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DIETA: PERCHE' NON RIUSCIAMO A DIMAGRIRE?

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Tempo di lettura 3 minuti Per recuperare uno buono stato di forma fisica, non basta sottoporsi ad un regime dietetico controllato da uno specialista, ma occorre un radicale cambiamento del nostro stile di vita

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A cura della Dottoressa Monia D’Amico – Biologa Nutrizionista

Iniziare una dieta controllando adeguatamente ciò che mangiamo ogni giorno è molto più difficile di quanto si possa immaginare. Il più delle volte si inizia per un piccolo periodo di tempo, due o tre settimane, ma poi non si è in grado di proseguire e molto spesso, questo poco tempo non è sufficiente per apprezzare i primi progressi.
Gli insuccessi possono presentarsi per le più svariate cause: iniziamo senza avere alla base una motivazione abbastanza forte oppure anche avendo una buona motivazione, non riusciamo a proseguire per raggiungere il nostro ideale o ancora raggiungiamo il nostro peso forma ma appena smettiamo di controllarci riprendiamo tutto il peso perso. La cosa importante da sapere è che per dimagrire o per recuperare uno buono stato di forma fisica, non basta sottoporsi ad un regime dietetico controllato da uno specialista, ma occorre un radicale cambiamento del nostro stile di vita. Per cambiamento dello stile di vita si intendono tantissime cose e per primo essere fisicamente attivi per tutta la vita e non solo per iniziare a dimagrire; E poi altrettanto importante è scegliere di mangiare in modo sano, imparando ad esempio ad apprezzare i sapori semplici dei piatti e ad integrare sempre nella nostra alimentazione frutta e verdura locale e di stagione. Quindi è necessario non solo controllare la quantità di ciò che mangiamo ma soprattutto la qualità del cibo che mangiamo, rispettando la stagionalità e utilizzando in cucina soprattutto le eccellenze del nostro territorio o prodotti locali della nostra zona. Sarebbe necessario poi trovare il giusto metodo preparazione o di cottura per i cibi cercando di preservare tutte le proprietà benefiche degli alimenti. Questo fa parte dell’educazione alimentare che ogni persona dovrebbe acquisire già da bambino.

Quale è il motivo per cui non riusciamo a dimagrire?

Nonostante vorremmo raggiungere il nostro obiettivo opponiamo resistenza al cambiamento.
Siamo degli abitudinari cioè trasformiamo molti dei nostri comportamenti in abitudini e quindi troveremo molti ostacoli da parte di noi stessi al cambiamento per raggiungere il risultato che ci siamo prefissi. Viviamo nella nostra routine e ci pesa molto cambiare le nostre abitudini perché cambiarle comporterebbe adattarsi a nuove situazioni. Una volta che acquisiamo un abitudine tendiamo a mantenerla e pensiamo che sia immodificabile. Il blocco psicologico è dentro di noi e fin quando non lo superiamo, esternando la nostra volontà di cambiare veramente, non riusciremo mai a raggiungere il nostro obiettivo.
Spesso aggiriamo il problema cercando il modo che ci appare più semplice per dimagrire, perché nonostante desideriamo vederci diversi, allo stesso tempo vorremmo che accadesse senza modificare troppo la nostra vita. Il nutrizionista dovrebbe essere in grado di farci dimagrire senza troppi sforzi oppure siamo alla ricerca di una dieta miracolosa che ha fatto raggiungere risultati incredibili a qualche persona di nostra conoscenza senza apparentemente fare troppa fatica.
Non si ottengono risultati senza fatica e non esistono diete durature facili.
Un regime alimentare non sempre è restrittivo dal punto di vista calorico ma è difficile seguirlo perché in qualche modo va a cambiare le nostre abitudini.
Se vuoi dimagrire comincia a pensare che dovrai impegnarti molto per riuscirci

Come superare questo ostacolo al cambiamento?

Se abbiamo capito che siamo pronti a metterci in discussione per ottenere il nostro traguardo allora cerchiamo di capire come facciamo a trovare il coraggio di iniziare e di proseguire con costanza fino ad avere la situazione sotto controllo.
L’inizio è senza dubbio il più difficile poiché specialmente se siamo reduci di molti fallimenti in diete precedenti siamo convinti che anche stavolta, come sempre, non riusciremo ad ottenere il fisico che vogliamo. Inoltre c’è da considerare che il risultato non arriva subito appena iniziato il nostro cambiamento ma bisogna essere pazienti e perseverare per un po’ di tempo e questo ci fa paura.
Superare questa resistenza è difficile ma ci si può riuscire prendendo coraggio e pensando positivo senza arrendersi prima di aver cominciato. Pensare positivo ci aiuta a affrontare il problema, ci convince di potercela fare e primi risultati arriveranno. E’ il tuo atteggiamento mentale positivo che determinerà il tuo successo e quindi dovrai cercare di mantenerlo sempre: cerca di non pensare in negativo ma se qualche pensiero negativo ti verrà cerca di bilanciarlo con almeno due positivi.
Trasformando la teoria in pratica: costringiti ad iniziare facendo qualcosa che possa aiutarti.
Ad esempio elimina dalla dispensa ciò che ti può tentare e a questo punto poniti i primi obiettivi:

1) Seguire la dieta


2) Fare movimento ogni giorno


3) Non pesarti spesso

Gli obiettivi possono essere anche più piccoli e pian piano trasformarsi in più grandi: ad esempio se abitudinariamente saltiamo la colazione, cominciare a fare colazione la mattina può essere un obiettivo più importante che seguire da subito tutta la dieta; Oppure se sappiamo di essere abitudinari sul mangiare dolci o quant’altro, dopo cena o fuori pasto, dovremo lavorare per eliminare questo vizio.
Se facciamo un lavoro sedentario dovremmo lentamente introdurre pochi minuti di movimento tutti i giorni fino ad un’attività più consistente.
Per convincerti dei tuoi progressi puoi annotare ogni giorno i tuoi traguardi trascrivendo anche i tuoi pensieri positivi collegati; e se ci sono dei giorni in cui non riesci a portare a termine il tuo programma non ti devi deprimere e pensare negativo perché hai la forza e volontà di ricominciare. E’ vietato sbagliare senza imparare dai propri sbagli.

Dott.ssa Monia D’Amico
Biologa Nutrizionista
Cell: 3476003990

Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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