era pero' tornato in calo gia' stamattina). Cio' e' probabilmente connesso all'impennata dell'euro successiva alla dichiarazione di Draghi secondo la quale non e' previsto un ulteriore abbassamento del costo del denaro. I titoli delle imprese esportatrici che speravano in un tonfo della moneta comune sono quindi stati puniti. L'andamento dei finanziari e' stato invece diseguale. Milano e Madrid se la sono cavata perche gli acquisti sui bancari sono stati abbastanza robusti da limitare i danni.
A Francoforte invece sono andate in rosso anche le banche, sia pur di poco. Cio' esprime probabilmente il differente impatto dei nuovi stimoli sui diversi sistemi bancari dell'Eurozona. Le banche italiane e spagnole, con la pancia piena di sofferenze, hanno guardato con sollievo al nuovo piano di 'Tltro' e all'estensione del 'Qe' ai covered bond, che avra' un impatto positivo su quelle aziende che della banche sono debitrici. Cio' sembrerebbe confermato dalla chiusura in rialzo di Atene (+2,09%) e dalla lievissima flessione di Lisbona (-0,11%). L'erosione della redditivita' degli istituti connessa ai tassi negativi preoccupa invece soprattutto le banche tedesche, come dimostrato dalle forti critiche delle 'sparkasse', le casse di risparmio teutoniche, nei confronti della politica della Bce.
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