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di Angelo Parca
Roma – Uscirono i fuochi d’artificio. Se ne parlò molto e a ragion veduta anche perché la nuova denominazione ha portato una ventata di patriottismo rispetto a prodotti della tradizione vinicola laziale. Un brindisi, insomma, alla tradizione e al rispetto per essa. Un brindisi alla qualità che grazie a questo dispositivo potrà essere garantita. Forse fra poco se ne raccoglieranno i frutti.
La nascita della DOC Roma, dopo un iter tecnico-amministrativo, breve ma intenso, e non immune da polemiche, è stata sancita dal DM 2 agosto 2011 pubblicato sulla G.U. 194 – 22.08.2011, successivamente modificato dal DM 30.11.2011, del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste.
Tali polemiche vertevano sulla opportunità di una operazione meramente di marketing per sfruttare il brand Roma (operazione commerciale non adeguatamente supportata da vini di qualità) e sulla opportunità di inserire lo spumante Romanella, conosciuto come vino frizzantino, screditato e ritenuto di infima qualità quando invece è un fiore all'occhiello dei vini della provincia romana e và tutelato.
La DOC Roma prevede le seguenti tipologie di vino: “bianco”, “rosso”, “rosso riserva”, “rosato”, “Romanella” spumante, “Malvasia puntinata”, “Bellone”. Per i vini prodotti nella zona più antica (comune di Roma) è consentita la specificazione “Classico”.
Alla luce delle prime due vendemmie i vini prodotti, grazie anche alle basse rese per ettaro ed agli stringenti parametri enologici, sono di qualità medio-alta, tanto che spuntano un prezzo franco cantina di 6/7 euro.
Restiamo in attesa di assaggiare la prima produzione dello spumante Romanella (non può essere commercializzato prima del 15 marzo). Occorre ricordare che “Romanella” è una definizione riservata in via esclusiva allo spumante della DOC Roma, cosa che non è stata ancora recepita da alcuni produttori laziali che continuano a produrre vini da tavola gassificati chiamandoli Romanella.
Informazioni tecniche:
La Denominazione di Origine Controllata Roma: stato dell’arte
Con il DM 2 agosto 2011 il Ministero dell’Agricoltura approvava il Disciplinare di produzione della DOC Roma. Per ovvi motivi organizzativi non è stato possibile per i produttori rivendicare le uve della vendemmia 2011.
La prima vendemmia è stata quella 2012, seguita da quella del 2013. Analizzando i dati relativi alla rivendicazione della DOC, emerge che per quanto riguarda le aziende queste sono passate dalle 12 del 2012 alle 21 del 2013, con una superficie rivendicata pressoché raddoppiata che passa dai 28 ettari del 2012 ai 58 del 2013. Parallelamente anche la rivendicazione delle uve ha subito un forte incremento passando da 3.109 a 6.279 ql del 2013, come il vino ottenuto da 2.177 a 4.251 ettolitri.
Scendendo nel particolare delle singole tipologie la vendemmia 2013 è l’opposto di quella del 2012: la tipologia rosso, che nel 2012 era pari al 14.54% del totale (316 hl) è salita nel 2013 al 57.29% pari a 2.415 ettolitri. Per quanto riguarda il vino bianco si segnala che nel 2013 sono state rivendicate, seppur in quantità diversa tutte le tipologie: 1096 ettolitri di bianco, 317 di Malvasia puntinata, 20 di Bellone e 337 di spumante Romanella. In totale oltre 500.000 bottiglie pronte per essere immesse sul mercato.
In conclusione emerge un interesse sempre crescente dei produttori verso la nuova DOC, anche se siamo ancori lontani dalle produzioni potenziali, calcolate in 8.400.000 bottiglie di bianco e 8.700.000 bottiglie di rosso.
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