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3 anni faon
Diablo II è stato un gioco fondamentale per moltissimi appassionati di videogames. Provando la nuova versione restaurata, o meglio “Resurrected” (disponibile su Ps4, Ps5, Xbox One, Xbox Series S|X, Pc Windows e Nintendo Switch), possiamo senza dubbio dire che il titolo ha ricevuto un’incredibile ristrutturazione a livello grafico. Tutto questo modernizza la sua estetica senza mai perdere quell’atmosfera cupa che tutti gli appassionati hanno imparato ad amare, ma per il resto, proprio per non snaturare il titolo, niente è stato toccato. Il gameplay è lo stesso, le meccaniche (tranne qualche minimo cambiamento) sono anch’esse rimaste identiche e per chi è cresciuto con titoli contemporanei potrebbe risultare irrimediabilmente antiquato. Però siamo certi che anche per le nuove generazioni interfacciarsi con Diablo II potrebbe essere un curioso viaggio alla scoperta di come ci si divertiva vent’anni fa. Anche la trama è rimasta la stessa, ma vi vogliamo raccontare l’incipit proprio per raccontarlo ai più giovani: la vicenda è ambientata subito dopo il primo capitolo, il guerriero leggendario che ha sconfitto il terrificante Diablo è divenuto corrotto, diventando lui stesso il Signore del Terrore, anche grazie all’aiuto degli altri Primi Maligni: Baal e Mephisto. Spetta al protagonista, come ogni eroe che si rispetti, eliminare il male e riuscire a liberare Sanctuary dalla minaccia demoniaca, viaggiando da deserti tenebrosi ad altopiani gelati, fino a temibili fiumi infuocati.
Da un punto di vista di trama, la vicenda di Diablo II è quella meglio costruita e pensata, tanto da essere ripresa da Diablo Immortal e destinata a diventare un punto di riferimento importante per Diablo IV. Dialoghi e cutscene sorprendono ancora oggi, immergendo il giocatore in un mondo dark fantasy ben pensato e dalla qualità, ancora oggi, estremamente sorprendente. Esaminando più da vicino il titolo, come già detto, ci si accorge di come l’impianto ludico originale sia rimasto pressoché lo stesso, ma migliorato sotto il profilo della praticità in game. Molte meccaniche tediose sono state eliminate, come la raccolta dell’oro, l’impossibilità di vedere i bonus generali degli oggetti e soprattutto lo spazio ridotto del forziere, ora ingrandito per ospitare riserve condivise tra i propri personaggi. E a proposito di personaggi, le classi sono rimaste le stesse che si potevano utilizzare 20 anni fa: Negromante, Druido, Barbaro, Incantatrice, Assassino, Amazzone e Paladino, ognuno con tre rami di abilità da sfruttare e quattro diversi attributi da assegnare (forza, destrezza, vita ed energia). Anche gli oggetti non hanno subito modifiche, se non qualche cambio di nome dovuto alla localizzazione, di conseguenza non sono presenti nuovi contenuti. Una differenza sostanziale rispetto al terzo capitolo della serie, l’unico che le generazioni più giovani di giocatori potrebbero aver provato con mano, risiede nel sistema di controllo, qui pensato per mouse e tastiera e in un secondo momento adattato ai controller. Se l’utenza PC gradirà (differentemente da quanto fece nel 2013 al lancio di Diablo III), quella console potrebbe trovarsi un po’ spiazzata, perché, sebbene l’implementazione del controller si sia dimostrata soddisfacente, è innegabile che la gestione dell’inventario e lo scorrimento tra i menu rimangano molto più comodi optando per l’accoppiata mouse/tastiera, tanto quanto la raccolta degli oggetti lasciati a terra dai nemici sconfitti. La nostra esperienza di gioco su Xbox non ne ha risentito in modo particolare complice la grande comodità del controller della Serie X/S, ma a un occhio attento potrebbero non sfuggire piccole spigolosità dovute all’adattamento di un “control scheme” in origine pensato per computer.
Se dal punto di vista del gameplay il gioco non necessitava di grossi stravolgimenti, dal punto di vista grafico il lavoro svolto dal team di sviluppo è stato davvero imponente. Vicarious Visions, d’altra parte, ha praticamente rivoltato come un calzino il gioco originale, dando vita a un Diablo II completamente nuovo: animazioni riviste, framerate e risoluzioni sbloccate, nuove texture ed effetti particellari e persino l’inserimento della global illumination. L’impianto è stato interamente costruito sopra l’originale del 2000, ciò significa che è possibile, in qualsiasi momento e con la sola pressione di un tasto, passare dalla vecchia alla nuova grafica, potendo rendersi conto immediatamente le strabilianti differenze tra la nuova versione e quella più datata, oltre che di dettagli precedentemente occultati che ora vengono finalmente alla luce. Tutti gli atti mantengono una qualità generale piuttosto elevata, lasciandoci qualche dubbio solo e unicamente per qualche particellare legato alle abilità di Druido e Incantatrice, ma che nel complesso soddisfano e non influiscono negativamente sul giudizio finale. Di buon livello anche le musiche magistrali e il doppiaggio rifatto, ma in alcune parti leggermente inferiore all’originale: alcune voci ci sono sembrate decontestualizzate rispetto ai personaggi sullo schermo, ma nulla di grave se si prende in considerazione l’incredibile lavoro complessivo svolto. Tirando le somme, Diablo II grazie alla grafica cupa e l’atmosfera maledetta e intrisa di sangue riesce ancora a trasmettere le sensazioni di vent’anni fa. Grazie al lavoro svolto il mondo di gioco appare dettagliato e nitido, anche se sulle console è necessario selezionare la modalità “prestazioni” (invece che quella “qualità”) per giocare a 60 fps. A parte il compromesso tra risoluzione e frame rate, la qualità visiva complessiva rimane costante. Visto che la remastered è progettata per funzionare anche su console last gen, i possessori di PC con specifiche intermedie possono stare tranquilli sapendo che Diablo 2: Resurrected è ben ottimizzato e scalabile. Per celebrarne l’uscita,vogliamo ricordare in conclusione, Cristina Scabbia (cantante del gruppo Metal Lacuna Coil) e Mark The Hammer (chitarrista di J-Ax) hanno composto una canzone dedicata proprio a Diablo (qui sotto potete guardare il video musocale).
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8,5
Francesco Pellegrino Lise