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Cronaca

Dossier 113, Silvia La Selva: “Così specializziamo i poliziotti del 113 a ‘servire’ gli utenti”

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Tempo di lettura 3 minuti Continua la serie di testimonianze dedicate “Al 113 con tanto amorre”. La formazione specialistica sulla comunicazione in emergenza degli operatori del 113

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L’Osservatore d’Italia ha trattato del profilo professionale richiesto agli operatori addetti ai centralini di soccorso pubblico con una intervista al prefetto Francesco Tagliente storico dirigente della Sala Operativa della Questura di Roma. Il contributo del prefetto Tagliente ci ha consentito di saperne di più sul profilo professionale richiesto agli operatori addetti ai centralini di soccorso pubblico e sulla strategia adottata per rendere il servizio 113 un modello di riferimento capace di garantire una risposta mediamente entro 6 secondi.

Il Prefetto Tagliente ha definito il 113 come un termometro dei rapporti di integrazione sociale, uno dei pilastri fondamentali della sicurezza delle persone e delle città. Ha sostenuto anche che uno dei punti focali dell’attività del 113 è Il fattore umano.

L’Osservatore d’Italia su questo tema ha inteso approfondire ulteriormente la conoscenza cercando di capite cosa sta facendo ora la Polizia di stato per elevare i livelli di efficacia del Servizio 113 e potenziare le competenze comunicative e relazionali e le capacità decisionali durante gli interventi in emergenza degli operatori addetti ai centralini di soccorso pubblico.

Siamo venuti a conoscenza che alcuni mesi fa, il 10 maggio, il Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, ha inaugurato la nuova Sala Operativa Virtuale di Pescara che consente ai frequentatori del corso di addestrarsi, muniti di tablet e con la possibilità di consultare le diverse banche dati. Abbiamo appresa anche che da 7 anni la formazione degli operatori è seguita dalla dottoressa Silvia La Selva, Direttore Tecnico Capo Psicologo del Centro Psicotecnico della Polizia di Stato con un approccio innovativo. Le procedure diventano sempre più rapide e collaudate, così da amplificare le potenzialità operative dei poliziotti nei servizi su strada, garantendo sempre la costante assistenza della sala operativa.

La strategia privilegia un lavoro orientato maggiormente all’acquisizione di una capacità di lettura delle dinamiche implicate nella interazione con gli utenti. Abbiamo raggiunto la dottoressa Silvia La Selva, che ci ha dato la sua disponibilità ad approfondire il tema anticipandoci questo primo contributo. “Le voci che rispondono al 113 sono quelle dei poliziotti che entrano per primi nel luogo di una lite, di uno scippo, di una rapina, di un incidente, di un delitto attraverso la richiesta di aiuto senza vedere quello che accade. Il primo intervento di Sala Operativa si realizza in una condizione in cui mancano moltissimi dei riferimenti comunicativi e relazionali comuni: l’operatore non ha indizi immediati sullo stato del luogo della chiamata, sulle persone presenti, né sul chiamante. Inoltre una risposta immediata da parte degli operatori rassicura gli utenti ma non garantisce l’efficacia di un intervento che spesso si deve realizzare in una corsa contro il tempo. Per questo le tecniche di comunicazione e di relazione sono strumenti indispensabili per rendere efficace l’operatività del 113 nel primo intervento di soccorso ai cittadini. È per questa ragione che, presso la Scuola per il Controllo del Territorio di Pescara già dal 2010 è stata avviata una nuova procedura di formazione specialistica sulla comunicazione in emergenza che, dopo un lavoro preliminare di analisi del contesto e dei contenuti del lavoro, impegna una parte importante del programma di formazione degli operatori impiegati nelle sale operative delle Questure.

La metodologia privilegia un lavoro di auto-osservazione e di sperimentazione del proprio stile di funzionamento comunicativo in una realtà operativa che viene riprodotta “virtualmente” e, con l’ausilio di video-registrazioni, vengono analizzati i processi psichici e le trappole comunicative che possono ostacolare la gestione delle richieste di aiuto in sala operativa. La novità di questo modello di formazione sta sicuramente nella metodologia che non si esaurisce nell’utilizzo di strumenti e psico-tecnologie virtuali ma si avvale anche di una modalità nuova per la gestione del supporto formativo tarata sulla capacità di auto riflessione e supervisione del lavoro secondo un orientamento di trasferimento delle competenze di tipo andragogico”. Segue un approfondimento tematico alla prossima puntata. Chiara Rai

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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