Roma
DIPLOMAZIA E IMPRESE A ROMA PER CELEBRARE CHAÎNE DES RÔTISSEURS
Published
13 anni agoon
Angelo Parca
Si è tenuto a Roma, presso il prestigioso Marriott Grand Hotel Flora il battesimo del neonato Bailliage DIGA della Chaîne des Rôtisseurs. Ha presieduto la storica cerimonia dell’Induction il Bailli Délégué d’Italie, e membro del Consiglio Magistrale, Roberto Zanghi. Oltre al Bailli del neo costituito Bailliage DIGA Giuseppe Lepore presenti – tra gli oltre cento invitati – S.E. Hakki Akil, Ambasciatore di Turchia, S.E. Christian Berlakovits, Ambasciatore di Austria, S.E. Debabrata Saha, Ambasciatore d’India, S.E. Kohno Masaharu, Ambasciatore del Giappone, S.E. Kola Llesh, Ambasciatore di Albania, S.E. Saywan Barzani, Ambasciatore dell’IRAQ, la principessa Rania Sidawi, il noto artista Al Bano Carrisi e l’on. Alberto Michelini. L’obiettivo della Chaîne des Rôtisseurs è quello di riunire periodicamente i propri associati provenienti da oltre 70 nazioni diverse, per celebrare la comune passione per la cucina di qualità ed offrire sostegno e assistenza alimentare a quanti ne abbiano bisogno a livello internazionale. Attraverso tali forme di supporto e iniziative, la Chaîne continua a coltivare incessantemente la propria eredità e la propria filosofia, dedicandosi nel contempo anche ad attività di beneficenza e assistenza ai più bisognosi.
Un pò di storia
La Chaîne des Rôtisseurs è un'Associazione internazionale – probabilmente la più antica al mondo – che si occupa in modo prevalente di enogastronomia.
Il 1248 è la data di nascita dei Rôtisseurs. Si tratta di una data simbolica, ma fondamentale per lo sviluppo dei rapporti umani in pieno Medio Evo. Nel 1248, dunque, Luigi IX, Re di Francia (dinastia capetingia), con un suo atto a dir poco clamoroso per quel periodo, dà vita ai liberi mestieri (che nel tempo si perfezioneranno nelle corporazioni). Tra questi mestieri (raccolti nel Livre des Métiers verso il 1268) c'è anche quello degli arrostitori di oche, gli oyeurs. Con tale atto solenne, quel Sovrano illuminato (salito successivamente alla Gloria degli Altari come San Luigi dei Francesi: si festeggia il 25 agosto) ha fatto una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda lo sviluppo delle relazioni sociali. Da quel momento, infatti, fu concesso di esercitare liberamente anche la professione di cuoco a tutti coloro i quali in precedenza potevano soltanto essere i Cuisiniers du Roi. È una concessione di liberalità, antesignana di vero e proprio liberismo economico.
Se ci sono gli arrostitori di oche che esercitano in privato, vuol dire che c'è pure chi i pennuti li alleva per conto proprio; di conseguenza, si possono vedere anche i privati cittadini che un po' per volta si conquistano il diritto di sedersi a tavole imbandite..
Col passare dei decenni, in Europa fioriscono le scuole di cucina le quali – oltre a deliziare i palati degli appartenenti alle classi più abbienti – finiscono per coinvolgere sempre maggiormente pure il ceto medio. E questo tipo di benessere pian piano si diffonde.
Nel frattempo – la Storia non si ferma! – anche le corporazioni risultano anacronistiche; di più: diventano motivo di ribellione perché troppo settoriali. Talché, dopo la Rivoluzione francese che non ne accetta i privilegi, arriva Napoleone Bonaparte che le abolisce tutte; e quella degli arrostitori di carne non fa eccezione.
Arriviamo quini al 1950, anno in cui, a Parigi, un gruppo di appassionati gastronomi, chef, giornalisti, guidato da Robert Baty, rifonda la Chaîne des Rôtisseurs. Si tratta sì di un'Associazione eno-gastronomica, ma anche di una Confrérie, Confraternita. È chiaro: gli appartenenti diventano confratelli. Lo prevede espressamente lo Statuto costitutivo: «Gli associati contraggono, con la loro adesione, doveri di fraternità e rispetto gli uni verso gli altri». Risulta, questa, una nota caratteristica peculiare della Chaîne. Assieme ai piaceri della gioiosa convivialità ci sono pure i doveri imposti dalla fratellanza.
La formula è convincente e dunque vincente: gli iscritti aumentano in modo costante. Da Parigi e dalla Francia i sempre più numerosi buongustai si danno delle regole, organizzandosi in gruppi (Bailliages). Oggi la Chaîne des Rôtisseurs è presente in un'ottantina di Stati, sparsi in tutti i Continenti.
Non esistono vincoli – se non quelli connessi con il rispetto della legalità – per entrare a far parte dell'Associazione. Certo: la spina dorsale della Confraternita è rappresentata dai Paesi più fortunati, economicamente parlando. Però è bello ricordare che tra le recenti new entry ci sono realtà come Camerun, Costa d'Avorio, Egitto, Kenya, Senegal, Tunisia, Sudafrica, tanto per citare il Continente Nero. Ma anche Stati con problemi di buon vicinato, quali Israele, Giordania, Libano, Turchia, Cipro, Grecia. Per non dire del Centro e del Sudamerica meno ricco: Colombia, Costarica, Ecuador, Panama, Perù. E finanche la Cina, un tempo tetragona, oggi s'è aperta alla Confraternita.
Gli affiliati alla Chaîne, insomma, possono rimanere divisi da qualche ingrediente dei piatti riportati a menu. Non certo dal piacere dello stare a tavola, accomunati dallo spirito di fratellanza citato. E questo modo di rapportarsi gli uni con gli altri non può che favorire una corretta integrazione tra le varie culture mondiali. Il piacere del nutrimento come collante per vivere rapporti umani sereni piacevoli e alla fin fine armonici.
In questi quasi ottocento anni di storia, la Chaîne des Rôtisseurs ha vissuto in prima persona i grandi cambiamenti intervenuti nel campo dell'alimentazione. E ne è stata fin da subito protagonista attiva. Certo, nei primi secoli il suo ruolo è stato più marginale, perché anche la Confrérie proveniva da una specie di primordiale buio della libera iniziativa: le ferree leggi medievali lasciavano poco spazio – come detto – a chicchessia, e perciò anche alle fantasie gastronomiche. Però, con il Livre des Métiers la strada era stata aperta.
Certamente più agevole è stato il percorso a partire dalla rifondazione del 1950, a Parigi. L'idea fondante di Robert Baty e dei suoi amici gastronomi è stata proprio quella di divulgare la cultura dell'alimentazione. Francia, Europa, Mondo: in pochi decenni questa nuova filosofia dell'approccio alla tavola si diffonde a macchia di leopardo in ogni continente.
Assieme al legame forte dell'amicizia, o meglio della fratellanza, tra gli Associati, determinanti diventano pure le proposte che arrivano dai Professionnels della Chaîne, i Ristoratori-Albergatori, degni eredi di quegli antichi oyeurs dei quali si è detto. Le loro capacità professionali riescono a sviluppare ricette di grande attrazione, ma anche a valorizzare prodotti strettamente legati al territorio dove i piatti vengono confezionati.
La Chaîne des Rôtisseurs non ha tra le proprie competenze quella di fare discorsi pubblici, né tanto meno di organizzare convegni su argomenti mirati. Consoeurs e Confrères si ritrovano a tavola soprattutto per il piacere della scoperta enogastronomica che un evento conviviale ogni volta propone.
Ma la Confraternita non è soltanto questo. Con l'ACCR (Association Caritative della Chaîne des Rôtisseurs), negli ultimi anni sta svolgendo un ruolo attivo e continuo in favore dei meno fortunati, in particolare dei più giovani. Dagli inizi del 2008, infatti, l'Associazione ha modificato la propria mission originaria, integrandola appunto con una branca dedicata proprio al sostegno dei più deboli. Il primo progetto è stato realizzato (ed è tuttora attivo) in favore di una comunità di bambini bisognosi in Egitto: si chiama A Glass of Milk Everyday (un bicchiere di latte ogni giorno). Questa iniziativa è stata seguita subito dopo da una analoga, sempre in Egitto (ad Alessandria), in un orfanotrofio, dov'è garantito il cibo giornaliero ad altri 250 piccini. In Sudafrica, invece, sono state attivate due iniziative. La prima di supporto alle vittime dell'Aids, cui è assicurata A Bowl of Soup Everiday (una scodella di minestra giornaliera). Con la seconda si è puntato anche sulla didattica, sempre legata in qualche modo all'alimentazione, con la costituzione della Ikusasa School of Cooking, scuola di cucina gratuita per giovani e adolescenti in particolari difficoltà socio-economiche. Da allora sono tanti i progetti in corso.
Si tratta di piccoli ma importanti passi, compiuti da una Confraternita che è di certo nata con scopi più vicini al benessere quotidiano del corpo che ad altro, ma che al momento opportuno messo a disposizione le proprie energie per dare risposte concrete anche nel settore della solidarietà. In particolare di quella verso i più piccoli ed emarginati, nel segno di una convinta integrazione internazionale.
E se oggi in alcuni Paesi emergenti ci sono segnali di crescita e di sviluppo, anche nella produzione agroalimentare, va da sé che da lì si può proseguire verso un miglioramento delle condizioni di vita di quelle popolazioni. Le quali – se troveranno governanti lungimiranti come lo è stato Re Luigi IX – potranno muovere i primi piccoli-grandi passi verso la conquista del diritto a un'alimentazione corretta.
La Chaîne des Rôtisseurs non è chiamata a risolvere questo tipo di problemi – che sono di competenza degli Stati, dei loro Governi e delle Comunità internazionali –. Tuttavia, con la propria storia – antica e recente – la Confrérie fornisce delle indicazioni convincenti sul che fare e sul come fare.
Il Bailliage DIGA
Dall’amicizia cresciuta nel tempo tra l’Associazione DIGA (Diplomatic and International Golf Association) e membri della Chaîne des Rôtisseurs romana è nata l’idea, promossa e condivisa da Roberto Zanghi, Bailli Délégué d'Italie, ed dal suo intero consiglio di promuovere la nascita di un Bailliage che potesse raccogliere membri del mondo della diplomazia presente in Italia e imprenditori / manager che operano prevalentemente in ambito internazionale presieduto dal Bailli Giuseppe Lepore. Nato soltanto nel 2012 il Bailliage DIGA con oltre 60 membri vanta tra le proprie fila ambasciatori, imprenditori, manager, professionisti e artisti. Consoeurs e Confrères che si ritrovano soltanto per eventi conviviali, per il piacere di stare bene insieme portando avanti progetti di solidarietà e beneficienza.