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Esteri

Donald Trump al presidente Messicano: "Da voi ci sono 'bad hombres'"

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Tempo di lettura 2 minutiMa dalla White House nessun commento in merito a questa telefonata

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di Angelo Barraco
 
New York –  Un famoso proverbio cinese recita “Purtroppo sono più numerosi gli uomini che costruiscono muri di quelli che costruiscono ponti”, mai parole furono più azzeccate se associate  alla figura del neoeletto Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, magnate dell’imprenditoria statunitense che sin dal primo giorno della sua ascesa al potere ha issato muri e costruito barriere, prima ideologiche mediante una campagna elettorale ove il proselitismo ha convinto molti americani che adesso lo rinnegano,  adesso si sta adoperando nella costruzione oggettiva di vere e proprie barriere fisiche che invece hanno fatto cambiare idea che lo votarono e che oggi rimpiangono la spumeggiante e speranzosa Hillary. Un ponte rappresenta indubbiamente l’elemento di congiunzione tra due punti equidistanti e permette l’interazione e la crescita in ogni sua forma tra due realtà diverse, ma per Trump tutto ciò sembra mera utopia ed emergono infatti dettagli  che non lasciano scampo ad un’America destinata a issare muri e barriere e il muro che il Tycoon vuole issare al confine con il Messico ne è la prova. Da una trascrizione emersa grazie all’Associated Press si apprende che Trump avrebbe rivolto minacce al Presidente Messicano Enrique Pena Nieto, dicendo chiaramente che se il suo governo non fermerà i cosiddetti “Bad Hombres” (Persone cattive) invierà le truppe americane.  La telefonata tra i due leader è avvenuta lo scorso venerdì, all’indomani del decreto emesso dalla Casa Bianca per la costruzione del tanto discusso muro al confine con il Messico. Nel corso della telefonata Trump avrebbe detto: “"Da voi ci sono alcuni 'bad hombres' con i quali avete bisogno di aiuto. Noi siamo disposti ad aiutarvi in questo grande problema, però bisogna che siano messi fuori combattimento e voi finora non avete fatto un buon lavoro per metterli fuori combattimento”. Ma dalla White House nessun commento in merito a questa telefonata. Trump inoltre, secondo il Whashington Post, avrebbe accusato anche l’australiano Malcolm Turnbull di voler esportare terroristi in territorio statunitense. Trump avrebbe reagito alla richiesta di Turnbull di rispettare l’accordo secondo la quale gli Usa sono tenuti ad accogliere 1.250 rifugiati. Il Tycoon avrebbe risposto “"E' la peggiore intesa di sempre”. Malgrado ciò i rapporti tra Australia e Usa rimangono solidi, a detta di Turnbull “E bene che queste cose, queste conversazioni, siano condotte in modo chiaro, franco e in privato”. Intanto il Ministro degli Esteri Messicano dato smentita ufficiale in merito alla telefonata intercorsa con Trump e le presunte minacce a Enrique Pena Nieto e tramite Twitter le ha definite un’assoluta falsità fatte con “una evidente cattiva intenzione”. Ha precisato inoltre che il Tycoon e Pena Nieto sono “giunti all'accordo di continuare a lavorare e che gli staff dei due paesi continueranno ad incontrarsi per giungere ad un'intesa positiva”. Intanto a Berkeley sono scoppiate violente proteste nel campus universitario, dove si attendeva l’intervento del collaboratore di Breitbart nonché personaggio di spicco dell’estrema destra Milos Yinnopolus. Un evento che è stato annullato a causa dei concitati scontri tra poliziotti e studenti universitari, alcuni di essi hanno tentato di entrare a volto coperto all’interno dell’edificio dove parlava Yinnopulos, cercando di sfondare l’ingresso. Numerosi gli agenti intervenuti. Numerosi i manifestanti scesi per strada con cartelloni in mani che urlano a gran voce il loro disprezzo nei confronti del nuovo governatore degli States.