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Quattro decreti legislativi di riforma della P.A relativamente all'articolo 11 sono stati approvati in via preliminare dal CDM riguardo la dirigenza pubblica. I provvedimenti riguardano un'ampia revisione del meccanismo di ingresso, retribuzione, responsabilità e decadenze del ruolo previsti per gli Enti di ricerca, le Camere di Commercio, riassestamento e scorporo del comitato paraolimpico dal Coni e non solo. A Palazzo Chigi il premier Renzi, approvando il decreto Madia, ha evidenziato quanto fosse importante portare avanti un modello di dirigenza pubblica che investa sulla professionalità e sulle competenze e che garantisca un ruolo unico dei dirigenti eliminando di fatto distinzioni fra le due fasce. Nuove regole e garanzie potranno salvaguare circa il 30% della dirigenza mentre a scadenza degli incarichi, ben oltre il 70% dei direttori potranno portare avanti, senza rinomine automatiche, nuovi incarichi. La meritocrazia diventa una condizione essenziale che potrà quindi garantire un buon 30% di stipendio per i dirigenti pubblici solo a raggiungimento degli obiettivi, mentre il 40% per i dirigenti generali. Per i dirigenti pubblici è prevista l'attesa di un anno per un nuovo incarico, terminato il quale stipendio o decadenza verranno tagliati. Uno sforzo di riassetto per certe regole che incarna un ottima intenzione di assicurare una maggiore professionalità a beneficio della meritocrazia che dovrebbe creare forti stimoli qual'ora a pari passo venga previsto un forte e rigido controllo della corretta attuazione.
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