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di Emanuel Galea
Come versare acqua in una cisterna crepata! Qualcuno, per un tempo limitato, potrebbe illudersi che sia sufficiente aumentare il versamento. Una pia illusione! A lungo andare la crepa si allargherà. All’improvviso la struttura non reggerà più, cederà e l’acqua defluendo andrà tutta sprecata, lasciando tutti a bocca asciutta.
Secondo il supplemento al bollettino statistico di Banca d’Italia, nei primi otto mesi dell’anno in corso, il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 48,8 miliardi, a fronte di un fabbisogno complessivo pari a 24,9 miliardi. Per rendere più chiaro il concetto del binomio debito pubblico-quantitative leasing riporto la lettura del contatore del debito pubblico, come da Italiaora.org dell' 8 dicembre che segna euro 2.282.189.869.718. A chiusura del presente articolo, rifarò la lettura a quel momento e vedremo la crescita esponenziale. Il dato più aggiornato disponibile lo fornisce “Fabbisogno dello Stato. Aggiornato al 3 dicembre 2015”. Le informazioni sono quelle del Ministero dell’Economia e Ragioneria generale. Secondo queste fonti, il fabbisogno cumulato al novembre 2015 era 62,3 miliardi di euro. In linea di massima rimane quasi invariato dal 2014 che a fine anno chiudeva a 76,8 miliardi.
Inaugurando l'anno accademico dell'Università Cattolica di Milano, Draghi si è detto preoccupato dei rischi per la crescita e aveva promesso: "Al nostro incontro di dicembre riesamineremo il livello della nostra politica monetaria accomodante". Fino ad ora, ci si è preoccupati di coprire il fabbisogno del settore pubblico emettendo titoli a medio e lungo termine, emissione di buoni ordinari del tesoro, ricorso all’indebitamento estero. Intanto Draghi è intenzionato ad aumentare il QE, mettendo più liquidità sul mercato. Prima o poi si dovrà trovare un modo per ritirare tutta la maggiore liquidità creata rimettendo sul mercato i titoli comprati senza creare sconquassi o sulla liquidità o sui corsi dei titoli.
La politica si rilassa e non si parla più di spendine review. Consiglieri regionali e non solo reclamano il loro vitalizio e i ministeri non rinunciano ai loro fasti. I politici interrompono il ponte dell’Immacolata, aprono la Camera per arraffare ingiustificatamente 10 milioni di euro, impropriamente chiamati rimborso spese.
Tanto ci pensa Draghi a ripianare i buchi.
Le riforme strutturali e lo smantellamento della burocrazia sono i veri due colpevoli del mastodontico debito pubblico, due argomenti demodé. Il tanto osannato QE fa perdere, anche se indirettamente, la flessibilità del cambio, disincentiva l’indirizzo alla politica e fa perdere la promozione della competitività senza nulla aggiungere al mercato del lavoro.
• L’apparato statale è la cisterna. Il debito pubblico, ahinoi, è la crepa profonda. Il QE è l’acqua che defluisce continuamente.
Intanto il contatore del debito pubblico continua inarrestabile a segnare la drammaticità della situazione, avvertendo, a chi vuole ascoltare, che qualsiasi futuro passerà obbligatoriamente da una drastica riduzione di questo macigno. Lo scorso10 dicembre, il contatore debito pubblico segnava 2.282.628.439.288, praticamente con una crescita esponenziale di circa 220 milioni al giorno, dato confermato anche dalla statistica della Banca d’Italia. Sempre secondo stessi dati Banca Italia, solo il fabbisogno giornaliero delle amministrazioni pubbliche ammonterebbe a circa 113 milioni. Bisogna necessariamente fermare questa dissennata corsa verso “lidi sconosciuti”, per citare Draghi, e riformare la struttura statale in conformità alla potenzialità fiscale. Oltre i lidi sconosciuti ci starebbe anche il buio oltre quella siepe del debito pubblico.
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