DOPO LA SICILIA INSORGE IL LAZIO, LAVORATORI FURIOSI PROMETTONO DI BLOCCARE TUTTE LE STRADE CAPITOLINE

C.R.

Era da immaginarselo, che ormai con l'Italia alla fame, scoppiasse la rivolta. Siamo in recessione e la gente è furiosa. E così regione dopo regione,  dopo la Sicilia anche il Lazio si ribella. La “rivoluzione” si fa strada silente, e la si può avvertire attraverso “avvisaglie” come quella di Venerdì a Latina. Uno scenario condito di insulti, proteste e striscioni che ha trovato Renata Polverini al suo arrivo: “Parassiti, la rivoluzione sta iniziando…  Faremo come in Sicilia, bloccheremo tutte le strade con i nostri trattori. Ci hanno tolto gli investimenti per i kiwi, ci hanno impedito di seminare il mais. Faremo come in Sicilia: domenica bloccheremo le strade". Addirittura viene annunciata  la marcia verso la Capitale.  La protesta è del movimento Dignità sociale, che rappresenta molti  lavoratori delle campagne e autotrasportatori. E con bandiere tricolori, i manifestanti, hanno gridato "parassiti, parassiti, ladri, mafiosi" all'indirizzo della governatrice e altri esponenti politici locali. "La Regione è in mano ai sindacati – hanno spiegato i portavoce Antonio Pappalardo e Danilo Calvani – ci hanno tolto gli investimenti per i kiwi, ci hanno impedito di seminare il mais. Faremo come in Sicilia: domenica bloccheremo le strade".