Connect with us

Roma

DISCARICA RONCIGLIANO, NO INC OGNISSANTI: FLAVIO GABBARINI UNICO SINDACO PRESENTE

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 4 minuti Dei dieci Comuni di bacino, si è visto al Presidio solo il primo cittadino di Genzano di Roma, Flavio Gabbarini.

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

di Maria Lanciotti

Albano Laziale / Discarica Roncigliano (RM) – Sabato 1° novembre 2014, festa di Tutti i Santi. Bella giornata, assolata e tiepida. Si poteva andare al cimitero a omaggiare con un giorno di anticipo i propri cari defunti, ma c’era da combattere per i vivi e si è risposto all’invito del No Inc, ancora una volta diretti al famigerato chilometro 24,650 della via Ardeatina, dinanzi ai cancelli della discarica di Roncigliano, un immenso cimitero di veleni che ammorba l’aria.

Ancora un presidio, l’ennesimo, per mettere in chiaro, pubblicamente, l’incredibile andazzo di una vicenda legata allo smaltimento dei rifiuti che sta colorandosi sempre più di giallo e di noir.

Microfono aperto, partono gli interventi e sembra di piombare direttamente nel bel mezzo di un disegno infernale. In sintesi: la situazione del VII invaso ormai al collasso, laghi di percolato che appaiono e scompaiono, gas venefici e invasione di bestie immonde, mentre nel silenzio inesplicabile delle Amministrazioni e delle Istituzioni, e nell’assenteismo della popolazione, si continuano a sversare ogni giorno nell’orrenda buca, ormai quasi ricolma, centinaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati provenienti dai dieci comuni di bacino, e non solo. Confortante l’ordinanza emessa dalla prima sezione del collegio penale di Roma, per cui tutte le intercettazioni effettuate dalle procure di Roma e Velletri dal 2008 al 2013 risultano corrette e potranno essere utilizzate nel Processo Cerroni.

Ma ci sono anche novità sconvolgenti che tolgono il fiato ancor più del puzzo rivoltante emanato dall’infame collina, e si tratta della relazione dell’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio). Una relazione allucinante, dove si parla tra l’altro di alcune migliaia di tonnellate di percolati prodotti dai rifiuti del VII invaso, che per legge andrebbero trattati nel sito della stessa discarica o trasportati in appositi impianti debitamente autorizzati, e partono invece non si sa come per essere trattati non si sa dove, e strada facendo si riducono di oltre un terzo.

“Il controllo parte dagli Enti locali, non si può insabbiare questo tipo di crimini. Chiediamo al Sindaco di Albano Laziale la volumetria, quanta vita ha ancora questo invaso, e se una volta esaurito ne verrà fatto un altro. Ci stiamo battendo e collaborando con altri Movimenti per non far aprire altre discariche, al Divino Amore quel progetto è sfumato, stavolta tocca a Velletri, speriamo di spuntarla con l’appoggio della cittadinanza. Se la popolazione si mette di buzzo buono qualche risultato l’ottiene, ma noi non vogliamo qualche risultato, vogliamo salvare la nostra vita”.

È stato ricordato che la relazione di ARPA Lazio risalente allo scorso aprile, da cui emergono gravissime inadempienze da parte della Pontina Ambiente in seguito a tre sopralluoghi, è stata reperita dal Movimento No Inc e consegnata al comune di Albano. Grande sconcerto, e immediata convocazione della conferenza dei sindaci di bacino. Insomma, un fulmine a ciel sereno, come ormai di prassi nelle stanze dei Primi Cittadini.  Pronta levata di scudi, un sonoro “pronti a tutto” da parte del solerte ma sempre intempestivo Luca Andreassi, consigliere delegato ai rifiuti del comune di Albano, e frenetico attivismo degli amministratori in causa, che qualcosa a questo punto devono pur dare l’impressione di fare, ma non si capisce in quale direzione.

“Vogliamo sapere: se c’è un danno ambientabile, è riparabile o no?  In che tempi? O s’intende far sparire questa situazione anomala? Siamo ai numeri al lotto. Le Amministrazioni pensano di poter dimenticare o di raccontarci favole? Chi è venuto a ispezionare ha rilevato il totale mancato funzionamento del TMB. I laghetti di percolato sulla superficie dell’invaso sono stati tirati via con le pompe. Sono sparite tonnellate di percolato, dove e come? La Regione nulla disse, la Procura nulla disse. Si tratta di violazioni palesi permanenti, se l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) non è rispettata, a casa mia la cosa si chiude. Questo arnese è una ignominia e nemmeno funziona”. E vengono citati nomi, date, situazioni, dichiarazioni e dinieghi. E poi la chiusa: “Sono rimasti 7 metri di margine e l’impianto è finito. Sorgerà un’altra montagna? Siamo alla farsa più totale. Andiamo alla Regione, senza aspettare che ci arrivi Civita con il suo carrozzone”.
Proseguono gli interventi, toni moderati e voce ferma.

Daniele Castri: “Ancora oggi Cerroni continua a pretendere. Gli amministratori “non sanno”, e sono loro i primi responsabili della salute dei cittadini. Nessuno c’era, se c’erano dormivano. Il punto è che ci siamo sempre noi da 7 anni. Il VII invaso costruito al di sotto di tutti i limiti di legge. 2 collaudi e gli Amministratori di Albano dormivano. Cerroni si difenderà chiamando in causa Mattei e Marini. Politici e amministrazioni non ci prendano per i fondelli. La nostra battaglia va avanti con impegno, costi economici e sacrifici. E gli amministratori dormono. I sindaci chiedono chiarezza, ma non ce la stanno dando. La differenziata “porta a porta” non decolla e Cerroni invece di arretrare avanza. Gli Amministratori non sapevano, ma Cerroni ha portato un bel progetto a Velletri. E in altri Comuni. Le mire di Cerroni rimangono sempre in questa zona”.

Desolante il quadro presentato dall’esperto, così riassumibile: disastro ambientale, ci devono rendere conto. E proprio all’esperto, Aldo Garofalo, attivista del No Inc e sostenitore del Comitato veliterno No Discarica No Biogas, chiediamo come stanno le cose a Velletri, di cui non si vede al presidio nemmeno l’ombra di un suo rappresentante. Come mai questa totale assenza di partecipazione ad una lotta che dovrebbe essere comune?
“Vista la coincidenza con la raccolta dei kiwi si prevedeva una scarsa partecipazione dei diretti interessati, sia dei residenti ma soprattutto dei produttori locali. Diciamo che una qualche possibilità l’avevamo ottenuta nella penultima assemblea del Comitato, alla Garbatella, immediatamente prima dell’assemblea pubblica a Piazza Mazzini, lo scorso 25 ottobre. Viceversa, nell’ultima riunione un gruppo con agganci nella Giunta ha proposto una linea di compromesso tra le linee fino a quel momento condivise da tutti.  No Biogas No Discarica con altre linee: in cambio dell’impegno e dell’assicurazione dell’Amministrazione che la discarica non si farà, il Comitato non prende più posizione contro il progetto di biogas della Volsca Ambiente e Servizi. Il tentativo al momento è stato stroncato, ma ciò non ci garantisce la partecipazione di una cospicua parte del produttori locali, sia come Azienda agricola che come coltivatori diretti”.

Dei dieci sindaci di bacino, si è visto al Presidio solo il sindaco di Genzano di Roma, Flavio Gabbarini. “Sindaco, perché si trova qui?” “Per portare solidarietà e condivisione per la battaglia del Movimento. La relazione dell’ARPA non ci è stata trasmessa dall’Ente, ma dal No Inc”.
Per concludere, riportiamo il commento di un semplice cittadino, Aldo, residente a Cancelliera: “Anche se chiudono la discarica, i danni sono stati fatti. Hanno avvelenato tutta la zona. Spero ancora nelle istituzioni e nei nostri avvocati, pagati con quello che riusciamo a rimediare con le collette e le cene sociali, ma loro ci aiutano anche senza soldi”.

Il barattolo per le libere offerte sul tavolo, fra la pastasciutta e la bruschetta preparate sul posto e servite per il pranzo. Oltre i cancelli chiusi della discarica, la presenza discreta delle Forze dell’Ordine, e i loro mezzi mai dovuti entrare in azione.
 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti