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DECRETO SVUOTA CARCERI: L'APPELLO AL MINISTRO CANCELLIERI: BASTA A QUESTO SCEMPIO DI ONESTA'

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Tempo di lettura 4 minuti "Molte testate giornalistiche preferiscono vivacchiare su temi triti e ritriti piuttosto che distinguersi con contenuti di rottura"

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Gabriella Resse

Roma – In questi giorni, navigando per le strette ed interminabili vie di Facebook, mi sono imbattuta in un appello al ministro della Giustizia Cancellieri a firma di Maurizio Cudicio, fondatore del Movimento Poliziotti e Vice Segretario Nazionale del Sindacato di Polizia A.D.P. autonomi di Polizia.

Quello che colpisce, è l’estrema lucidità e durezza con le quali viene evidenziato che quest’azione di governo, se da una parte ridurrà sensibilmente il problema del sovraffollamento delle carceri, dall’altra potrebbe rivelarsi una sorta di “sversamento indifferenziato” di criminali nel nostro territorio.

Quando anche le forze dell’ordine ed in questo caso il vice segretario Nazionale di un sindacato di polizia si pone in posizione critica rispetto alle iniziative del governo e dei ministri riguardo ai temi della giustizia, c’è da porsi dei quesiti seri riguardo alla reale capacità di queste istituzioni di dare risposte concrete e confortanti ai bisogni primari dei cittadini e degli operatori del settore in materia di pubblica sicurezza . Altra diffusa lamentela intercettata sui post inseriti nella pagina Facebook del Movimento Poliziotti che ad oggi conta ben 20 mila simpatizzanti ,è che nonostante la capillare diffusione del comunicato ai Media ,questi ultimi si sono mostrati freddi e disinteressati a far emergere le dichiarazioni del vice segretario Cudicio che presumibilmente raccoglie anche le impressioni degli iscritti al sindacato. A questo proposito in una vecchia intervista a firma Massimo Martini che si informa circa il rapporto del sindacato con la stampa, Cudicio dichiara :” 

Non è interessata. Si preoccupa di noi solo quando c'è il morto, il ferito o lo scandalo. Il poliziotto “buono”, idealista che crede di svolgere una missione per la società non fa notizia “

A mio avviso, questo atteggiamento della stampa è incomprensibile e censorio e ancora una volta evidenzia la scarsa profondità professionale di molte testate giornalistiche che preferiscono vivacchiare su temi triti e ritriti piuttosto che distinguersi con contenuti di rottura che fotografino il reale e gli umori dei differenti strati della società nel nostro paese.

Prima della lettera aperta del segretario Cudicio, per dovere di cronaca e approfondimento, riporto una sintesi delle azioni di governo su questo tema e le precisazioni del ministro Cancelllieri : 

Approvato il decreto contro l’affollamento carcerario.

Il testo apre l’accesso ai lavori socialmente utili anche ai recidivi e blocca il fenomeno delle cosiddette “porte girevoli” (il transito nei penitenziari per pochi giorni). Il decreto “tocca aspetti normativi”. Il Guardasigilli ha inoltre spiegato che l’ampliamento del meccanismo per l’accesso dei detenuti ai lavori socialmente utili consentirà di scontare la pena lavorando e rientrando in carcere o al domicilio la sera. Questi provvedimenti non sono però ammessi in favore di chi ha compiuto reati gravi come l’associazione mafiosa e dai lavori socialmente utili, sono esclusi i condannati per stalking e maltrattamento di minori. Il provvedimento dovrebbe portare alla diminuzione della detenzione in carcere di circa 6mila persone nei prossimi due anni. Entro il 2016, nelle carceri italiane, dovrebbero esserci 10 mila posti letto in più, 5mila dei quali saranno realizzati entro il maggio del 2014.Si tratta della prima tappa del piano carceri finanziato con 400 milioni. Per il resto il ministero della Giustizia sta facendo degli studi per valutare una serie di “depenalizzazioni” possibili. Per quello che concerne invece una vera e propria amnistia, la Cancellieri non solo non la esclude, ma la vede come un “grosso aiuto” per risolvere l’emergenza carceri. Il ministro precisa comunque che si tratta di una scelta di competenza del Parlamento.

Vi siete fatti un’idea ? Bene !! Ecco allora di seguito quanto promesso. L’appello di Maurizio Cudicio, fondatore del Movimento Poliziotti e Vice Segretario Nazionale del Sindacato di Polizia A.D.P. autonomi di Polizia :

DECRETO SVUOTA CARCERI

Sig. Ministro Anna Maria Cancellieri, posso farle una domanda ? 

Io, da operatore delle forze dell’ordine, come devo interpretare questo decreto svuota carceri?

Lei, è stata informata, oltre che delle condizioni dei detenuti, di quelle dei cittadini italiani ONESTI? E di quelle degli operatori delle forze dell’ordine?

Come dovremmo sentirci noi poliziotti quando arrestiamo un delinquente e pochi minuti dopo lo ritroviamo in strada che ci sbeffeggia e prosegue le sue azioni criminose?

Lavori socialmente utili? Perché questi lavori non li facciamo fare ai cittadini onesti che pagano le tasse e che non ci pensano neanche, ad andare a rubare? 

Lei lo sa che in Italia si denuncia un reato ogni 10 secondi ? 

Ci spieghi allora come possiamo infondere fiducia ai cittadini, se poi chi comanda rema in senso contrario?

Noi lavoriamo per il cittadino e l’amministrazione della Polizia di Stato ci da modo di poter svolgere questo compito, ma il nostro è solo il primo atto e se poi il finale è questo dello svuota carceri, non ci resta altro che rassegnarci.

Nessun medico ordina alle persone di delinquere e quindi ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Chi sbaglia deve pagare e la pena deve essere certa. Le attenuanti sono previste dal nostro Codice Penale e nessuno le mette in discussione, ma non si possono perdonare persone che con i loro reati, anche se giudicati “minori”, spesso sono cause di vere e proprie tragedie famigliari.

Indulto? Amnistia? Svuota Carceri ? Noi operatori delle forze dell’ordine e prima di tutto cittadini italiani diciamo basta a questo scempio dell’onestà. Molti stranieri vengono in Italia a delinquere perché sanno benissimo che il nostro Sistema è molto soft e quasi sempre si può passarla liscia, magari con qualche “dolce” semilibertà o con un controllo “sereno” come ad esempio la libertà vigilata o ancora meglio con degli arresti domiciliari con permessi per tutte le ore, da quello per accompagnare il cane a fare un giro a quello per andare a casa di amici per un compleanno.

Sig. Ministro, ci auguriamo che le sue idee siano positive e la ragione stia dalla Sua parte, ma sappia che se anche uno solo di questi individui a cui avete permesso di uscire dalle carceri ritornerà a delinquere, magari ammazzando o stuprando qualche giovane, sappia che la responsabilità non sarà certo delle forze dell’ordine.

Vice Segretario Nazionale sindacato di Polizia A.D.P. e fondatore della pagina FB Movimento Poliziotti.

Cudicio Maurizio

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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