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Roma

Diritti umani: dalla Fao e dal Vaticano la condanna alla pesca illegale e al lavoro forzato in alto mare

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Tempo di lettura 3 minuti Innovativi accordi internazionali aprono la strada all’eliminazione delle violazioni dei diritti umani nel settore ittico

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di Gianfranco Nitti

ROMA – La FAO e il Vaticano hanno lanciato un appello perché si intensifichino gli sforzi internazionali volti a scongiurare le violazioni dei diritti umani nel settore ittico mondiale – tra cui il traffico di esseri umani e il lavoro forzato – oltre a porre fine alla piaga della pesca illegale. Intervenendo all' evento organizzato dalla FAO e dalla Santa Sede in occasione della Giornata mondiale della Pesca, il Direttore Generale della FAO Jose Graziano da Silva ha affermato che – anche se il settore ittico è fonte di cibo, sostentamento e opportunità per milioni di persone – "esso è allo stesso tempo – sfortunatamente – anche fonte di oppressione per i più vulnerabili".   "Abbiamo notato una maggiore sensibilità dei media al tema degli abusi dei diritti umani nel settore ittico, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. Abusi che vanno dal lavoro forzato, al traffico di esseri umani, al lavoro minorile e alla schiavitù,"  ha affermato Graziano da Silva. "La FAO e la Santa Sede invitano tutti i partner a collaborare per porre fine alle violazioni dei diritti umani lungo l'intera filiera della pesca". "Dobbiamo garantire che il pesce che raggiunge le nostre tavole sia stato prodotto non solo in modo sostenibile per l' ambiente, ma anche rispettando il benessere socio-economico di chi lo ha pescato e lavorato" ha concluso Graziano da Silva. Nel suo intervento, il Segretario di Stato vaticano, Cardinale Pietro Parolin, ha affermato che è necessario agire su tre fronti: fornire aiuto ai pescatori sfruttati per facilitare il loro reinserimento; assicurare il rispetto della legislatura internazionale esistente in materia di pesca; e combattere il traffico e contrabbando illegali per imporre legge ed rispetto dei diritti umani. "Solo lavorando assieme, e coordinando i nostri sforzi, riusciremo a rompere le catene dello sfruttamento che colpisce il settore della pesca in molti paesi" ha affermato.
Il Cardinale Parolin ha presentato un nuovo Messaggio della Santa Sede che condanna "la tragica realtà che vede centinaia di migliaia di migranti – interni e transnazionali – trafficati per lavoro forzato nel settore ittico".
Etichettando la situazione degli abusi nella pesca come un esempio di "schiavitù moderna", Gianni Rosas, Direttore dell'Ufficio ILO per l'Italia e San Marino, ha portato l'attenzione sui recenti sviluppi positivi. Tra questi soprattutto la maggiore consapevolezza dei consumatori sulla necessità di acquistare solo pesce prodotto in modo equo e sostenibile. Rosas ha inoltre citato gli sviluppi a livello internazionale per la creazione di efficaci meccanismi istituzionali come il Protocollo 2014 della Convenzione ILO sul Lavoro Forzato e la Convenzione 188 dell' ILO sull'Impiego nel settore ittico.

Strumenti innovativi Sia la FAO che la Santa Sede hanno salutato con favore il fatto che un numero sufficiente di paesi abbia sottoscritto la Convenzione 188 permettendone l'entrata in vigore nel novembre 2017. La Convenzione prevede che a tutti i lavoratori del settore ittico vengano riconosciute forme di tutela della salute e della sicurezza, che ricevano accordi lavorativi scritti e misure di protezione sociale. La FAO e la Santa Sede hanno inoltre incoraggiato i paesi e il settore ittico a trarre vantaggio da un nuovo strumento recentemente entrato in vigore: l' Accordo FAO sulle Misure dello Stato  d'Approdo (acronimo inglese PSMA), che mira a porre fine una volta per tutte al problema della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU), la quale – si stima – sottrae dalle 11 alle 26 milioni di tonnellate di pesce all' anno dagli oceani.

Le imbarcazioni coinvolte nella pesca illegale sono spesso le stesse dove avvengono le violazioni dei diritti umani. 
L' accordo PSMA – il primo accordo internazionale legalmente vincolante ad occuparsi di pesca illegale – porterà al rafforzamento delle ispezioni portuali a bordo dei pescherecci, facilitando migliori controlli per assicurarsi che i diritti umani degli equipaggi vengano rispettati.  
L' entrata in vigore della Convenzione 188 ILO e dell'accordo PSMA – assieme ad una maggiore consapevolezza internazionale su temi sociali e del lavoro – offrono alla FAO, all'ILO, ai partner dell'industria,  ai lavoratori e alle comunità di pescatori fino alle associazioni di consumatori un nuovo slancio per porre fine agli abusi lungo tutta la filiera.

Lontani da casa, isolati e abusati
Le vittime raccontano di aver subito ogni sorta di vessazione lavorando a bordo di imbarcazioni in aree remote per mesi o perfino per anni alla volta. Vessazioni che includono lavoro forzato e servitù per debito, violenza e abusi psicologici, cibo scadente e condizioni di vita non- igieniche. Lunghe ore di duro lavoro, per resistere alle quali i pescatori vengono talvolta costretti ad assumere anfetamine. I lavoratori vengono spesso attratti in situazioni del genere con l'inganno o con la forza. Una volta a bordo, possono rimanere intrappolati per mesi se non per anni. Solitamente pochi pescatori sono membri di associazioni sindacali, i contratti scritti sono scarsi e la protezione dei diritti dei lavoratori debole. Dove esistono forme di regolamento, queste non vengono fatte rispettare.  I controlli effettivi sono difficili a causa della vastità degli oceani, perché le imbarcazioni si spostano continuamente tra un paese e un altro oppure perché operano in alto mare, al di fuori delle giurisdizioni nazionali.

 

Cronaca

Roma, San Paolo: due ladre tentano di investire la commessa di un negozio dopo la rapina

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ROMA – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella sono intervenuti in viale Leonardo Da Vinci, arrestando due donne romane, di 20 e 30 anni, appartenenti a una nota famiglia di nomadi stanziali, con precedenti penali e disoccupate. Le due sono gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso.
 
L’episodio è iniziato quando i titolari di un negozio di casalinghi, gestito da cittadini cinesi nel quartiere San Paolo, hanno denunciato che le due donne avevano sottratto diversi articoli per la casa. Una dipendente del negozio, notando il furto, ha cercato di fermarle, ma le due donne, nel tentativo di fuggire, sono salite a bordo della loro auto e hanno cercato di investirla.
 
I Carabinieri, giunti rapidamente sul posto, sono riusciti a bloccare le ladre. La refurtiva, trovata all’interno dell’auto, è stata restituita ai legittimi proprietari. Fortunatamente, la coraggiosa dipendente, visitata dai sanitari del 118, non ha riportato ferite.
 
Successivi accertamenti hanno rivelato che la 30enne era alla guida dell’auto senza patente, mai conseguita, motivo per cui è stata anche sanzionata per violazione al codice della strada. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per entrambe le donne.
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Metropoli

Valmontone, grave incidente sull’A1: un morto e tre feriti

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Tragico incidente quello avvenuto questa mattina poco prima delle 10 sull’autostrada A1 dove sono state inviate due squadre dei Vigili del Fuoco all’altezza dell’uscita di Valmontone in direzione di Roma. L’incidente ha coinvolto tre autovetture e un van, provocando la morte di una persona e il ferimento grave di altre tre.

La vittima è una donna di 62 anni di nazionalità tedesca

I tre feriti sono stati soccorsi dal personale del 118, che è intervenuto sul posto con diverse ambulanze e un elisoccorso. Per permettere le operazioni di soccorso, la carreggiata in direzione Roma è stata temporaneamente chiusa.

Sul luogo dell’incidente è intervenuta anche la polizia stradale, incaricata di gestire la viabilità e condurre i rilievi necessari per chiarire la dinamica dello schianto.

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Castelli Romani

Rocca Priora, arrestati due uomini sorpresi a sotterrare telai di auto rubate

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I Carabinieri della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato due uomini italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, entrambi con precedenti penali, accusati di riciclaggio. L’operazione è avvenuta durante un normale servizio di pattugliamento del territorio, quando i militari hanno notato i sospetti intenti a scavare una buca con una ruspa in un terreno situato lungo la via Tuscolana, al chilometro 32. All’interno della buca, i Carabinieri hanno scoperto quattro telai completi di autovetture, successivamente identificati come proventi di furto.
 
Successivamente, i militari hanno eseguito una perquisizione in un capannone nei pressi del luogo del ritrovamento, anch’esso nella disponibilità dei due uomini arrestati. All’interno del capannone, sono state rinvenute numerose parti di veicoli smontati e privi di matricola, le quali sono state immediatamente sequestrate per ulteriori verifiche.
 
I due uomini arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa dell’udienza di convalida. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriormente la portata dell’attività illegale e identificare eventuali complici.
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



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